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Convegno a Catanzaro su "Etica, religiosità, corresponsabilità" con il Cardinale Gianfranco Ravasi
CATANZARO, 19 APRILE 2013 - “Etica, religiosità, corresponsabilità”: se ne discuterà domani, sabato 20 aprile, a Catanzaro, nell’ambito di un convegno che rientra nel ciclo di iniziative promosse dal Pontificio Consiglio della Cultura, guidato dal cardinale Gianfranco Ravasi, che dopo aver toccato di recente il tema della legalità in un analogo incontro tenuto a Palermo, ha deciso di far tappa in Calabria, scegliendo l’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, per un confronto a tutto campo su concetti di particolare importanza nel rapporto tra Chiesa e territorio in una regione dove molto estesa è la ramificazione della criminalità organizzata e nel quale s’avverte la necessità che sia l’ethos a guidare responsabilmente tutti nella ricerca del bene comune, pilastro della convivenza civile “buona”, purificando la religiosità quando si presenti inquinata da forme di superstizioni e/o da tradizioni senza radici spirituali.
Ringraziando il cardinale Ravasi “per l’affetto nutrito verso la Calabria e i calabresi e per aver fortemente voluto l’appuntamento catanzarese”, il Pastore della Chiesa catanzarese, monsignor Vincenzo Bertolone, spiega che l’iniziativa “va ad inserirsi tra quelle portate avanti in tutto il mondo dal Cortile dei gentili, luogo d’incontro e di dialogo, spazio di espressione per coloro che non credono e per coloro che si pongono delle domande riguardo alla propria fede, una finestra sul mondo, sulla cultura contemporanea e un ascolto delle voci che vi risuonano”.
Precisa monsignor Bertolone: “Essa è stata pensata per sondare il mistero della condizione umana attraverso tre parole chiave del nostro vivere: etica, religiosità, corresponsabilità.
La vita quotidiana, le abitudini e i modi di fare della nostra gente non sono un mero fatto privato, deciso singolarmente nell’intimo di ogni individuo, ma hanno a che fare con la coscienza, con la libertà, con le scelte morali, con le norme e le regole del vivere civile.
Ma tutto questo è anche ethos, che non ci vuole rinchiusi nel privato, ma gente che agisce alla luce del sole, per contribuire responsabilmente alla vita buona delle nostre città”.
Aggiunge l’Arcivescovo: “Può sembrare paradossale parlare di bene comune in tempi in cui questo termine è diventato il pane quotidiano della politica, eppure alla crisi economica e finanziaria cogente si affianca una crisi di cittadinanza, di capacità di convivenza civile, di progettualità sostenibile, di vedere lontano con lo sguardo di molti e del tutto.
A ciò occorre dare risposta attraverso una rinnovata etica civile partendo da quel luogo che è la civitas, la città, intesa sia come concreta realtà dalla forte dimensione locale, sia nella sua valenza simbolica, evocativa di una positiva convivenza anche su scale più ampie”.
I lavori, moderati dal vaticanista del Tg2 Enzo Romeo, si articoleranno in tre sessioni, inframmezzate da esecuzioni del coro "Fausto Torrefranca", del gruppo "Radici calabre" e dell’orchestra provinciale "La Greca", oltre che dagli sketch comici di Enzo Colacino.
Al centro del dibattito restano l’etica, la religiosità e la corresponsabilità, declinate nelle loro specificità.
La prima sessione, ospitata nell’aula magna dell’università "Magna Graecia", verterà principalmente sul tema della religiosità e del rapporto di questa con la fede e la superstizione ed avrà inizio alle 9.30, con la proiezione di un breve documentario sulla religiosità popolare, seguiranno i saluti di monsignor Bertolone e del rettore dell’Università "Magna Graecia", Aldo Quattrone e poi gli interventi del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura; di Giuseppe Pignatone, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, e del procuratore aggiunto presso il Tribunale di Reggio Calabria, Michele Prestipino.
“L’argomento - afferma monsignor Bertolone - presenta una centralità rilevante nel Meridione, dove spesso nel coacervo di tradizioni non sempre ispirate ad effettiva ed autentica religiosità si innestano fenomeni di ateismo e, a volte, anche di inquinamento criminale, come nel caso delle processioni infiltrate dai capibastone che se ne impossessano per ribadire la propria falsa autorità.
Ma più in generale, il nodo da sciogliere è quello sul costante prevalere di una sorta di sistema binario di rette parallele: una religiosa, l’altra pubblica, che, per definizione sono destinate a non convergere, come invece sarebbe auspicabile, al fine della comune costruzione del bene>>.
Seconda sessione si svolgerà nel pomeriggio, alle 16, nel il centro sportivo di Giovino.
All’introduzione di monsignor Bertolone e del presidente della Provincia di Catanzaro, dottoressa Wanda Ferro, seguiranno le relazioni del cardinale Ravasi, di suor Carolina Iavazzo, dei docenti universitari Salvatore Natoli (Università Milano Bicocca) e Cataldo Zuccaro (Pontificia Università Urbaniana), chiamati a confrontarsi con i giovani sul bisogno di un’etica della corresponsabilità per una Calabria migliore, perché “dialogare, parola d’ordine della Chiesa nel mondo contemporaneo, a partire dal Concilio ecumenico Vaticano II”, chiosa monsignor Bertolone, “significa anche saper ascoltare gli uni le ragioni degli altri ed essere capaci di alimentare le risorse umane e spirituali dei credenti e promuoverne un ruolo attivo nella società.
Ed il convegno si prefigge, tra gli altri, soprattutto l’obiettivo di aprire un dialogo con l’universo giovanile. Al riguardo, alla Chiesa è richiesto un preciso compito: puntare prima ancora che sulla fede dei giovani, sulla fede nei giovani, per dividere con essi il sogno di perenne, faustiana giovinezza di costruire un mondo riconciliato, fraterno, solidale, proprio come vuole Dio”.
Ed in proposito, focalizzando il concetto di corresponsabilità, l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace rimarca che “esso non è né può essere ridotto soltanto ad una sollecitazione al dovere di risposta davanti agli interrogativi che la vita e la quotidianità pongono con i loro inevitabili profili giuridici, economici ed etici, ma deve diventare sempre più trascrizione sostanziale del modo organico di porsi nel mondo, di ricercare, di scegliere, di amare e contribuire allo sviluppo giusto nell’uguaglianza e nell’esercizio della vera libertà, lungo un sentiero che congiunge la giustizia e la carità”.
La conclusione dei lavori vedrà le riflessioni sui fondamenti per il bene comune: in piazza Rossi, ai messaggi del Presule, del sindaco Sergio Abramo e del Prefetto Antonio Reppucci si aggiungeranno le relazioni del cardinale Ravasi; del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, Santi Consolo, e del comandante della Legione Carabinieri Calabria, il generale Adelmo Lusi. “Ciò che ciascuno di noi fa a vantaggio dell’altro - sottolinea monsignor Bertolone - non è un fatto personale, ma un bene comune.
La nostra modernità avanzata ha legittimamente conquistato una situazione di autonomia morale della persona.
Autonomia, tuttavia, non può mai significare definizione assoluta di che cosa sia bene o male o che cosa non lo sia, del tutto indipendentemente dagli orientamenti altrui e, perfino, come talvolta si sostiene, dalle indicazioni di valore che potrebbero provenire dagli orizzonti religiosi com’è quello cristiano. Occorre un sussulto morale che ci unisca e dia a tutti, ragioni di vita e di speranza.
La scelta è fra una deriva egoistica ed una concezione solidaristica capace di fronteggiare la deriva negativa.
La posta in gioco è il futuro che costruiremo insieme, come auguro a me ed a voi tutti: lungo i sentieri etici della corresponsabilità e della libertà morale chissà che non si possa inaugurare un secolo sotto il segno di Dio, superando concezioni antitetiche e contrapposte”. [MORE]