Politica

Consulta, si rivota. Pd e Fi scommettono sul duo Violante-Bruno

ROMA, 16 SETTEMBRE 2014 - Violante-Bruno. Questa è la preferenza ufficiale che Pd e Fi hanno indicato ai propri deputati e senatori al fine di eleggere i due giudici costituzionali della Consulta.

Dopo l’ennesima fumata nera di ieri, con il mancato raggiungimento del quorum necessario all’elezione, ovvero i 3/5 dei componenti dell’Assemblea, che ulteriormente tradotto equivale a 570 voti. Al candidato avanzato dal Pd, Luciano Violante, sono andate 530 preferenze, mentre al candidato di Fi, Donato Bruno, 529 voti.

Secondo indiscrezioni l’odierna votazione, che è iniziata alle ore 18, dovrebbe andare in porto ma il condizionale è d’obbligo. Il famoso messaggio con l’indicazione del voto è pervenuto a tutti i parlamentari di Pd e Fi, ma non è detto che venga rispettato. Soprattutto tra le fila del Pd. Se la scorsa volta, infatti, a far saltare il banco ci hanno pensato i forzisti, con la mancata elezione dell’ex sottosegretario della Presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, questa volta potrebbe essere il Pd ad esprimere i propri malumori interni non votando Violante. Inoltre, sempre all’interno del partito del Nazareno non vi è totale accordo sull’elezione di Luigi Vitali al Csm.[MORE]

Nella mattinata di oggi si è espresso anche il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, che ha attaccato la maggioranza: «In questo momento in Parlamento è in corso un ricatto! - ha scritto sul blog in un post intitolato "Violante, un maggiordomo alla Consulta"- Ci hanno proposto uno scambio di voti: se non voteremo Luciano Violante alla Corte Costituzionale, non appoggeranno il candidato del Movimento Cinque Stelle. Denunciamo questo ricatto e la visione da vecchia politica. Noi non voteremo mai Violante».

(Immagine da primocanale.it)

Giovanni Maria Elia