Coldiretti Calabria: sussidiarietà e buone politiche
Politica Calabria

Coldiretti Calabria: sussidiarietà e buone politiche

sabato 26 maggio, 2012

Documento di sintesi per il sig. Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali dr. Mario Catania in occasione del sua visita in Calabria
Lamezia Terme (Cz) 26 maggio 2012 - Questo documento rappresenta una sintesi tesa a rafforzare il sistema agricolo ed agroalimentare calabrese. Un primo impatto, da Ministro della Repubblica, con la realtà calabrese, è stata la vicenda degli agrumi della Piana di Rosarno – Gioia Tauro.

Infatti, e La ringraziamo, comprendendo le ragioni sociali ed economiche alla base della mobilitazione della Coldiretti Calabria, ha promosso un incontro con i dirigenti della multinazionale Coca-Cola. Adesso è necessario essere ancora più rigorosi soppesando le iniziative in atto. Quelli che di seguito brevemente illustriamo, sono alcuni punti che possono contribuire a consolidare la competitività. In un momento di grave crisi economica sono necessarie politiche a “presa rapida” che stimolino e aiutino il rilancio dell’economia. [MORE]

È vitale che la crisi economica non blocchi la capacità di innovazione delle imprese agricole ed agroalimentari, rendendole ancora più deboli di fronte alla competizione internazionale. Tra l’altro molte aziende hanno avviato investimenti in particolar modo con le risorse del PSR 2007-2013. Il ridimensionamento, anche economico, di alcune politiche genera incertezza e crea significativi problemi alle aziende, che hanno l’esigenza di operare in contesti normativi stabili e con certezza delle regole. Quelle che sottoponiamo sono politiche e scelte nel solco di tagliare tutte le forme di assistenzialismo: una scelta che Coldiretti Calabria ha fatto e consolidato da tempo con un impegno sulla legalità, la trasparenza ed il rispetto delle regole, contro la contraffazione e il furto di valore e di identità per la Calabria e la sua economia. L’impegno portato avanti va anche nella direzione di creare una cornice favorevole al progetto economico e sociale della Filiera Agricola tutta Italiana che, in Calabria, è in continua crescita. D’altronde, l’attuale Governo rilanciando le politiche per il sud ha affermato: “è evidente, che le politiche regionali possono integrare le risorse disponibili (...) ma non possono sostituire il buon funzionamento delle istituzioni ordinarie”. Certamente, le politiche generali delle istituzioni ordinarie vanno declinate a misura dei territori. Pur convinti che l'azione di sviluppo nel Sud deve essere indirizzata a un miglior uso delle risorse aggiuntive (comunitarie e non), per fare da leva a un miglior impiego delle risorse pubbliche ordinarie, una particolare evidenza si intende dare alle difficoltà attuali delle imprese ad onorare gli impegni ed a tale fine si sollecita una particolare attenzione su alcuni aspetti di natura fiscale contemplati nell’importante Mozione, rivolta al Governo Nazionale, la n. 61 del 29/03/2012 sulle “problematiche afferenti il comparto agricolo ed agroalimentare calabrese” approvata all’unanimità dal Consiglio regionale della Calabria

DECRETI INTERMINISTERIALI DI ORIGINE - ATTUAZIONE LEGGE 4/2011
Emanazione dei decreti interministeriali di cui al comma 3, dell'articolo 4 della legge n. 4, del 3 febbraio 2011, rubricata "Disposizioni in materia di etichettatura e di qualità dei prodotti alimentari" dandone piena attuazione, poiché garantisce la sicurezza dei cittadini-consumatori e la competitività del Made in Italy. Particolare urgenza la ravvisiamo per la filiera agrumicola da industria. Tale previsione deve fare il paio con l’approvazione della Proposta di Legge Testo Unificato “Norme in materia di bevande analcoliche alla frutta che modifica la legge n° 286/61 che è stata approvata dalla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.

 

FILIERA OLI DI OLIVA VERGINI NEL SEGNO DELLA QUALITA’ E TRASPARENZA
La Calabria è seconda regione italiana (terza in Europa) produttrice di olio. L’olivicoltura, presente nella quasi totalità dei comuni, ne caratterizza il paesaggio assicurando la produzione di oli di oliva vergini di elevata qualità e rappresenta un settore produttivo strategico per il Made in Calabria agroalimentare e per l’economia locale. Tenuto altresì conto dei notevoli sforzi della Regione Calabria, in termini di valorizzazione e promozione dell’olio calabrese, con buone performance produttive, qualitative e di trasparenza, al fine di sostenere lo sviluppo del comparto ed evitare rischi di frode, sofisticazione, contraffazione e concorrenza sleale verso le produzioni regionali di qualità, vanificando una indubbia crescita, riteniamo importante che si dia impulso, creando ove necessario una corsia preferenziale, per l’approvazione del Disegno di Legge n.3211 di iniziativa dei Senatori Mongiello, Scarpa Bonazza Buora ed altri, (Norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini).

 

ACCORDO STRUTTURALE ANCHE IN REGIME DI SUSSIDIARIETA’ TRA REGIONE E ISMEA
Considerato che l’accesso al credito è un problema internazionale che in Calabria si acuisce anche per l’eccessivo costo del denaro, si ritiene fondamentale un accordo “strutturale” tra la nostra Regione e ISMEA per irrobustire le misure di sostegno per l'acceso al credito, molto spesso legato alle differenze geografiche, anche al fine di favorire interventi di ristrutturazione del debito, facilitandolo con gli strumenti e prodotti finanziari innovativi Mipaaf-Ismea. Ciò sarebbe utile a sostenere e potenziare una scelta importante operata dalla Regione Calabria che ha destinato 10milioni di €uro – affidandoli a FINCALABRA – in un apposito Fondo di Garanzia, a valere sugli investimenti relativi al PSR 2007-2013.

FINANZIAMENTO SISTEMA ZOOTECNICO
Diamo atto del recente finanziamento al sistema allevatoriale concretizzatosi in questi giorni con l’impegno del Ministro e della Dirigenza Ministeriale, relativo ai controlli funzionali per l’annualità 2012. Auspichiamo che il medesimo impegno venga confermato per il 2013. Riteniamo, altresì, che nella nuova programmazione 2014-2020, in forte sinergia con le Regioni, si possano e debbano trovare le adeguate risorse per dare continuità e calibrare i programmi di miglioramento genetico e valorizzazione delle produzioni zootecniche. Il finanziamento al sistema allevatoriale non deve essere visto semplicemente in funzione di stanziamenti a favore di strutture, che tra l’altro, sono in avanzata fase di riorganizzazione e contestuale razionalizzazione (A.R.A. di primo grado), con l’intento di migliorare ed ampliare la gamma dei servizi resi ai soci, bensì nell’ottica di conservare, potenziandoli, gli standard qualitativi della zootecnia calabrese. Questo patrimonio organizzato degli allevatori calabresi è impegnato ad attuare un programma di assistenza pluriennale agli allevatori e di valorizzazione dei prodotti. La zootecnia in Calabria, pur essendo nei numeri sicuramente un “comparto non forte”, assicura, con le sue produzioni di pregio riconosciute dall’UE, standard qualitativi di grande prestigio. La zootecnia, nei suoi vari segmenti, svolge infatti un importante ruolo di presidio ambientale, poiché mantiene vivi i territori montani evitandone lo spopolamento e l’abbandono.

 

ORTOFRUTTA: AIUTO FINANZIARIO NAZIONALE
Fin dagli anni sessanta la politica comunitaria ha prestato grande attenzione alle Associazioni (poi Organizzazioni) dei produttori, in quanto soggetti in grado di garantire, sotto il profilo quantitativo e qualitativo, l’adeguamento dell’offerta ad una domanda, in costante mutamento.

Le Organizzazioni dei produttori (OP) vengono e restano individuate come lo strumento chiave per la competitività delle imprese e della produzione ortofrutticola, per accrescere il livello di concentrazione e di controllo effettivo dell’offerta e con ciò pervenire a un riequilibrio fra la domanda e l’offerta. Alle OP viene assegnato un ruolo strategico nella realizzazione, attraverso lo strumento di sostegno, di quegli obiettivi auspicati per contrastare l’accresciuto potere contrattuale della grande distribuzione organizzata, ma anche per favorire un riorientamento al mercato della produzione ortofrutticola.

Il comparto ortofrutticolo italiano e, soprattutto, meridionale, nonostante l’elevato livello di qualità che ha saputo conquistare nel tempo, sconta un modello ancora troppo debole nei riguardi del mercato per via della troppa frammentazione, sia produttiva e sia organizzativa in tutte le componenti della filiera. Servono politiche aggregative più forti in termini di rapporti di filiera e di interventi più adeguanti ad assicurare il reddito delle imprese e contrastare le crisi di mercato, spesso strumentali con la caduta dei prezzi, a danno dei produttori, ed in crescita verso i consumatori. Occorre rafforzare le misure in grado di ridare valore al patrimonio varietale locale, superando le imposizioni alla standardizzazione del prodotto con l’appiattimento del gusto, nonché la perdita di qualsiasi forma di distintività che ha reso questo comparto eccellente in termini di: gusto, saperi e qualità a favore di una visione di commodities indistinta che il mercato sta conseguendo.
Riequilibrare questi valori e rapporti nella filiera, deve essere una peculiarità politica, attraverso la revisione della programmazione delle risorse destinate alle OP in relazione alle specificità organizzative in termini di capacità aggregativa di prodotto ed in conseguenza alla revisione degli attuali coefficienti utilizzati per la determinazione del sostegno finanziario aggiuntivo pari all’1% del fatturato dell’OP.

In particolare, per le regioni con maggiori difficoltà strutturali (tra cui la Calabria) che accusano il ritardo di una aggregazione ancora inferiore al 20% è necessario innalzare tale coefficiente ad almeno 30-35% al fine di favorire l’incremento della base sociale e rafforzare il ruolo delle OP ed il protagonismo dei produttori.

 

ACCREDITAMENTO ORGANISMI DI CONTROLLO: IL CASO I.C.Q. CALABRIA
Oggi il paniere dei prodotti calabresi tutelati dall’Unione Europea è molto ricco. Si va dagli oli ai salumi, dagli agrumi alla liquirizia. Si tratta di una chiara testimonianza del dinamismo del settore agroalimentare calabrese, orientato verso la qualificazione costante delle produzioni, provviste delle certificazioni comunitarie.
La grande attenzione alla qualità certificata ha indotto a creare in Calabria un organismo di controllo per le produzioni DOP e IGP, l’Istituto Calabria Qualità, autorizzato dal MIPAAF fin dal 2002. Con tale organismo si è inteso perseguire la creazione di un servizio di certificazione dei prodotti, in linea con le rigide aspettative dei consumatori e con l’obiettivo di garantire lo svolgimento di controlli severi a tutela delle produzioni di qualità.
D’altra parte, la presenza sul territorio di un organismo di controllo consente di avere a disposizione uno strumento di divulgazione della cultura della qualità certificata secondo gli standard internazionali. In dieci anni di attività continuativa l’Istituto Calabria Qualità ha dato evidenti dimostrazioni al MIPAAF ed a tutti i soggetti della filiera produttiva di elevata professionalità, comprovata anche dall’ottenimento dell’accreditamento da parte di Accredia. Per questo motivo registriamo con estremo rammarico che l’Istituto Calabria Qualità è stato costretto ad interrompere le proprie attività di controllo, a causa della discordanza delle prescrizioni formulate, da un lato dal Ministero delle Politiche Agricole e dall’altro da Accredia.
E’ assolutamente necessario che, con il recepimento della normativa comunitaria sull’accreditamento degli organismi di controllo, siano chiaramente coordinati gli ambiti di operatività del MIPAAF e di ACCREDIA per evitare contrasti che penalizzano ingiustamente gli organismi di controllo. E, nel caso specifico, è indispensabile fornire all’Istituto Calabria Qualità le prescrizioni univoche alle quali attenersi per riprendere la sua operatività.



FINANZIAMENTO PIANO- IRRIGUO NAZIONALE E RISCHIO IDROGEOLOGICO
La carenza di investimenti ha inciso su tutto il territorio regionale non soltanto impedendo l’avvio di nuove infrastrutture, ma in molte realtà anche limitando fortemente gli interventi di manutenzione straordinaria. Gli accordi di programma Stato-Regioni, stipulati a fine anno 2010 per la realizzazione di interventi volti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico, non hanno potuto essere attuati a causa della grave crisi economica che ha negato la disponibilità delle somme stanziate. Anche per il settore irrigazione, il Piano Irriguo Nazionale, sia pure ridotto nelle somme ad esso destinate, ha subito un differimento nell’attuazione connesso alla difficile situazione nel settore del credito, mentre l’esercizio irriguo viene ugualmente garantito dai Consorzi di Bonifica che in Calabria -primi in Italia – si sono autoriformati con la riduzione nel numero ed una gestione più efficace ed efficiente. I Consorzi stanno garantendo l’azione di manutenzione ordinaria, sia pure nei limiti degli interventi che si è riusciti a finanziare con la contribuenza consortile, e quindi con risorse dei privati. Per una moderna agricoltura che ha bisogno della risorsa idrica, si chiede che il Governo condivida la necessità che sia garantita continuità al Piano Irriguo Nazionale a favore di Consorzi di Bonifica e di Irrigazione calabresi che hanno un parco progetti immediatamente cantierabile, allo scopo di consentire quegli ammodernamenti ed adeguamenti funzionali degli impianti e delle reti, finalizzati ad una più efficiente gestione delle acque che favorisca gli usi plurimi ed una ancor più razionale utilizzazione. Una particolare attenzione va rivolta anche ai Fondi FAS, che, opportunamente rimodulati e riprogrammati, possono dare risposte alle esigenze relative alle risorse idriche.

 

ACCORDO UE- MAROCCO
In un contesto già particolarmente difficile dal punto di vista economico e sociale, l’accordo con il Marocco, per i prodotti agricoli e della pesca, ha un impatto sicuramente negativo sull’agricoltura italiana ed in particolare su quella calabrese, che, situata nell’avamposto delle politiche mediterranee, ne subirà effetti immediati. Sollecitiamo il Governo, forte dell’atto parlamentare, affinché nelle sedi opportune si adoperi per fare in modo che l’accordo non pregiudichi ulteriormente il settore agricolo ed agroalimentare con particolare riferimento al settore ortofrutticolo. La mozione impegna tra l’altro il Governo a “salvaguardare i diritti degli agricoltori, la lotta contro le frodi, la protezione dell’ambiente e delle norme di sicurezza alimentare e più in generale ad intervenire per avviare, anche a livello europeo idonee iniziative a sostegno della politica agricola mediterranea promuovendo la tutela del made in Italy e dell’etichettatura anche con apposite iniziative legislative”. Se non ci saranno precisi interventi e misure di contrasto, l’accordo di libero scambio metterà a rischio migliaia tra imprese e posti di lavoro.


RIFORMA DELLA POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA
L’orientamento ormai segna un deciso passo avanti verso la condivisione di un modello agroalimentare in cui la centralità e il protagonismo tornano nelle mani degli agricoltori e del territorio, ma rappresenta anche un forte pungolo a Governo e Parlamento italiano oltre che alla Unione Europea per sostenere una idea di futura politica agricola comune (Pac) decisamente orientata:

a) all’impresa agricola professionale che va al mercato e che opera sul territorio e ad una filiera agroalimentare gestita dagli agricoltori;
b) Trasparenza, filiera corta, informazione ai consumatori, qualità, più efficaci strumenti di mercato;
c) assicurazione del reddito, difesa del budget, sussidiarietà e semplificazione;
d) centralità del lavoro e contrasto alla rendita fondiaria.

Queste devono essere le idee cardine ed è evidente che tutto va nella direzione, rappresentandone un elemento fondamentale e storico, del sostegno al progetto economico e sociale della Filiera Agricola Italiana firmata dagli Agricoltori. Ed ancora, una richiesta al Governo per il mantenimento del budget agricolo nazionale con la conferma dei pagamenti diretti disaccoppiati e la necessità di una redistribuzione graduale per superare il criterio storico.
 

 


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