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Consultazioni, Mattarella ha deciso: alternative governo neutrale fino a dicembre o voto immediato

ROMA, 7 MAGGIO – Dopo il muro contro muro tra le delegazioni rappresentative dei vari partiti, che, anche nel corso del terzo ed ultimo giro di consultazioni presidenziali organizzate dal Colle, non hanno lasciato spiragli ad ipotesi di accordi che possano consentire di superare la situazione di stallo, il Capo dello Stato ha tirato le fila della situazione politica, sintetizzando le soluzioni che saranno dunque passate al vaglio nei prossimi giorni. [MORE]

Dalle attese dichiarazioni rilasciate da Sergio Mattarella alla stampa presente nei corridoi di Palazzo del Quirinale, sembra essere emersa la resa del Presidente della Repubblica dinanzi all’indisponibilità dei partiti a trovare un compromesso sulla base dei risultati elettorali del 4 marzo. “Non esiste una maggioranza con la sola Lega ed i Cinque Stelle e si è rivelata impraticabile anche un’eventuale alleanza M5S-PD; infine, ho registrato da entrambe le parti l’impossibilità di un accordo tra csx e cdx, come confermatomi anche negli incontri odierni” – ha affermato Mattarella, prendendo atto del fallimento delle trattative condotte sul piano istituzionale dai due Presidenti delle Camere, cui erano stati affidati incarichi esplorativi.

Il Capo dello Stato ha lasciato in ogni caso intendere di aver tentato in ogni modo di richiamare a responsabilità i vari schieramenti, in virtù della necessità di sostituire un esecutivo ormai in carica da più di due mesi per sbrigare esclusivamente affari correnti. “Il Governo presieduto dall’On. Gentiloni – ha detto ancora Mattarella – che ringrazio per il lavoro che ha svolto e che sta svolgendo in questa situazione anomala e così delicata, non può che aver esaurito la sua funzione e dunque non può essere ulteriormente prorogato in quanto espresso da una maggioranza parlamentare che non esiste più”. Il Presidente ritiene tuttavia opportuno che a condurre il Paese a nuove elezioni sia un governo non di parte, il che sarebbe considerato maggiormente rispettoso delle dinamiche democratiche, soprattutto in vista delle aspre schermaglie che si accenderebbero nella nuova campagna elettorale.

Ciò, comunque, conferma il fatto che l’ipotesi principale al vaglio dello staff del Colle è proprio quella di indire nuove elezioni e richiamare i cittadini alle urne. È chiaro, però, che non vi sarebbero tempi sufficienti per organizzare la tornata entro il mese di giugno e lo stesso Mattarella ha riconosciuto che “il voto in piena estate è stato finora sempre evitato perché sarebbe più difficile per gli elettori esercitarne il diritto”, dunque lui stesso avrebbe espresso preferenza affinché l’eventuale nuovo election day slitti al prossimo autunno.

Il Presidente ha inoltre voluto far presenti alle forze politiche all’ascolto alcune preoccupazioni che gli competono: se anche si riuscisse ad organizzare subito nuove elezioni, secondo il ragionamento formulato da Mattarella, non vi sarebbe comunque tempo sufficiente per approvare poi la legge di bilancio per l’anno in corso e soprattutto per scongiurare il preventivato aumento dell’IVA e gli effetti recessivi che ciò comporterebbe, con il rischio peraltro che un prolungamento ad oltranza dell’esercizio economico provvisorio possa aggravare nuovamente la situazione del bilancio del Paese. Già in altre circostanze, per giunta, l’attuale primo inquilino di Palazzo del Quirinale aveva ricordato l’importanza dell’approvazione della legge di delegazione europea, necessaria per partecipare all’introduzione delle innovazioni normative di rilievo eurounitario e recepirle poi nel nostro ordinamento, ma che difficilmente potrebbe essere condotta in porto senza un esecutivo che abbia la maggioranza nell’attuale Parlamento, così come accadrebbe per gli altri eventuali provvedimenti urgenti che non potrebbero essere ricondotti al concetto di ordinaria amministrazione, cui è limitata la competenza del dimissionario Governo Gentiloni.

Potrebbe dunque accadere che nei prossimi giorni sia il Colle a spingere perché i vari schieramenti politici appoggino una squadra governativa che possa formare un esecutivo-ponte, di tregua, con un CdM super partes e composto da nomi individuati dal Presidente e con un incarico a tempo, prima di organizzare nuove elezioni. A questo proposito, la rosa dei papabili nomi cambierebbe a seconda delle esigenze: essendo prioritarie le scadenze legate al bilancio, dovrebbe essere forte la rappresentanza di economisti; tuttavia, c’è anche chi (come Di Maio e Salvini hanno più volte lasciato intendere) auspica che, qualora si dovesse percorrere questa strada, si metta anche mano ad una nuova riforma della legge elettorale, individuando, mediante l’intervento di influenti giuristi, meccanismi per assicurare più semplice governabilità pur mantenendo un adeguato livello di rappresentanza dei cittadini nei due rami del Parlamento.

Del resto, neppure una nuova competizione elettorale potrebbe mettere al riparo dalla genesi di una nuova situazione di stallo politico, analoga a quella che il Paese vive attualmente, non essendovi alcuna certezza del fatto che i risultati delle eventuali nuove elezioni si discostino nettamente da quelli dello scorso 4 marzo. “Sarebbe la prima volta che il voto popolare non viene utilizzato o che non produca alcun effetto” – ha infatti dichiarato preoccupato il Presidente Mattarella, avviandosi a concludere il suo intervento – “pertanto, scelgano i partiti con il loro libero comportamento e nelle sedi opportune, ma cerchino una maggioranza politica per un governo neutrale che consenta quantomeno una tregua annuale oppure si accordino per svolgere nuove elezioni subito, in autunno o nel mese di luglio”.

 

Francesco Gagliardi

 

Fonte immagine: money.it