Cronaca

Comiso, morire di tagli alla sanità

COMISO (RAGUSA), 8 NOVEMBRE 2011 - Biagio Savarese, 71 anni, muore dopo essere finito con il motorino addosso ad una Mercedes ed aver atteso – a pochi metri dall'ospedale Regina Margherita – l'arrivo dell'ambulanza. Quella stessa ambulanza che invece di fare quei pochi metri arriva da Acate e lo trasporta invece a Vittoria, poco meno di venti chilometri in tutto.[MORE]

Perché un tragitto simile? Perché la centrale di Catania ha da qualche giorno tagliato il servizio 118 a Comiso e a Scicli, e quindi Savarese ha dovuto attendere mezz'ora un ambulanza che poteva percorrere invece pochi metri, se solo quel servizio fosse stato ancora attivo. «Le prime cure sono arrivate dopo quasi un'ora» dice il sindaco Giuseppe Alfano.
Del caso, naturalmente, si sta occupando anche la Commissione parlamentare sugli errori sanitari (ne avevamo parlato appena tre giorni fa).

«Non ci sono stati né ritardi né inadempienze del 118 nei due casi di presunta malasanità segnalati in questi giorni da alcuni organi di informazione» – afferma l'assessore regionale per la Salute, Massimo Russo. «Tuttavia ho già disposto l'acquisizione di tutta la documentazione relativa ai due casi per verificare l'esistenza di eventuali altre responsabilità cliniche». L'altro caso a cui fa riferimento l'assessore è quello del bambino morto nel reparto di terapia intensiva neonatale del policlinico di Messina, per cui sono attualmente iscritti nel registro degli indagati cinque medici del reparto di Ostetricia dell'ospedale Papardo.
Per l'assessore e per Dino Alagna, responsabile del servizio programmazione dell'emergenza dell'assessorato, però, sia le linee guida regionali che i protocolli operativi delle centrali sono stati rispettati. «Nel caso del bambino messinese il trasporto, peraltro effettuato non dal servizio del 118 ma dalle ambulanze dell'azienda ospedaliera “Papardo-Piemonte”, è stato effettuato senza alcun tempo di attesa dal momento che l'ambulanza – dotata delle necessarie attrezzature – si trovava già sul posto. Nel caso del paziente di Comiso l'ambulanza del 118, proveniente da Acate poiché quella di stanza a Comiso era impegnata in un contemporaneo servizio, è giunta sul posto a distanza di soli 17 minuti dalla chiamata e non dopo mezz'ora come denunciato». L'assessore ha peraltro smentito che a Comiso sia stato soppresso il servizio di emergenza del 118, annunciando al contrario azioni di potenziamento già programmate.

Comiso chiama, Palermo risponde? «Il direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale 7 Ettore Gilotta mi ha annunciato la chiusura del pronto soccorso di Comiso nel corso di un incontro che ho avuto ha Ragusa», ha però annunciato nei giorni scorsi il sindaco Alfano. Il motivo della chiusura – evidenziata anche dalla circolare della centrale operativa catanese dello scorso 27 ottobre, ripresa anche da Giuseppe Digiacomo del Partito Democratico (http://www.giuseppedigiacomo.it/) - sarebbe l'adempimento al piano regionale di riorganizzazione della Sanità imposto proprio dall'assessore Russo. Insomma: mancano i soldi per tenere aperto il 118. Secondo lo stesso direttore generale dell'Asp, dunque, se a Comiso mancano le ambulanze i conti vanno fatti a Palermo, Palazzo d'Orleans per la precisione, dove la giunta Lombardo ha deciso di economizzare e migliorare il servizio attraverso i tagli.
Una politica, questa, che però incontra sostenitori in tutta Italia, dalla Sicilia alla Lombardia passando per il Lazio - come dimostrò la trasmissione Presa Diretta già lo scorso febbraio - e che sta portando in questi anni a «12 miliardi in meno per la sanità dal 2010 al 2014, 1 miliardo in meno per l'edilizia sanitaria, 10 euro di superticket, 17mila medici in meno entro il 2015, risorse per la formazione al 50% e dimezzamento degli 8mila medici precari, 20mila euro in meno per il blocco del contratto e della retribuzione, contributo di solidarietà forzoso oltre i 90mila euro solo per i medici pubblici, TFR dopo due anni e poi diluito in tre, rottamazione per chi ha 40 anni di contributi, trasferimenti obblicatori, possibilità di perdita dell'incarico e del livello stipendiale anche se con valutazione positiva, stipendi più bassi rispetto ai colleghi francesi, tedeschi e inglesi», come dicono alla Fp-Cgil Medici e Dirigenti, che in questi giorni sta lanciando una campagna-web «a difesa del servizio pubblico e della professionalità di medici e dirigenti» nonché dell'articolo 32 della carta costituzionale


Andrea Intonti