Politica

Consiglio dei Ministri in Calabria. Ottimo. Ma dove si terrà?

CATANZARO, 21 MARZO - Ottimo l’intento del premier Giuseppe Conte che, nella giornata di martedì 20 marzo, ha annunciato di voler far svolgere un Consiglio dei Ministri in Calabria per trattare le criticità della nostra regione. Ottimo anche il “valore simbolico” che lo stesso premier ha dichiarato di voler conferire all’incontro. Anzi, non nascondiamo che proprio su queste sue due testuali parole abbiamo trovato spunto per una nostra riflessione che ci ha riportato alla memoria alcuni aspetti relativi ad altre visite istituzionali fatte in Calabria nel corso di vari e precedenti governi.

La domanda che immediatamente poniamo è: dove si terrà, esattamente, questo Consiglio dei Ministri?

Una domanda che in condizioni di “normalità” nessuno si sarebbe sognato di porre. Una domanda che in altre regioni italiane risulterebbe superflua. Una domanda – non lo nascondiamo – che ci imbarazza persino porre giacché può prestarsi a strumentalizzazioni da parte di chi, in Calabria, si sia abituato alle anomalie o addirittura voglia alimentarle. A cosa ci riferiamo? Al dato, incontrovertibile e decisamente fastidioso, di scavalcare, eludere o umiliare sistematicamente il capoluogo regionale. Adesso non staremo qui ad elencare tutte le date in cui, tra ministri, presidenti del consiglio e della Repubblica, si siano tenuti incontri in Calabria – riguardanti la Calabria – ma svoltisi in sedi diverse dal capoluogo. I più stupidi – e ce ne sono tanti! – potrebbero ricondurre questa riflessione sul piano campanilistico e, col solito tono da primi della classe che non li abbandona mai, strumentalizzare la nostra legittima osservazione tacciandola come inutile a fronte di “ben altri e più seri problemi”. Ma riallacciandoci alle testuali parole del premier Conte il quale ha dichiarato di voler conferire anche un “valore simbolico” al Consiglio dei Ministri che vorrebbe organizzare in Calabria, riteniamo che i simboli, per l’appunto, abbiano un significato, aiutino a leggere i fatti, a interpretare le cose, a combinare più elementi della realtà, a caratterizzare qualcosa che dietro al senso immediato del simbolo stesso ne nasconda altri più profondi.

La Calabria, per esempio, ha una straordinaria necessità di essere rappresentata con modelli, fatti, azioni e parole di legalità e di rispetto delle regole. Solo che queste non devono essere evocate in funzione di esercizi retorici, di passerelle o come termini astratti. Le regole si devono incarnare nella quotidianità delle persone. Soprattutto se queste siedono nelle istituzioni e devono dare l’esempio. La nostra Calabria vive di anomalie anche istituzionali dove – per ribadire cose incancrenite dagli anni – tutto ciò che spetta al capoluogo di regione viene sistematicamente contestato e rivendicato da altri. Spesso queste rivendicazioni, dal Consiglio Regionale in poi, sono state addirittura esaudite Una storia di anomalie che continua ai giorni nostri se pensiamo che “ogni mattina in Calabria, come sorge il sole, una città si sveglia e sa che dovrà erodere funzioni al suo capoluogo”! La direzione interregionale delle Dogane è “soltanto” l’ultima vicenda.

Dunque, il premier Conte non faccia come i suoi predecessori che hanno avallato questo status di anomalie bypassando, sistematicamente, la città di Catanzaro. I parlamentari catanzaresi non siano superficiali sull’argomento: suggeriscano e informino il Presidente del Consiglio della cosa. Rispettare le regole, anche quelle del semplice garbo istituzionale, è un “simbolo”. E come ogni simbolo cela significati profondi e ha un ruolo pedagogico.

 Movimento Civico Indipendente “Catanzaronelcuore”