Economia

Confcommercio-censis, il 14,5 per cento degl'italiani non riesce a risparmiare

ROMA, 21 Luglio 2011– Diffusi i dati registrati dall’Outlook Censis-Confcommercio per sul clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiani per il primo semestre del 2011. Da quanto si legge, viene confermata la crescita tendenziale dei consumi di poco al di sopra dell’1% ed intorno allo 0,1% in termini congiunturali.
Le voci verso le quali si sono incrementate le spese nel primo semestre 2011 rispetto al periodo precedente sono: benzina e parcheggi (63%), alimentari( 51,5%), spese per i figli (mensa, attività complementari, 51%), spese per la salute (49,7%), bollette gas, elettricità ed acqua (45,5%), spesa per la casa (riscadamento, condominio, manutenzione 39,4%), spesa telefonica ed internet (25,2%), affitto o rata mutuo (19%).[MORE]

Secondo iI suddetto studio, in riferimento alla capacità degl’italiani di risparmiare: il 28,2% delle famiglie ha affrontato le spese per consumi nell’ultimo semestre riuscendo a mettere da parte una quota del proprio reddito (da lavoro o pensione); il 53% ha dichiarato di essere andato, grosso modo, in pari ovvero di avere utilizzato il proprio reddito non mettendo nulla da parte o risparmiando quote insignificanti; il 18,8% ha dichiarato di non essere riuscito a coprire in toto, nel semestre, le spese per consumi, dovendo poi ricorrere ad altri mezzi di copertura.


Di quel 18,8%, il 65% dichiara poi di avere fatto ricorso a risorse messe da parte, il 15% ha chiesto un prestito ad amici e conoscenti, il 5% ha sottoscritto un prestito presso una banca ed il 15% ha rinviato i pagamenti. Quest’ultima percentuale è quella da considerarsi più critica, ma si tratta, rispetto al totale dell’universo delle famiglie, di un segmento assai ridotto (2% sul totale del campione).

Le difficoltà a risparmiare si fanno più significative nelle regioni del Centro e del Sud Italia, nelle famiglie unipersonali, nelle coppie senza figli, nei nuclei in cui il capofamiglia è anziano ed in quelle collocate nelle fasce di reddito più basse.


In pratica, il 14,5% degli intervistati ha dichiarato invece di non disporre di risparmi significativi e di non avere significative prospettive di risparmio.


Tra le principali motivazioni per cui gli italiani risparmiano: il 45% per tutelarsi da imprevisti, mentre solo per il 7% essi possono servire per effettuare investimenti rilevanti come l’acquisto di una casa. Emergono anche funzioni relativamente nuove: il 18% del campione risparmia prevalentemente per fare fronte alle spese per l’educazione dei figli.

 

Per gl’italiani, il bene “rifugio” per i loro risparmi rimane il mattone: il 33,5% investe in immobili, un quarto ritiene che i risparmi vadano mantenuti sostanzialmente liquidi sul conto corrente o in titoli prontamente liquidabili. Molta meno fiducia ispirano azioni e fondi (8,4%) o l’utilizzo dei risparmi per consumi (8,5%).

 

Scarsa è la fiducia su un incremento dei consumi delle famiglie per la seconda parte dell’anno .
 

Rosy Merola