Estero

Colpo di Stato in Sudan

KARTHOUM, 12 Aprile - Un golpe a tutti gli effetti, si è verificato a Khartoum, capitale del Sudan, l'esercito militare,  dopo sei giorni di proteste da parte di migliaia di persone, ha assediato il palazzo presidenziale di Omar al Bashir costringendolo alle immediate dimissioni. Dall'emittente radiofonica Al Arabya, continuano ad arrivare indiscrezioni, sembrerebbe che oltre alle dimissioni di Bashir, al potere da circa 30 anni, lo stesso esercito abbia  instaurato un Governo di transizione guidato dal vice Presidente Awad Ibn. Le proteste cittadine sono iniziate a farsi più aspre dal dicembre scorso, donne e uomini costretti a fare interminabili file per avere viveri, soldi e beni di prima necessità, da lì il Governo autoritario, instaurarsi dal 1990, dall'ormai settantacinquenne Bashir, ha cominciato a traballare, i sudditi hanno alzato la testa e non si sono più placati nell'urlare i propri diritti, protetti e spalleggiati dall'armata militare.

 Gli altri esponenti del governo sudanese sono stati arrestati,  in questo momento la capitale è sotto assedio, sembrerebbe infatti che i veicoli militari abbiano messo sotto scacco i punti nevralgici del centro, come le strade principali e i ponti, anche l'aeroporto Internazionale sarebbe stato chiuso. " Chiediamo al nostro popolo di tutta la capitale e della regione circostante di recarsi immediatamente nell'area del sit-in e di non andarsene da lì fino alla nostra prossima comunicazione", ha detto l'Associazione dei professionisti sudanesi (Sudan Professionist Association) che ha organizzato le proteste. Intanto la gente in strada canta: " Bashir è caduto, ce l'abbiamo fatta". 

Il generale Omar Zinelabidine, membro del Consiglio militare di transizione, durante la conferenza stampa, tenutasi a Karthoum in queste ore e trasmessa sulle reti televisive, ha dichiarato che il governo che si formerà, sarà un governo civile: " Noi intendiamo dialogare con le entità politiche al fine di preparare l'ambiente agli scambi e alla realizzazione delle nostre aspirazioni".

Laura Fantini

fonte immagine Internazionale.it