Continuano, nel silenzio di stampa e TV nazionali, gli sbarchi in Calabria.
Politica Calabria Catanzaro

Continuano, nel silenzio di stampa e TV nazionali, gli sbarchi in Calabria.

mercoledì 2 ottobre, 2024

Mentre l’attenzione della stampa nazionale è spesso concentrata su sbarchi più visibili e drammatici, come quelli che avvengono a Lampedusa o in Sicilia, le coste della Calabria continuano a essere teatro di arrivi costanti di migranti.

Nonostante l’impatto profondo che questi sbarchi hanno sulle comunità locali, il fenomeno è spesso ignorato o sottovalutato dai media nazionali.

È quanto afferma in una dichiarazione Masino Paonessa, segretario cittadino del Partito Socialista Italiano di Catanzaro.

Negli ultimi anni, la Calabria ha visto un aumento degli sbarchi di migranti provenienti principalmente dal Nord Africa e dal Medio Oriente. Le rotte migratorie si sono diversificate, con molti migranti che, evitando la rotta siciliana più controllata, scelgono di approdare sulle coste calabresi.

Le città portuali come Roccella Ionica e Crotone sono diventate punti di sbarco frequenti, spesso gestiti in condizioni di emergenza e con scarse risorse.

Nonostante ciò, la copertura mediatica di questi sbarchi è minima rispetto a quella dedicata ad altre regioni.

Il silenzio della stampa nazionale sugli sbarchi in Calabria solleva diverse questioni.

Da un lato, potrebbe essere dovuto alla “normalizzazione” del fenomeno migratorio: gli sbarchi sono diventati così frequenti da non essere più percepiti come notizie di rilievo.

Dall’altro lato, la Calabria è una regione spesso ai margini dell’attenzione mediatica, penalizzata dalla sua posizione geografica e dal minor peso politico rispetto ad altre regioni italiane.

Questo silenzio, tuttavia, rischia di occultare una crisi che richiede interventi urgenti, soprattutto in termini di risorse per l’accoglienza e la gestione dell’emergenza umanitaria.

La mancanza di copertura mediatica ha ripercussioni importanti sulla percezione pubblica del fenomeno migratorio.

L’assenza di attenzione da parte della stampa nazionale contribuisce a ridurre la consapevolezza e la pressione politica per affrontare in modo strutturale la situazione.

Questo porta spesso le amministrazioni locali, prosegue il segretario cittadino Socialista, a dover fronteggiare l’emergenza in solitudine, senza il necessario supporto da parte del governo centrale o dell’Unione Europea.

Inoltre, l’opinione pubblica è meno informata sui bisogni delle comunità locali e dei migranti stessi, il che limita la possibilità di creare reti di solidarietà e sostegno.

Le risorse economiche e infrastrutturali della regione sono limitate e i comuni costieri, già in difficoltà economica, sono spesso sovraccaricati dalla gestione dei flussi migratori.

Le strutture di accoglienza sono insufficienti e sovraffollate, e le autorità locali, pur con l’impegno di volontari e organizzazioni non governative, faticano a garantire condizioni dignitose per i migranti.

Il mancato supporto da parte del governo centrale, associato alla mancanza di copertura mediatica, crea un circolo vizioso che rende difficile affrontare la situazione in modo efficace.

Per affrontare la crisi migratoria in Calabria, è necessario un cambio di approccio sia da parte dei media che delle istituzioni.

I media nazionali dovrebbero dare maggiore visibilità a quanto accade nella regione, mettendo in luce le storie dei migranti, le difficoltà delle comunità locali e le sfide dell’accoglienza.

Solo attraverso una maggiore consapevolezza pubblica sarà possibile esercitare una pressione politica affinché il governo centrale e l’Unione Europea mettano in campo misure concrete per supportare la Calabria.

Il silenzio della stampa nazionale sugli sbarchi in Calabria non solo nasconde una crisi umanitaria in corso, ma ostacola anche le possibili soluzioni.

La regione, pur essendo una delle principali porte d’ingresso per i migranti in Italia, resta ai margini del dibattito pubblico e politico.

Solo un’attenzione mediatica costante, conclude Masino Paonessa, associata a un intervento politico deciso, potrà garantire un approccio più giusto e umano a una crisi che, altrimenti, rischia di continuare nell’ombra.


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