Estero

Condannato per blasfemia a dieci mesi di carcere il pianista Fazil Say

ISTANBUL, 15 APRILE 2013 - Ha calcato finora i palcoscenici di tutto il mondo, da Berlino a New York, da Tokyo a Israele, la sua fama di musicista internazionale lo precede in qualsiasi teatro o scrigno sinfonico, eppure Fazil Say, pianista di professione ha dovuto fare i conti con la legge per una sua “rappresentazione” non proprio armonica.

L’artista reo di aver “insultato i valori religiosi di una parte della popolazione”, stamani è stato dichiarato responsabile dal tribunale di Istanbul, infatti secondo l’accusa ha offeso i dettami della religione musulmana.[MORE]

Il maestro da sempre ateo e politicamente di sinistra, la scorsa primavera aveva postato dei tweet in cui prendeva in giro e punzecchiava l’imminente momento di preghiera di un fervente musulmano in una moschea della vecchia Constantinopoli : «Come mai tutta questa fretta? Una amante o il Raki? (un'acquavite turca aromatizzata all’anice)», e inoltre si era divertito nell’immaginare il paradiso islamico con i versi del poeta persiano Omar Khayyam.

E cosi i suoi messaggi cinguettanti avevano destato l’ira funesta di alcuni followers, molto probabilmente seguaci di Maometto, così denunciarlo.

Dieci i mesi di carcere, questa la punizione che tuttavia sconterà con la libertà condizionata, a patto che non ripeta il gesto “blasfemo” per i prossimi cinque anni.

Il “Mozart turco”, cosi definito dai tedeschi, da sempre proclamatosi innocente, ha a sua volta accusato i conservatori di centro-destra al governo, l'Akp, Partito per la Giustizia e lo Sviluppo, di aver manipolato l’intera faccenda.

Non presente in aula, al momento della sentenza ha poi commento l’intera vicenda sul suo profilo Facebook: «Sono molto triste per questa decisione del tribunale a nome del mio Paese. Si tratta di una delusione per me, in termini di libertà di espressione, che mi preoccupa».

Infatti il pianista non è il primo ad essere processato in Turchia per aver espresso il suo pensiero e ciò senza dubbio incute spavento nell'intera nazione per quanto riguarda la libertà d'opinione.

(fonte: www.huffingtonpost.it)

Rosalba Capasso