Cronaca

Colpo alla 'ndrangheta: 117 arresti in Emilia, 46 fermi in altre regioni

BOLOGNA, 28 GENNAIO 2015 – Dall’Emilia alla Lombardia, fino al Piemonte, al Veneto e alla Sicilia. L’indagine è stata condotta dalla procura distrettuale di Bologna in collaborazione con le procure di Catanzaro e Brescia. 117 provvedimenti di custodia cautelare emessi solo in Emilia, 46 emessi nelle altre regioni già citate. [MORE]

“L’Emilia Romagna è nella mani della ‘ndrangheta”. Inizia così la conferenza stampa delle ore 10:45 alla procura di Bologna. La maxi operazione denominata "aemilia" sta interessando in queste ore, soggetti ritenuti responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, porto e detenzione illegali di armi da fuoco, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, emissione di fatture false. Al centro dell’operazione c’è il clan dei Grande Aracri di Cutro, nel crotonese, operazione in cui è documentata da tempo l'infiltrazione nel territorio emiliano, soprattutto nella zona di Brescello dove vivono esponenti di spicco della cosca calabrese. Diversi reati sono avvenuti all’estero Austria, Germania e San Marino. Chiesto un sequestro beni che ammonta a circa cento milioni di euro.

Tra le persone arrestate, ci sono diversi imprenditori che lavorano con ditte che si occupano di costruzioni e movimento terra, alcuni dei quali hanno vinto gli appalti milionari della ricostruzione post terremoto del 2012. Tra i nomi degli arrestati spicca anche quello di Giuseppe Pagliani (Forza Italia), consigliere comunale di Reggio Emilia. Ci sono anche Ernesto e Domenico Grande Aracri, i fratelli del boss già detenuto Nicolino Grande Aracri, detto "Mano di gomma". In manette anche un giornalista assieme a sei "talpe", che informavano i Grande Aracri. Si tratta di tre ex carabinieri in congedo e tre poliziotti. Nell’operazione sono impegnati migliaia di militari. In corso alla procura di Bologna, proprio in queste ore, la conferenza stampa del procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti e del procuratore capo di Bologna Roberto Alfonso.

Giovanni Cristiano