Fantasticherie del cuore

Clienti e vera politica

Se si vuole parlare con chiarezza, al di fuori del politichese e di ogni naturale adesione a questo o quello progetto politico, non si può non focalizzarsi su un qualche principio essenziale che non ammetta alcun escamotage.

Due infatti sono da sempre le vie da percorrere, fatti salvi i contenitori che ognuno è legittimamente portato a confezionare per attrarre il consenso. Da una parte il varco principale che conduce al governo attraverso la sapienza; dall’altra la scorciatoia che mette al centro dell’azione di chi amministra l’insipienza e la clientela prediletta. Un cristiano non arrugginito o artefatto dovrebbe essere d’accordo con il passaggio teologico che segue, senza alcuna riserva mentale: “Il governo di quanti sono posti ad aiutare gli altri consiste nell’indicare a tutti la via della verità e della giustizia secondo Dio”.

Una vera rivoluzione sociale e politica. Non c’è nulla di confessionale in queste parole. Non centrano neanche i preti, i vescovi, il Papa, quali soggetti che nella fantasia di molti restano assiduamente “appostati” per mettere le mani sull’attuale potere temporale. Quando ciò è accaduto non c’era di mezzo la Chiesa di Cristo, ma quella di alcuni uomini travestiti da “pastori ecclesiali” con il solo fine di gestire il potere materiale di un territorio. Un vero disastro! La storia non fa sconti a nessuno. Continuo a leggere in proposito, dalla nota sapienziale sopra citata, quale è il vero ruolo della Casa del Signore nel governo degli uomini:

“Nella Chiesa il governo è fatto nel dono della luce soprannaturale, della verità che discende da Dio, dalla grazia che si attinge nel cuore di Cristo, dalla sapienza e conoscenza dell’attuale volontà di Dio che si riceve dallo Spirito Santo. Se chi governa – vale per ogni forma di governo a qualsiasi livello e di qualsiasi natura – si distacca dal suo Creatore, Signore, Dio, Padre o rifiuta Cristo e lo Spirito Santo e i mezzi da loro dati per condurre l’uomo alle sorgenti della vita, non c’è vero governo per alcuno. Governare non è trasformare il male in bene e il bene in male. Non è neanche agire per farsi una clientela elettorale. Cambiano le forme della clientela, ma non la clientela”.

Chi infatti non ha sopra di sé stesso la verità oggettiva delle cose che apre alla sapienza, attraverso il discernimento della Chiesa, è destinato a smarrirsi nonostante l’edificazione di opere fisiche di indubbio valore di mercato e di appagamento sociale immediato. Senza Dio cresce in chi governa il bisogno di irrobustire le proprie spalle pubbliche e private, arruolando nuovi pretoriani. Le legioni aumentano e i soldati di ventura crescono in misura alle promesse elettorali.

Più quest’ultime sono false, più servono clienti addomesticati per distorcere la realtà. Il potere vero, quello sapiente, chiesto da Salomone, viene solo da Dio; quello che viene dagli uomini è cangiante, relativo, calcolato. Un ottimo surrogato che gonfia le tasche dei singoli, ma parimenti svuota di fatto le aspettative di libertà e di progresso sostenibile comuni ad un qualunque popolo. L’intervento della magistratura e delle forze dell’ordine deve essere sostenuto e sollecitato per contrastare questo aspetto “diabolico”, spesso al centro di alcuni sistemi sociali, politici ed economici, includendo in egual misura il lavoro inquinato del singolo.

È necessario pertanto invocare la sapienza per amministrare le comunità, ma oltretutto per cambiare sé stessi. Il rischio altrimenti, come successe allo stesso re Salomone, è quello di smarrire la bussola e annerire la luce del bene prodotto. Anche i non credenti sanno che soltanto “Cristo non ha clienti. Non ha clienti, perché la Croce non ha clienti. Cristo non ha clienti, perché Lui chiede il martirio per poter andare dietro di Lui……Gesù governa dal cuore del Padre suo”.

Governare i popoli partendo solo da sé stessi non cambierà mai alcunché, se non le condizioni necessarie a rafforzare il potere personale o di gruppo. Se le norme umane si sostituiscono alle leggi della natura e alla verità infinita, anticipatrice di qualunque pensiero dell’uomo, non si fa altro che soddisfare dei desideri che in svariate condizioni vanno contro l’armonia del Creato. Ma sottrarre qualcosa all’equilibrio divino non è forse fomentare nel tempo un pericoloso “attentato” alle fondamenta dell’edificio della civiltà umana?

La politica va perciò resettata ed innalzata, al di là delle pur basilari sigle in campo, isolando con fermezza clienti e insipienti. Questi ultimi sono però maestri nell’intercettare le strategie migliori per accreditarsi, quando non siano già di fatto funzionali al sistema di turno. A loro interessa identificare di continuo le vie d’accesso per favorire la gestione di un potere sterile e salottiero, garante dei ceti preminenti e lontano nei fatti dalla gente comune. Una infezione sociale, politica ed economica che non può non essere debellata!



Egidio Chiarella, Filippo Coppoletta, Rosaria Giovannone e Paolo Marraffa

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