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Convegno alla Bcc: nuove procedure concordatarie per uscire dalla crisi
BUSTO GAROLFO (MI), 19 GIUGNO 2013 - Si parlerà delle nuove procedure concordatarie, quelle introdotte dal Governo Monti, nell’incontro in programma venerdì 21giugno alle 14.15 nell’auditorium don Besana della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate (via Manzoni, 50 Busto Garolfo).
L’incontro, organizzato da Associazione avvocati legnanesi (ALIA) e Ordine dei dottori commercialisti di Milano e Confindustria Alto Milanese, vuole presentare ad avvocati, commercialisti e imprenditori le opportunità offerte dalle nuove procedure di concordato: “in bianco” e “in continuità”.
«Nel solco del successo incontrato dalla prima iniziativa di formazione professionale organizzata mesi fa sul Trust, le stesse tre categorie di operatori del territorio hanno ritenuto di occuparsi di un altro tema di stringente attualità come i concordati –spiega Bruno Dell’Acqua, presidente di ALIA–. In un’ottica di servizio verso tutte le figure professionali coinvolte vogliamo promuovere la conoscenza dei nuovi strumenti messi a disposizione alle imprese dall’ordinamento giuridico per superare le difficoltà temporanee di carattere finanziario»
I saluti di benvenuto e l’introduzione ai lavori saranno di Roberto Scazzosi, presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate; di Andrea Pontani, direttore di Confindustria Alto Milanese; di Alberto Lazzarini, delegato dell’Alto Milanese per i corsi di formazione e gli eventi dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano; di Bruno Dell’Acqua, presidente ALIA.
Afferma Andrea Pontani, direttore di Confindustria Alto Milanese: «Nell’attuale clima congiunturale caratterizzato da forti incertezze e preoccupazioni per l’andamento economico dei prossimi mesi, procedure come il concordato preventivo, considerate fino a poco tempo fa troppo estreme, possono costituire per le imprese una potenziale ancora di salvezza in quanto salvaguardano la continuità aziendale nell’interesse dello stesso imprenditore, dei dipendenti e dei creditori.
Purtroppo questa procedura, come evidenziato in più occasioni anche da Confindustria, per come è stata concepita dal legislatore offre spazi ad abusi, in quanto consente il “saldo e stralcio” delle posizioni debitorie, diventando così anche mezzo di concorrenza sleale.
Tutto questo a scapito della maggioranza delle imprese che opera in modo corretto tra le mille difficoltà della crisi, con un ulteriore impatto negativo nel rapporto con le banche, che sono portate a irrigidire ulteriormente le condizioni di accesso al credito.
Per l’utilità della procedura ai fini del risanamento delle imprese in crisi si rendono quindi necessarie modifiche normative e meccanismi di tutela».
“È la cronaca a dirci che il ricorso al concordato si è fatto in questi tempi sempre più massiccio –riferisce Alberto Lazzarini- per questo ci è parso necessario un incontro con degli esperti per fare chiarezza su uno strumento che può contribuire a sostenere l’imprenditoria in un momento difficile e nell’interesse di tutto il sistema».
L’istituto del concordato, per come rivisitato dal Governo Monti con il Decreto Legge 83/2012, consente alle aziende in carenza di liquidità di depositare un ricorso contenente la domanda di ammissione alla procedura riservandosi di presentare in un momento successivo la proposta ai creditori, il business plan, l’asseverazione; momento che sarà fissato dal Giudice entro 60-120 giorni e prorogabile per ulteriori 60 giorni. Durante questo periodo è garantita la prosecuzione dell’attività aziendale.
Il concordato in continuità, in particolare, permette la ricollocazione di un ramo aziendale e la contestuale salvaguardia dell’occupazione.
L’argomento del concordato “in bianco” sarà trattato da Carmelo Leotta, presidente della Sezione Fallimentare del Tribunale di Busto Arsizio; l’aspetto del piano industriale e delle attestazioni sarà affrontato da Alessandro Solidoro, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano (ODCEC); il concordato “in continuità” sarà materia dell’intervento dell’avvocato Filippo Canepa, del Foro di Busto Arsizio.
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