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GROSSETO, 26 GENNAIO 2015 - La Procura di Grosseto ha chiesto 26 anni e tre mesi per il comandante Francesco Schettino, imputato per il naufragio della Costa Concordia che il 13 gennaio 2012 causò 32 vittime. La richiesta è stata depositata dai pm Maria Navarro, Alessandro Leopizzi e Stefano Pizza che si sono occupati del disastro e, ritenuta «più che congrua» dal procuratore capo d’appello di Firenze Tindari Baglione, che oggi era presente in aula per «dare piena adesione alla linea della pubblica accusa». Baglione ha spiegato che la pena richiesta dai pm grossetani «è stata concordata con gli uffici della procura generale» e ha elogiato i tre sostituti che hanno seguito il caso, auspicando che, per inchieste per disastri di tale portata, alle procure impegnate nelle indagini venga affiancata una task force. [MORE]
Le accuse a Schettino
L’ex comandante, che oggi non era presente in aula, è accusato di omicidio e lesioni colpose, naufragio, false comunicazioni all’autorità marittime e abbandono nave. Per questi reati la Procura ha richiesto il massimo della pena, rispettivamente 14 anni, 9 anni e 3 mesi; mentre per il reato di abbandono della nave sono stati richiesti solo 3 anni.
I pm Alessandro Leopizzi e Stefano Pizza hanno impiegato tre giorni d’udienza per ricostruire tutte le responsabilità dell’ex comandante.
Leopizzi ha accusato Schettino di essere «un bugiardo» e ha parlato di false verità ricostruite con dichiarazioni discordanti fornite dallo stesso comandante durante tre anni d’interrogatori, d’interviste e di processo: «Nessuna delle 32 vittime ha perso la vita nell’impatto, ma nel caos, nei ritardi accumulati e nella mancata gestione dei soccorsi da parte di Schettino» .
Dal canto suo, il pm Stefano Pizza, dopo aver enumerato le colpe addossate all’imputato, ha concluso la sua requisitoria dicendo: «Dio abbia pietà di Schettino, perchè noi non possiamo averne alcuna. Le definizioni che si trovano in dottrina giuridica di “abile idiota” e “incauto ottimista” di colui che si sente bravo e invece provoca una situazione di pericolo e un danno e che somma all’ottimismo la sopravvalutazione delle proprie capacità, convivono benissimo in Schettino, quasi fosse bicefalo, tanto che per lui possiamo coniare il profilo dell’incauto idiota».
La Procura ha inoltre chiesto che Schettino torni subito in carcere in quanto esiste il pericolo di fuga. Il pm Maria Navarro, nella sua richiesta al tribunale, ha sottolineato che Schettino possiede una casa in Svizzera e che ha molte relazioni all’estero.
Sulla richiesta di tre mesi di arresto relativa alle contravvenzioni di omesse e false dichiarazioni all’autorità marittima, la procura ha invitato il tribunale a decidere. E’ stata inoltre richiesta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e quella dalla professione per 5 anni e 6 mesi. Il pm Maria Navarro in merito ha detto: «anche se Francesco Schettino è incensurato il giudizio non è positivo circa la capacità di delinquere». In più -ha aggiunto- «l’aver voluto fare un favore a un capo cameriere che gli aveva chiesto di passare vicino all’isola dove vivono la madre e la sorella e aver voluto fare una bravata per gli amici passando a pelo di scoglio al Giglio, ne fanno l’unico responsabile» del naufragio della Costa Concordia e delle conseguenze.
La difesa
L’avvocato difensore di Schettino, Donato Laino, si è detto sorpreso in merito alla richiesta di arresto: «Quasi l’ergastolo, manco Pacciani. Siamo rimasti tutti quanti sorpresi, anche se sulla pena avevamo delle avvisaglie. Ma il fatto che a distanza di tre anni si vada a chiedere l’arresto dopo che nel 2012 la Cassazione ha respinto la stessa richiesta degli stessi pm è la ciliegina sulla torta». Sul rischio di fuga ha poi aggiunto: «Il rischio di fuga è inesistente. Come è possibile che si ripropongano le stesse cose? Le esigenze sono identiche, e comunque il mio assistito venerdì scorso era qui in udienza ».
[foto: controradio.it]
Antonella Sica