Cronaca
Concordia, interrogata Domnica: "Ho avuto una relazione con Schettino"
GROSSETO, 29 OTTOBRE 2013 - «Sì, ho avuto una storia sentimentale con il comandante. Ma dopo il naufragio non ci siamo più visti». Domnica Cemortan in tribunale a Grosseto ci ha messo dieci minuti prima di rispondere, ma ha infine ammesso il suo rapporto sentimentale con il comandante Schettino. Avendo ammesso che esisteva una relazione, la ballerina moldava non potrà testimoniare al processo circa il naufragio della Concordia.
Domnica salì sulla Costa Concordia a Civitavecchia il 13 gennaio 2012 senza biglietto e senza sapere se fosse stata registrata. «Quando sei l'amante di qualcuno non ti chiedono il biglietto», ha commentato la donna in moldavo. Inizialmente Domnica non voleva che la frase venisse tradotta in aula, ma l’interprete le ha spiegato di essere obbligato a tradurre tutte le sue parole.[MORE]
«Cenai in ristorante con lui – ha raccontato la donna - mangiavo un dessert col capitano». «Schettino mi ha fatto tipo scherzo dicendomi che gli ufficiali dovevano chiamarlo al telefono perché dovevano rallentare la nave perché io dovevo finire il dessert –ha proseguito Domnica-. Sull'avvicinamento al Giglio nulla mi disse, e del colloquio con gli ufficiali non mi riferì nulla, non ho mai saputo del tragitto che doveva seguire la nave, solo alla fine mi ha invitata sul ponte di comando con Ciro Onorato».
Sulla plancia «il capitano è andato prima di noi, poi io e Ciro Onorato ci siamo fermati all'ingresso, vicino alla porta. Tutto sembrava normale. Non ho visto niente perché era buio, a un certo punto silenzio e lui ha iniziato a dare comandi in termini marini, e ho sentito un ufficiale che era stato sbagliato l'ordine del comandante e il comandante l'ha brontolato ripetendo l'ordine. Dopo qualche minuto, è successo quello che è successo. Non ho sentito l'impatto, l'urto, ma ho visto le luci dell'allarme».
Domnica alla fine dell’udienza ha voluto sfogarsi: «Oggi sono morta per la seconda volta. Adesso basta, voglio cominciare una nuova vita. Ho dovuto raccontare delle cose che ho tenuto nascoste. Ho una figlia e sono due anni che non lavoro. La mia vita privata non conta» nel processo.
(Fonte: Corriere.it)
Paolo Massari