Economia

Consob: 11,3 milioni di euro di sanzione per i Ligresti

MILANO, 07 APRILE 2013 – «Fin dal 1993 Ligresti aveva creato un "sistema" di trust, allo scopo di proteggere il proprio patrimonio, trasferendovi una partecipazione inizialmente pari al 24,5% del capitale di Premafin; tale sistema di trust è stato successivamente ampliato mediante la creazione di altri trust e relativi enti di pertinenza cui sono state progressivamente trasferite quote della suddetta partecipazione in Premafin. I sistema di trust è sempre stato di fatto gestito da Ligresti, anche dopo il 2003, anno in cui Ligresti non avrebbe dovuto ricoprire più alcun ruolo formale», questo è quanto afferma la Consob in un bollettino, in cui comunica di aver sanzionato - per complessivi 11,3 milioni di euro - Salvatore Ligresti, Giancarlo de Filippo e Niccolò Lucchini per manipolazione operativa sul titolo Premafin.

Come ricostruito in un’altra sede (Intrighi del “Salotto Buono”: I Ligresti), per poterci districare un po’ nei meandri che conducono alla Premafin (la holding attraverso la quale la famiglia controllava il gruppo assicurativo Fondiaria Sai), centro nevralgico della galassia Ligresti, occorre far ricorso al meccanismo delle scatole cinesi. Infatti, mediante quest’ultimo, con modeste somme di capitali, è possibile controllare vaste attività a cascata. Per provare ad essere più chiari sul funzionamento: se, ad esempio, Tizio possiede il 51 per cento della società A, la quale a sua volta possiede il 51 per cento della società B, che detiene a sua volta il 51 per cento della società C, questo consentirà a Tizio di controllare C possedendo soltanto una minuscola parte delle azioni di C.

In questo modo, per giungere – appunto - a Premafin, occorre passare per diverse società aventi sede in Italia, Svizzera e Lussemburgo. Attraverso i tre figli del patriarca, Jonella, Giulia, Paolo, si arriva a Premafin grazie a tre società lussemburghesi (Hike, Canoe, Limbo) e una fiduciaria (Compagnia fiduciaria nazionale). In particolare: Giulia Maria Ligresti attraverso Canoe Securities SA; Gioacchino Paolo Ligresti mediante Limbo Invest SA; Jonella Ligresti tramite Hike Securities SA, attraverso le quote di capitale individualmente possedute (sottolineiamo che le quote, data la complessità della ricostruzione, si devono intendere prossime a quelli effettive), arrivano a detenere congiuntamente circa il 31% della Premafin, anche se tutte le quote sono intestate alla Compagnia Fiduciaria Nazionale Spa.

In questo quadro, già così complesso, Salvatore Ligresti - per arrivare a Premafin - si avvale di un’altra società lussemburghese, la Starlife, la quale controlla totalmente Sinergia (in cima alla piramide), che a sua volta detiene il 60% della Imco. Così, Sinergia e Imco detengono complessivamente circa il 20% della Premafin. Per essere precisi: Starlife controlla il 17.613% della finanziaria tramite Sinergia Holding di Partecipazioni Spa (10,112%) che, a sua volta, è controllata direttamente da Starlife SA, e Immobiliare Costruzioni IM.CO. Spa (7,501%), controllata da Starlife SA tramite Sinergia. [MORE]

In questa artificiosa “architettura finanziaria”, l'authority – attraverso le indagini – è riuscita ad accertare che il pacchetto del 25% di Premafin, che sulla carta risultava essere intestato a un trust caraibico era in realtà riconducibile a Ligresti. Nello specifico, la Consob ha svelato che le azioni non appartenevano ad un fondo fiduciario, bensì erano riconducibili a un prestanome. A causa di ciò, la Consob ha deciso di sanzionare gl’interessati con una multa di 5 milioni di euro a Ligresti e 3 milioni a testa a Lucchini e a de Filippo. Oltre a ciò, la Commissione Nazionale per le Società e per la Borsa, ha deciso - sempre a carico di Ligresti - una sanzione di 300 mila euro per inottemperanza alle disposizioni, che impongono l’obbligo di comunicare al mercato le decisioni della Consob.

Inoltre, la Consob: «L'accusa è che in questo contesto sussisteva un rilevante interesse del Sig. Ligresti a sostenere il titolo Premafin, atteso lo stato di difficoltà economica finanziaria nel quale versavano le società del gruppo Ligresti e, più specificatamente, Imco e Sinergia, società controllanti Premafin, che avevano ottenuto finanziamenti garantiti proprio da azioni della stessa Premafin e che stavano negoziando con le banche creditrici la ristrutturazione di un ingente debito; peraltro, anche la stessa Fondiaria-Sai - la cui partecipazione costituiva per Premafin la componente di investimento più rilevante - aveva registrato notevoli perdite di valore, ciò che avrebbe potuto portare ad una svalutazione in bilancio di tale partecipazione, con conseguente ulteriore diminuzione del patrimonio netto di Premafin».

In particolare, secondo la ricostruzione fatta dall'authority: «Nel periodo 2 novembre 2009 - 16 settembre 2010, Niccolò Lucchini (uomo di fiducia di Ligresti) ha disposto contemporaneamente ingenti acquisti di azioni Premafin per conto di Darlis Anstalt, Ulero Anstalt, Alembert Associates SA (enti di pertinenza dei suddetti trust) e di Okanda Stiftung; tali acquisti sono stati effettuati tutti con le stesse modalità: concentrati in asta di chiusura, inserendo PDNA (ordini) di grandi dimensioni e con limite di prezzo superiore a quello dell'ultimo contratto concluso in negoziazione continua. I citati enti sono risultati, nel periodo preso in considerazione ai fini delle contestazioni, i massimi acquirenti di azioni Premafin». A ciò, si andrebbero ad aggiungere «rilevanti vendite di azioni Premafin per conto di Hubbard Corporation e Condor Holdings & Investments Ltd (anch'essi enti di pertinenza dei trust in parola); tali vendite sono state disposte quasi esclusivamente in negoziazione continua, in tempi e con modalità idonei ad evitare quanto più possibile impatti negativi sul prezzo. Anche in tal caso, i citati enti sono risultati i massimi venditori di azioni Premafin sul MTA nel periodo 2 novembre 2009 - 16 settembre 2010».

Infine, la Consob conclude puntando il dito sulla quantità di azioni acquistate: «Nelle 223 giornate di negoziazione prese in considerazione Alembert, Darlis Anstalt, Ulero Anstalt e Okanda hanno acquistato un numero di azioni pari al 22% del totale delle azioni Premafin scambiate sul MTA, risultando congiuntamente i massimi acquirenti di tali azioni, alle modalità omogenee: gli acquisti sono stati concentrati nelle aste di chiusura, per grandi volumi relativamente alle quantità normalmente scambiate in tali aste (il 79% delle azioni è stato acquistato in tale fase) e ai grandi volumi rispetto alle quantità normalmente scambiate in tali aste. Ma quel che è più grave è che gli acquisti hanno sostenuto il prezzo dell'asta di chiusura ed il prezzo ufficiale del titolo, facendo divergere il corso di mercato delle azioni Premafin (-28%) rispetto al Nav (-62%)».

(fonte: consob.it, nel fotogramma: Salvatore Ligresti)

Rosy Merola