Colpo di scena, Carlo Buccirosso conquista il teatro Comunale di Catanzaro
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Catanzaro, 12 Gennaio - Alto gradimento, giovedì sera, del numeroso pubblico del Teatro Comunale di Catanzaro per la nuova commedia scritta, diretta e interpretata da Carlo Buccirosso. La neve era alle porte della città, ma ci ha pensato l'artista partenopeo, nei panni del vice questore Eduardo Piscitelli, a riscaldare la sala con una scrittura che ha piacevolmente sorpreso i suoi ammiratori. Un accattivante thriller con colpo di scena finale in cui Carlo riesce magicamente a fondere gli eventi drammatici con una giusta dose di sana comicità. Una storia in cui c'è tutta la sua rabbia verso quelle scelte contraddittorie dello 'Stato', che dà le scorte ai politici e lascia i normali cittadini indifesi. Che contrasta in maniera insufficiente il drammatico aumento dei casi di omicidi, stupri, violenze sulle donne e bambini, e tante altre forme di criminalità. Che non è capace di garantire la certezza della pena. Che è nemico del cittadino con un fisco ingiusto o con il finto lancio dell'allarme per i giochi d'azzardo ma, in realtà, continua ad incassare somme notevoli da questo settore. Traspare anche una diversa visione sulle modalità di gestione dell'immigrazione, 'Stai attenta che chiamo a Salvini'. Al centro della narrazione c'è la famiglia, quella reale, custode di tanto amore, ma anche di importanti conflitti. Con una delicata ironia riesce a far riflettere anche su una delle piaghe della nostra società oggi, il morbo di Alzheimer, che colpisce sempre più anziani, mettendo in grave difficoltà le famiglie.
"In un classico commissariato di provincia, il vice questore Armando Piscitelli, conduce da sempre il proprio lavoro nel rispetto del più integerrimo rigore, con la consapevolezza di svolgere le mansioni di garante dell’ordine pubblico e difesa della sicurezza del cittadino con la tenacia e la fede di un missionario. Nel suo ufficio si barcamenano una serie di fidi scudieri nel tentativo di debellare “le barbarie di tutti i santi giorni”…dall’inossidabile tartassato ispettore Murolo, ai giovani agenti rampanti Varriale, Di Nardo e Farina, all’esperta rassicurante sovrintendente Signorelli…una sorta di cavalieri della tavola rotonda, attorno alla quale si aggirano le insidie quotidiane della delinquenza spicciola, lontana sì dagli echi mortali del terrorismo mondiale, ma angosciosamente vicina al respiro del singolo cittadino, a difesa del quale il vice questore si vedrà costretto all’inevitabile sacrificio di un capro espiatorio a lui tristemente noto, tale Michele Donnarumma, vittima predestinata, agnello feroce dall’aspetto inquietante, che sconvolgerà la salda religione di Piscitelli, come il più spietato e barbaro dei saraceni! Solo allora, il paladino Armando per la prima volta nella sua vita, cercherà conforto nel tepore degli affetti familiari, trovando così rifugio tra le mura sicure della propria casa di montagna, dove ad attenderlo con ansia ci saranno suo padre Marcello, ex colonnello dell’esercito affetto da Alzheimer, Gina la sua bisbetica badante rumena, e la suadente professoressa Cuccurullo, che con stravagante follia, degna della più classica struttura psichiatrica, contribuiranno a far vacillare definitivamente le sicurezze ed i sacri comandamenti di Piscitelli! E come nella più classica e scontata sceneggiatura di una trama thriller, neppure il tepore di un sicuro nascondiglio di montagna potrà sottrarre lo spettatore, ed il povero vice questore, dal più classico, ma “si spera” imprevedibile, colpo di scena finale".
Grande interpretazione di Carlo Buccirosso, il vice questore Piscitelli, che impone la sua presenza e il suo ritmo. Vero mattatore dell'opera.
Importante è la presenza scenica di Gino Monteleone, nei panni del papà del vice questore, l'ex colonnello Marcello, affetto dal morbo di Alzheimer. E' merito suo se riesce a sensibilizzare lo spettatore verso questa malattia con una delicata ironia.
La parte del duro, l'incallito delinquente Michele Donnarumma, tocca a Gennaro Silvestro. Sarà protagonista del colpo di scena finale.
Fiorella Zullo è la suadente professoressa Cuccurullo, vittima, ma non troppo, di un tentativo di violenza del Donnarumma.
Peppe Miale è il tartassato ispettore Murolo. Il vice questore aveva cercato un cecchino ed invece si è ritrovato un lecchino.
Monica Assante di Tatisso è l'efficiente sovrintendente Signorelli, innamorata da sempre del vice questore che non intende ricambiare per nessun motivo.
Molto bravi Giordano Bassetti, Matteo Tugnoli, e Roberta Gesuè nel ruolo degli agenti di polizia. Un'improbabile squadra speciale.
Sorprendente Elvira Zingone, bravissima nell'interpretare la badante rumena del colonnello Marcello. Piscitelli le chiede di informarlo su ogni movimento che il padre compie. Il suo rifiuto di fare la spia desta sospetti. Alla fine dimostrerà quanto vuole bene al colonnello e a suo figlio in una scena drammatica di grande spessore.
Menzione speciale va alla scenografia. In pochi secondi si riesce a trasformare un commissariato di polizia in un accogliente tinello di una casa di montagna. Stupefacente la scena in cui un Suv, guidato dal Donnarumma, distrugge una vetrata ed irrompe nel tinello.
Grande successo per questo quarto evento della rassegna 'Vacantiandu' che si conferma di notevole spessore. Grande merito a Diego Ruiz, Nico Morelli e Walter Vasta.
Saverio Fontana