Cronaca
Concordia: la Cassazione conferma la condanna di Francesco Schettino
ROMA , 13 MAGGIO - Francesco Schettino si è presentato nel carcere di Rebibbia appena è venuto a conoscenza della sentenza della Cassazione che lo condannava definitivamente a sedici anni di reclusione, a causa del naufragio della Costa Concordia avvenuto davanti all'isola del Giglio la sera del 13 gennaio 2012 per la manovra di avvicinamento effettuata ad alta velocità. [MORE] A bordo c’erano 4.229, tra croceristi ed equipaggio: morirono 32 persone, mentre decine furono i feriti.
"Busso al carcere perché credo nella giustizia", ha detto Schettino ai suoi legali Donato Laino e Saverio Senese appena gli hanno comunicato il verdetto dei giudici. I suoi difensori hanno già annunciato un ricorso alla Corte di giustizia Ue. "Aspettiamo le motivazioni della Cassazione, ma ritengo che nel processo a Schettino ci siano state una serie di violazioni dei diritti di difesa e faremo ricorso a Strasburgo", ha annunciato Senese davanti alle telecamere sotto il 'Palazzaccio'. "Schettino si riconosce responsabile ma non colpevole perchè sulla Concordia c'era un team di comando, lui non era il solo responsabile, e la nave presentava molte deficienze", ha aggiunto Senese che nella sua arringa aveva chiesto l'azzeramento del processo d'appello per irregolarità nella formazione del collegio e aveva cavalcato la tesi del "complotto e sabotaggio" da parte degli ufficiali della Concordia. Sul fatto che le responsabilità del naufragio non sono solo dell'ex comandante e non tutte le colpe sono venute a galla, ha concordato l'avvocato Massimiliano Gabrielli, del comitato 'giustizia per la Concordia', che ha difeso alcune vittime e ha affermato: "Si è chiuso un capitolo importante di questa tragica vicenda: peccato che sia solo Schettino ad entrare in carcere".
Dall' Isola del Giglio, il sindaco Sergio Ortelli ha ricordato che per l'isola e i suoi abitanti, che sono stati sempre in prima linea e che hanno ospitato il cantiere marittimo per il recupero del relitto fino al 23 luglio 2014, quando è stato poi trasportato a Genova per la demolizione, "rimane l'amarezza per la strada ancora in salita per il riconoscimento dei danni subiti e delle somme anticipate durante l'emergenza: 568mila euro che Costa non ci vuole riconoscere". L'ex procuratore di Grosseto Francesco Verusio sostiene: "Questa sentenza dimostra che la procura di Grosseto ha lavorato bene, anche se alla fine mi dispiace umanamente". Nessun commento da parte di Gregorio De Falco, l'ufficiale della capitaneria di porto di Livorno che guidò i soccorsi e ordinò a Schettino di risalire a bordo in una telefonata conosciuta a livello mondiale.
Nella sua requisitoria il sostituto procuratore della Suprema Corte Francesco Salzano aveva chiesto la conferma della condanna di Schettino e il rinvio alla Corte di Appello di Firenze per inasprire la pena, in accoglimento del ricorso del Pg di Firenze che aveva chiesto la condanna a 27 anni. "E' stato un naufragio di tali immani proporzioni e connotato da gravissime negligenze e macroscopiche infrazioni delle procedure" che non è possibile concedere le attenuanti all'uomo che deliberatamente "non inviò il segnale di falla all'equipaggio per far scattare l'ammaina scialuppa e mettere subito in salvo i passeggeri", aveva sottolineato il Pg.
Fonte immagine il fatto quotidiano
Claudia Cavaliere