Con il lancio di Vega il made in Italy è (di nuovo) in orbita

Luca Tiriolo
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 Il nuovo razzo dell’ESA (l’agenzia spaziale europea) è stato lanciato lunedì scorso dal centro di comando “Jupiter” di Kourou nella Guyana francese. I motori a propellente solido concepiti e realizzati nello stabilimento della Avio a Colleferro, in provincia di Roma funzionano perfettamente e sono riusciti a portare in orbita nove satelliti continuando la tradizioni di grandi razzi come Soyuz e Ariane. Fra questi satellite vi è anche lo stupefacente LARes.
Nel volo inaugurale è stata raggiunta un’orbita distante 1450 chilometri dal suolo. Qui Vega ha rilasciato il suo prezioso e tecnologico carico: il satellite LARes (Laser relativity satellite) progettato interamente in laboratori italiani. Durante la discesa, a 1150 chilometri di altezza Vega ha espulso il secondo gioiello italiano ovvero il satellite ALMASat_1, progettato dall’Università di Bologna. Contemporaneamente sono stati espulsi altre sette satelliti (cubetti da 10 centimetri di lato) ideati da altrettanti atenei. Questi ultimi 8 satelliti, di piccole dimensioni rispetto al primo, hanno prodotto una serie di immagini e dati che sono stati fondamentali per capire la dinamica del volo di qualifica di Vega.[MORE]
“È stata la prima volta” come riportato dal sito dal comunicato dell’ASI che “con un volo di qualifica partono anche missione scientifiche di un certo 'peso'” . Lo stesso presidente dell’agenzia, Enrico Saggese, ha commentato ribadendo: “Questo lancio realizza le aspettative e i sogni degli ultimi 50 anni, grazie al lavoro di chi ha creduto ad un grande progetto. Voglio qui ricordare – ha concluso Saggese - almeno tre nomi: Luigi Broglio, Carlo Buongiorno e Stefano Rodotà”.
LAReS è una sfera di tungsteno con 92 specchi riflettenti raggi laser: esso nasce come l’evoluzione dei satelliti LAGEOS I e II ed ha come importante obiettivo, quello di allargare i nostri orizzonti nel campo della Relatività Generale di Albert Einstein, migliorando le misure effettuate dai suoi predecessori di circa un ordine di grandezza: questa teoria su cui si basa gran parte della nostra comprensione dell’Universo e, pur avendo avuto già diverse conferme sperimentali, continua ad essere continuamente messa alla prova dagli scienziati. I due filoni in cui si concentrano attualmente gli sforzi sono la rivelazione delle onde gravitazionali e la misura sempre più accurata dell’effetto Lense-Thirring. L’effetto Lense-Thirring descrive la distorsione dello spazio-tempo causata dalla rotazione di un corpo dotato di massa ed è stato misurato con una precisione del 10% attraverso la valutazione della variazione dell’orbita dei satelliti italo-americani LAGEOS e LAGEOS 2, misurata per mezzo del laser ranging.

Nonostante il rilevante rischio statistico di fallimento il volo di VEGA e la prova del il meccanismo di separazione del LARES hanno funzionato alla perfezione, i parametri orbitali del LAres in orbita corrispondono con grandissima precisione a quelli previsti prima del lancio; molto probabilmente strumenti già ben sperimentati avrebbero forniti errori più grandi nel posizionamento.

Nel video è riportato il lancio di Vega

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Scritto da Luca Tiriolo

Giornalista di InfoOggi

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