Copenaghen: dove l'architettura è un inno alla natura

mercoledì 11 gennaio, 2012

Tutto ebbe inizio nel 1995, quando al quartiere di Ørestad venne assegnata una vera e propria missione: funzionare come controparte al vecchio centro città di Copenhagen, e contenere un ambiente urbano di qualità artistiche e ambientale elevate in grado di funzionare da laboratorio per nuove idee ecosostenibili. Da qui iniziò a nascere e ad evolversi una nuova realtà sociale.[MORE]

Ørestad è un’area di 3,1 milioni di mq sull'isola di Amager in cui regnano ricerca scientifica, cultura, shopping, spazi dedicati al verde e riserve naturali. Ørestad gode di un’ottima accessibilità sviluppata utilizzando il nuovo “town concept”. Per raggiungerla da Copenhagen occorrono soltanto 10 minuti; da Malmö, in Svezia, occorre circa mezz’ora, in auto o in treno, grazie al Øresundbridge, il ponte inaugurato il 1° luglio del 2000, che collega Copenhagen a Malmö.

La principale caratteristica dell’area è la spettacolare architettura, frutto del lavoro di nomi importanti, che colora l’intera area urbana. Lo si percepisce già entrando nel nuovo quartiere quando ci si trova davanti ad una linea metropolitana sospesa a sei metri d’altezza su eleganti piloni in cemento chiaro. Per non parlare dell’Auditorium firmato Jean Nouvel, dell’Hotel Bella Sky a forma di doppio fungo che cresce fino all’altezza di 75 metri in pendenza circondato da turbine eoliche, e della avveniristica VM House o della 8 House. Quest’ultima, davvero un’invenzione particolare: un’enorme costruzione a forma di numero 8 ai bordi del parco, rivestita di vetrate e giardini pensili. L’impatto è estetico ma anche energetico: i muschi rossi che rivestono l’edificio con il loro effetto-coibentazione incidono non poco sul riscaldamento.

Una bella sfida per il trionfo dell’architettura danese, all’insegna dell’ecologia e della funzionalità, binomio che ispira il minimalismo sostenibile dei nuovi visionari.

Roberta Lamaddalena

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