Economia
Confcommercio, cautela su ripresa ma primo Natale con segno più in 7 anni
ROMA, 2 DICEMBRE 2015 - Il Natale 2015 è il primo con consumi in crescita dopo sette anni di crisi. La spesa media per i regali aumenta del 5% rispetto al 2014 fino a 166 euro a testa ma resta inferiore del 30% rispetto ai livelli del 2009. È quanto emerge da una ricerca di Confcommercio. [MORE]
Gli italiani quest'anno destineranno ai regali circa 10 miliardi, pari a un terzo della somma disponibile fra tredicesime e consumi aggiuntivi che complessivamente ammontano a circa 30 miliardi di euro. La stima è dell'Ufficio studi della Confcommercio. L'aumento quindi sarà del 5% rispetto all'anno scorso ma ancora del -30% rispetto al 2009. Ogni italiano spenderà intorno ai 166 euro per i regali di Natale una cifra che è del 5% in più rispetto all'anno scorso quando si era speso circa 158 euro a persona. Secondo l'indagine nonostante salga la propensione agli acquisti durante le festività da 85,2% a 85,9%, "un dato molto confortante", il 73% degli italiani presume, rispetto a quello che faranno gli altri, che "sarà un Natale molto dimesso" in quanto l'inchiesta è stata effettuata dopo gli attentati di Parigi.
Notizie positive anche sul fronte delle tredicesime: aumentano dell'1,2% rispetto allo scorso anno e valgono 39,4 miliardi,secondo uno studio di Confcommercio. Di questi 7,9 miliardi sono destinati al fisco tra Ici, Imu, Tasi, tasse auto e canone Rai; 10 miliardi saranno destinati invece ai regali di Natale. Complessivamente i consumi da 13esima e le spese aggiuntive dei lavoratori autonomi a dicembre valgono 29,9 miliardi. Si tratta di 1.370 euro a famiglia, con aumento dell'1,3% rispetto al scorso anno ma un calo del 3,5% rispetto al livello del 2008.
Il Natale di quest'anno "potrebbe essere finalmente il primo con il segno positivo dopo sette anni di crisi". "Tuttavia il governo non ha ancora vinto la scommessa di trasformare la crescita statistica in ripresa robusta e diffusa". Secondo Sangalli infatti "bisogna avere più coraggio a tagliare le tasse, ad abbassare la spesa improduttiva e a ridurre il deficit di legalità e ad annullare la burocrazia, solo così nel 2016 la crescita del Pil sarà più forte e ci consentirebbe di eliminare le clausole di salvaguardia nel 2017". Secondo la ricerca dell'Ufficio studi le clausole di salvaguardia si tradurrebbero in maggiori imposte per quasi 35 miliardi di euro.
Non avrà, invece, impatto negativo sulla fiducia l’allarme terrorismo. "Sulla base dei dati del passato non c'è un impatto degli attentati terroristici dal punto di vista macroeconomico". Lo afferma il direttore dell'ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella, che ha analizzato gli effetti sugli andamento del Pil e sulla fiducia di imprese e famiglie dell'attacco alle Torri gemelle e alla metropolitana di Londra. "L'Occidente dal punto di vista economico avrebbe gli anticorpi" per reagire al terrorismo senza "discontinuità negli andamenti macroeconomici", spiega Bella.