Cronaca

Comprare balene per salvarle

MILANO, 13 GENNAIO 2012 – Per salvare le balene è necessario comprarle. È la proposta lanciata da tre scienziati su Nature che propongono un approccio di mercato per proteggere i cetacei decimati dalla caccia. Si dovrebbe stabilire un prezzo per ogni balena, e permettere agli ambientalisti e ai cacciatori di fare un’offerta per salvarla o ucciderla.[MORE]

In genere, ogni anno, le organizzazioni impegnate nella tutela delle balene (Greenpeace, Sea Shepherd, Wwf) spendono circa 25 milioni di dollari per contrastare la mattanza. Nonostante questo, negli ultimi tre anni, sono state uccise quasi 2 mila balene da Giappone, Islanda, Norvegia e da gruppi indigeni in Danimarca, Russia e Stati uniti.

Da qui la nascita dell’idea dei tre scienziati, un economista e due biologi marini. <<La nostra proposta è quella di lanciare un percorso alternativo che potrebbe far uscire dallo stallo: quote che possono essere comprate e vendute, creando un mercato economicamente, ecologicamente e socialmente sostenibile per cacciatori di balene e balene>>.

I tre calcolano che il profitto dei balenieri si aggiri da un minimo di 13 mila dollari a un massimo di 85 mila dollari per ogni balena. <<Cifre che sono alla portata dei gruppi che si adoperano per la salvaguardia delle balene>>. La Sea Shepherd, per esempio, stima che grazie alla campagna del 2008, dai costi multimilionari, siano riusciti a salvare 350 balenottere nelle acque antartiche; balene che si sarebbero potute salvare per soli 4 milioni di dollari se “comprate al mercato”.

Potrebbe esserci, però, il rovescio della medaglia. Secondo alcuni ambientalisti, attraverso l’attuazione di questa proposta si renderebbe legale la caccia alle balene. L’attivista di Greenpeace Phil Kline spiega, che così facendo, sarà impossibile distinguere tra caccia legale e illegale. Inoltre, si potrebbe arrivare a due casi ben distinti. In un caso, con tutte le quote in mano agli ambientalisti, i mammiferi marini sarebbero salvi; ma nell’altro caso i balenieri potrebbero acquistare tutte o la maggior parte delle balene e in questo caso i cetacei verrebbero cacciati fino alla soglia di sostenibilità stabilita.

Gaia Seregni

(fonte foto: nationalgeographic.it)