Parola e Fede
Come parlare ai cuori
Come parlare ai cuori? Oggi risponde alla domanda di Filomena il sacerdote Giuseppe Deodato, teologo e docente in Roma.
R. Carissima Filomena, scrivi assai bene. Cristo parlava e parla ai cuori. Le sue modalità di parlare ai cuori però sono molteplici. Alcune sono uniche. Mi spiego. In quanto Verbo eterno del Padre, Mediatore unico della creazione, come ricorda il prologo di Giovanni (tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste, 1,3), egli parla ai cuori dal di dentro, dal più profondo delle loro fibre, per il fatto che lui di quelle fibre, di quel cuore, di quella mente, di quella carne è il Creatore. Se solo noi cristiani credessimo che vi è una voce interna all’uomo, ad ogni uomo, che già parla di Cristo al cuore e lo spinge a lui, non saremmo così timorosi nella missione. In virtù di questa conoscenza, da Creatore a creatura, si possono applicare a Cristo le parole di un Salmo: [MORE]
Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo, intendi da lontano i miei pensieri, osservi il mio cammino e il mio riposo, ti sono note tutte le mie vie. La mia parola non è ancora sulla lingua ed ecco, Signore, già la conosci tutta. Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano. Meravigliosa per me la tua conoscenza, troppo alta, per me inaccessibile. Dove andare lontano dal tuo spirito? Dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei; se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell'aurora per abitare all'estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra. Se dico: "Almeno le tenebre mi avvolgano e la luce intorno a me sia notte", nemmeno le tenebre per te sono tenebre e la notte è luminosa come il giorno; per te le tenebre sono come luce. (cf. Sal 139,1-18).
E tuttavia Cristo ha un’altra potentissima e infallibile via di accesso ai cuori sia per conoscerne le profondità, sia per conoscerne le disposizioni, sia per conoscerne i pensieri più reconditi, sia per scorgerne le fessure attraverso cui fare breccia in essi, come avvenne per la Samaritana al Pozzo di Giacobbe (cf. Gv 4). È lo Spirito Santo il segreto che permette a Gesù di parlare ai cuori, ma anche di tacere, quando parlare sarebbe inutile. Cristo conosce i cuori infallibilmente e perennemente nello Spirito Santo. Allo Spirito Santo che su Gesù si è posato in pienezza il giorno del suo battesimo possiamo applicare le parole del libro della Sapienza:
Ho conosciuto tutte le cose nascoste e quelle manifeste, perché mi ha istruito la sapienza, artefice di tutte le cose. In lei c'è uno spirito intelligente, santo, unico, molteplice, sottile, agile, penetrante, senza macchia, schietto, inoffensivo, amante del bene, pronto, libero, benefico, amico dell'uomo, stabile, sicuro, tranquillo, che può tutto e tutto controlla, che penetra attraverso tutti gli spiriti intelligenti, puri, anche i più sottili. La sapienza è più veloce di qualsiasi movimento, per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa. È effluvio della potenza di Dio, emanazione genuina della gloria dell'Onnipotente; per questo nulla di contaminato penetra in essa (Sap 7,22-25).
In Cristo Gesù l’azione dello Spirito Santo è potente perché la sua offerta al Padre è totale. Grazie alla perfetta comunione nello Spirito Santo Cristo e il Padre sono una sola volontà e una sola opera. Il Padre mostra a Cristo le opere da fare, fa udire le parole da dire, ispira il pensiero che è secondo il suo cuore; e Cristo, nello Spirito Santo, vede, ascolta, comprende, vive, parla, tace, va, resta, si manifesta, si nasconde, usa la parabola, parla in modo diretto, usa un tono forte, amabilmente corregge. È questa comunione che rende Cristo capace di parlare ai cuori.
Se non acquisiremo la stessa comunione di Cristo con il Padre e lo Spirito Santo, sarà impossibile per noi poter parlare ai cuori dei nostri fratelli. Anche perché talvolta non serviranno a loro parole, ma un semplice gesto. Come fu sufficiente alla Vergine Maria, che di Spirito Santo era ripiena, rivolgere ad Elisabetta un solo saluto per aprire quella donna alla pienezza del suo mistero. Urge anche a noi possedere in pienezza lo Spirito Santo. Ma per possederlo forte, vivo, efficace, ciascuno di noi deve dimorare nella Parola, la Parola amare conoscere, vivere, annunziare. Più saremo obbedienti alla Parola, più lo Spirito Santo potrà agire in noi e per noi, e conquistare i cuori ed attrarli a Cristo ed alla Chiesa, perché anch’essi si lascino rigenerare dallo Spirito che vive e dimora nella Chiesa.
Don Giuseppe Deodato
Teologo e Docente in Roma
Si ricorda che ognuno può porre i propri dubbi, i propri interrogativi scrivendo al seguente indirizzo di posta elettronica parolaefede@infooggi.it . Si cercherà di fornire a tutti una risposta.
(Fonte Foto: immagini.4ever.eu)