Colosseo chiuso, i sindacati: "Possibile sciopero a ottobre"
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ROMA, 19 SETTEMBRE 2015 – Non si placano le polemiche sorte in seguito alla chiusura, per la mattinata di ieri, del Colosseo. All’anfiteatro erano stati messi in sigilli a causa di un’assemblea sindacale del personale di custodia che ha interessato, tra l’altro, anche il Foro Romano, le Terme di Diocleziano e il sito di Ostia Antica.
Meloni, "Possibile sciopero a ottobre"
Oggi, dopo la normale riapertura del Colosseo e l’attuazione lampo di un decreto che mette sullo stesso piano musei e luoghi di cultura ai servizi pubblici, arriva la notizia della concessione dei fondi per pagare i salari accessori di tutti lavoratori del Mibact.
“Ieri, in singolare coincidenza con l'assemblea sindacale in alcuni siti, è arrivato lo sblocco dei fondi per pagare i salari accessori di tutti lavoratori del Mibact, per il 2014 e per il 2015. Evidentemente la mobilitazione è servita, a prescindere da quanto accaduto al Colosseo”, ha dichiarato Claudio Meloni, coordinatore Cgil per Micbat, aggiungendo che “dopo lo sblocco dei fondi, i lavoratori potrebbero vedere i soldi in busta paga presumibilmente tra un paio di mesi”. [MORE]
Ma Meloni avverte che i recenti progressi potrebbero non essere sufficienti: “Lo sblocco dei fondi per i salari accessori non spegne la mobilitazione perché la vertenza nazionale verte anche sulla richiesta di un piano occupazionale straordinario e sulle riforme che stanno generando caos organizzativo. Resta forte la possibilità dello sciopero che, se la situazione non si sblocca, potrebbe essere a ottobre
In particolare, uno degli aspetti più controversi dell’intera vicenda riguarda proprio il decreto attuato ieri, il cui contenuto resta, per il momento, segreto. “Il decreto che ancora nessuno ha letto, in base alle dichiarazioni fatte dal ministro Franceschini e dal premier Renzi, va ad incidere in maniera rilevante sul diritto di sciopero”, ha spiegato Meloni. I beni culturali erano già inseriti nei servizi pubblici essenziali: immaginiamo che abbiano esteso la previsione di legge anche sulla fruizione dei beni e non solo sulla loro sicurezza. In sostanza gli scioperi andrebbero fatti facendo rimanere i siti aperti, prevedendo una sorta di precettazione”.
Secondo il coordinatore di Micabat, però, risulta difficile pensare che un decreto del genere sia stato messo in piedi nello spazio di “due ore”. Per Matteo Renzi, al contrario, questo provvedimento dovrebbe rendere più gestibili situazioni simili nel futuro. Dopo aver sottolineato a più riprese che “certe scene non potranno più accadere”, il premier ha dichiarato che “alcuni sindacalisti pensano ancora di poter prendere in ostaggio la cultura e la bellezza dell' Italia. Non hanno capito che la musica è cambiata. Non gliela daremo vinta, mai. E il dl lo dimostra in modo inequivocabile”.
Le polemiche
Intanto, continua il bilancio della giornata di ieri: tra file di turisti confusi e guide turistiche colte di sorpresa, sono molte le riflessioni che arrivano da diversi fronti. Per cominciare, il Ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini, ha spiegato che “proprio nel momento in cui la tutela e la valorizzazione dei beni culturali sono tornate dopo anni al centro dell'azione di governo, proprio mentre i dati del turismo sono tornati straordinariamente positivi, proprio mentre Expo e Giubileo portano ancora di più l'attenzione del mondo sull'Italia, proprio mentre io sono come ministro impegnato nelle discussioni preparatorie per la legge di stabilità a cercare di portare più risorse per la cultura e per il personale del ministero, una nuova assemblea sindacale, questa volta al Colosseo, ha fatto restare i turisti in fila davanti agli occhi di tutto il mondo”. E ha concluso: "si tratta di un danno enorme per l'Italia”.
Anche secondo Franceschini, l'attuazione del decreto è quanto mai provvidenziale: "Le chiusure creano solo disagi a cittadini e turisti e un danno enorme all’immagine del Paese. Servono regole nuove. Nella legge 146 sugli scioperi c’è già il riferimento alla tutela dei beni storico-artistici, ma non prevede l’altro punto chiave, cioè la garanzia dell’apertura del bene. Mettere ora musei e luoghi della cultura sullo stesso piano di scuole, treni, ospedali è un passaggio logico", ha spiegato.
A Franceschini si aggiunge anche Ignazio Marino, il sindaco di Roma, che ha parlato di un “danno di immagine planetario”, ricordando i turisti colti di sorpresa che hanno dovuto rinunciare alla visita del Colosseo. “Il diritto allo sciopero deve essere garantito ma anche il diritto di un turista di poter visitare uno dei capolavori più grandi del Paese”, ha concluso.
Sara Svolacchia
(foto:corriereuniv.it)