Politica

Compravendita senatori, Romano Prodi ascoltato in aula

 NAPOLI-16 LUGLIO 2014- A Palazzo di Giustizia è di scena il processo che vede imputati Walter Lavitola con Silvio Berlusconi imputati per corruzione per aver versato denaro all’ex senatore Sergio De Gregorio per votare contro il governo Prodi bis, per quella che è chiamata la compravendita di senatori che avrebbero fatto cadere il governo Prodi bis nel 2008. [MORE]

Proprio l’ex leader del centro sinistra. Che alle tornate politiche sconfisse 2 volte Berlusconi, p stato ascoltato in aula in una seduta del processo. Nella sua testimonianza, Prodi ha affermato che le chiacchiere sulle manovre per far cambiare casacca a diversi senatori erano quotidiane, ma di concreto non ha mai ricevuto informazioni specifiche. Altrimenti, come affermato dallo stesso, sarebbe ancora presidente del consiglio. C'erano "chiacchiere quotidiane", durante la legislatura 2006/2008, sulle manovre per far passare parlamentari per passare dal centrosinistra al centrodestra.
A sostenere l’interrogatorio erano i pm Vincenzo Piscitelli e Fabrizio Vanorio che, con il pm Henry John Woodcok, hanno il fascicolo dell’inchiesta. A difesa di Berlusconi, gli avvocati Niccolò Ghedini e Michele Cerabona.
Nella sua deposizione, l’ex premier ha letto la lettera che De Gregorio gli scrisse nel giugno 2013, con la quale gli chiedeva scusa per essere stato corrotto da Berlusconi. È il famoso passaggio di De Gregorio dall’IDV, partito in cui era stato eletto, al PDL. Continuando nella sua deposizione, Prodi ha ribadito il suo stupore e che, se fosse stato informato per tempo, sarebbe intervenuto perché mantenere in piedi il suo governo.
quindi Prodi ha ripercorso l’excursus politico del suo esecutivo, nato con una maggioranza striminzita che lo faceva vacillare al minimo refolo di vento. Dopo la Legge finanziaria di dicembre, si era in una fase di relativa tranquillità.
Prodi ha risposto anche alle domande della difesa di Lavitola sulle richieste dell’allora senatore Pallaro per il voto della Finanziaria. Anche la difesa di Berlusconi ha interrogato il teste. Ghedini infatti ha chiesto a Prodi delle posizioni delle minoranze altoatesine e dell’UDEUR di Clemente Mastella, guardasigilli del Prodi Bis. Alla difesa di Lavitola, Prodi ha risposto che non trattava voti e non sapeva delle trattative parlamentari. Alla difesa dell’ex leader del centrodestra, Prodi ha risposto che l'appoggio a qualsiasi governo si basa su un rapporto politico. Per questo gli Altoatesini, tradizionalmente di destra, avevano fiducia in Prodi e portavano avanti le richieste per il proprio territorio.
Infine il quasi presidente della Repubblica ha escluso un suo intervento con il capo del consiglio di sicurezza dell’Iran per rilasciare due militari israeliani in ostaggio di Hezbollah. Per quell’operazione, De Gregorio ha sostenuto di essersi speso insieme all’ex capo dei Servizi Segreti Militari Niccolò Pollari.

Giovanni Dimita