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Con Valentina Pelliccia, l'amarezza della violenza e la dolcezza dello "Zucchero filato"
Roma, 15 marzo 2024 - Esiste ancora una narrativa sensibile? Nell’era della volgarità spazio per la sensibilità – fortunatamente – c’è ancora. E quando si parla di sensibilità, il più delle volte è meritatamente espressa al femminile.
È questo esattamente il caso di “Zucchero filato”, un suggestivo ed affascinante racconto in cui l’autrice, Valentina Pelliccia, racconta poeticamente la storia di Colette, dando vita ad una narrazione profonda ed emotivamente coinvolgente, in cui i sentimenti emergono senza tradirne minimamente la loro più intima essenza.
Pubblicato per i tipi di “Pagine”, questo libro affronta il tema della violenza sessuale sconfiggendo quell’indifferenza – purtroppo - frequente che attorno a questo argomento viene troppo spesso registrata.
Invece per Valentina e, naturalmente, per Colette, protagonista molto ben caratterizzata di “Zucchero filato”, dall’incubo lancinante che vivrà con l’orco di turno, una via d’uscita c’è ed è quella dignità dell’amore e della forza del sostegno che riceverà da un uomo vero, il suo.
In quella che abbiamo definito all’inizio come era della volgarità, questo racconto ci fa comprendere che dal grido disperato di una donna violata, possono rinascere valori e sensibilità a cui, purtroppo, oggi non tutti però fanno attenzione.
Ma questo non è il caso di Valentina Pelliccia e della protagonista del suo coinvolgente racconto, Colette.
Maurizio Lozzi