Economia
Concorso presidi: gruppo di docenti scrive a Mattarella “inquinato prove d’esame”
ROMA, 10 LUGLIO - "Egregio Presidente Sergio Mattarella, siamo una parte di quelle centinaia di aspiranti dirigenti scolastici che hanno denunciato pesanti illeciti e violazioni nell'espletamento delle prove per l'ultimo concorso e che per questo, a seguito dell'annullamento della procedura concorsuale ad opera del TAR, ora si trovano ad essere additati come responsabili di una frattura nella comunità scolastica che rischia di lacerare ogni intento di educazione alla cittadinanza e alla legalità che ci guida, tutti, ogni giorno nel nostro lavoro. Non è questo il nostro intento...". Inizia con queste parole una missiva inviata al capo dello Stato da un gruppo di docenti riuniti nel Comitato "Trasparenza è partecipazione", di cui è presidente Gabriella Migliaccio, che hanno partecipato al concorso per Dirigenti scolastici e non hanno superato la prova scritta.
"I torti, le connivenze, la corruzione, le opacità che abbiamo denunciato, hanno inquinato -scrivono- pesantemente non solo le prove d'esame, ma anche la fiducia in un sistema di valutazione meritocratica a cui tentiamo tutti i giorni di dare valore e orizzonti fra i banchi di scuola. Così non ci sono oggi vincitori e sconfitti, promossi e bocciati, ma una comunità di vinti che deve ritrovare speranza e forza di credere nel futuro. Per questo guardiamo a Lei, alla sua saggezza, al suo equilibrio, alla forza calma di uno stato giusto che quotidianamente ci dimostra, fiduciosi che seguirà lo svolgersi delle nostre vicende, fino alla soluzione che, ci auguriamo, riaffermi giustizia e trasparenza". "Dopo la sentenza del TAR del Lazio, che ha annullato la procedura concorsuale, e in attesa delle decisioni del Consiglio di Stato - spiega Migliaccio - abbiamo scritto al Presidente Mattarella, preoccupati per la campagna umiliante e diffamatoria nei nostri confronti che mira a sminuire le violazioni denunciate e l'indipendenza della magistratura che se ne occupa, sensibilizzando l'opinione pubblica contro la sentenza".(Ansa)