Estero

Coalizione araba ammette 'errori' in raid su scuolabus in Yemen

RIAD, 1 SETTEMBRE - La coalizione araba a guida saudita ha riconosciuto che ci sono stati ‘errori’ che hanno causato "danni collaterali" nel raid contro uno scuolabus in Yemen, che il 9 di agosto ultimo scorso é costato la vita ad oltre 40 bambini nella provincia ribelle di Saada. Ha anche ribadito però che l'attacco era ‘legittimo’ in quanto diretto contro leader e miliziani Houthi che viaggiavano sul mezzo. [MORE]

"Il comando delle forze congiunto della coalizione esprime scuse per gli errori e condoglianze e solidarietà alle famiglie delle vittime" - si legge in una nota - “Verranno fornite compensazioni e saranno riviste le regole di ingaggio.”

La coalizione ha ribadito che i civili non vengono presi deliberatamente di mira, affermazione confutata dalle associazioni per i diritti umani che l'hanno accusata di bombardare mercati, scuole e ospedali.

In un altro raid la settimana scorsa, precisamente il 23 agosto 2018, 26 bambini sono stati uccisi nello Yemen durante attacchi della coalizione guidata dai sauditi, hanno riferito funzionari delle Nazioni Unite. Almeno 22 bambini e quattro donne sono morte in un raid aereo mentre fuggivano dai combattimenti nella zona di Al-Douraïhimi, a sud della città ribelle di Hodeida, ha dichiarato il vice segretario generale Onu per gli affari umanitari, Mark Lowcock.

Un rapporto delle Nazioni Unite descrive come i civili sono stati presi di mira dagli attacchi aerei della coalizione araba nella sua guerra contro i ribelli Houthi in Yemen, e parla di crimini di guerra.

Una missione di esperti incaricata dal Consiglio dei diritti umani dell’ONU ha documentato il numero di ‘vittime civili dirette’, in aree residenziali, mercati e persino strutture mediche, durante gli attacchi della coalizione araba contro i ribelli Houthi.

Questi attacchi sono stati effettuati "in violazione dei principi di distinzione, proporzionalità e misure precauzionali che possono costituire crimini di guerra", ha affermato il presidente del gruppo di esperti delle Nazioni Unite, il tunisino Kamel Jendoubi, in una dichiarazione rilasciata martedì 28 agosto all'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.
"Un elenco confidenziale di questi individui è stato presentato Martedì 28 agosto all'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani" - ha aggiunto in una conferenza stampa tenutasi sempre a Ginevra sempre il 28 agosto.

Il rapporto che grava sull’Arabia Saudita arriva pochi giorni prima dei colloqui sullo Yemen che si svolgeranno a Ginevra il 6 settembre prossimo venturo sotto l'egida delle Nazioni Unite, nonostante il fatto che finora tutti i tentativi di risoluzione politica siano falliti.

L'Arabia Saudita si è opposta subito l’indomani 29 agosto, respingendo i risultati del rapporto e sottolineandone il suo ‘pregiudizio’, colmo di ‘errori metodologici’ e ‘interpretazioni errate del conflitto’.

La dichiarazione della coalizione araba, che interviene nello Yemen sotto il comando saudita, afferma che “Il rapporto ignora il vero motivo del conflitto, vale a dire il colpo di stato delle milizie Houthi sostenute dall'Iran contro il legittimo governo yemenita e non menziona il ruolo dell'Iran nel proseguimento della guerra ... e il suo continuo sostegno agli Houthi"
La coalizione ha precisato inoltre che avrebbe fornito al più tardi "una risposta legale completa e dettagliata".
Da marzo 2015, questo ‘conflitto dimenticato’, come dice Kamel Jendoubi, ha causato più di 10.000 morti determinando la peggiore crisi umanitaria nel mondo.

Luigi Palumbo

Fonte immagine: BBC