Politica
Cittadini esasperati chiedono le dimissioni del sindaco Vallone
CROTONE 8 OTT. 2011 - L’assoluta mancanza di mezzi legislativi di protezione contro le derive di amministratori e politici non ha costituito un freno all’intraprendenza dei cittadini che chiedono con una petizione online le dimissioni del sindaco di Crotone, Peppino Vallone, e di tutta la giunta per la “per la loro slealtà, arroganza, incoerenza, e palese inefficienza amministrativa”.[MORE]
Grande parte dei politici del Sud sono ormai considerati traditori del popolo e, quando non collusi, inetti. L'Italia é un simulacro di democrazia in quanto la Costituzione non prevede strumenti che consentano di rimuovere amministratori e politici incapaci, collusi e quant'altro, però si può far sentire la voce di dissenso popolare attraverso i socialnetwork nella speranza di dare un contributo quale indicazione pratica per veri politici a venire.
I cittadini di Crotone esasperati per i primi 5 anni di totale immobilismo dell’amministrazione Vallone si sentono traditi, oltre che per la continuazione della politica dell’apparente nulla (apparente perché l’ immobilismo fa arretrare se non si mettono in moto politiche di sviluppo ed ancora, apparente perché l’amministrazione ha agito direttamente a danno del territorio senza che la popolazione venisse messa al corrente di ciò che si stava permettendo al cane a sei zampe), per la concessione ad Eni dell’autorizzazione per la realizzazione di un’altra piattaforma, oltre quelle esistenti dal 1971, per l’estrazione di gas metano nella Riserva Marina Capo Rizzato (nella quale vige il divieto di balneazione) e per la coltivazione di idrocarburi a terra nientedimeno nell’area del Parco archeologico di Capo Colonna.
Un comitato di cittadini, “Crotone è dei crotonesi”, attivo su Facebook, chiede un referendum affinché la gente possa essere parte attiva nelle trattative con Eni. Ci auguriamo che si metta in maggiore evidenza la responsabilità degli amministratori che svolgono altro ma non il ruolo di difesa del territorio rispetto a chi, facendo il mestiere di impresa con interessi esterni alla città, da questo territorio vorrebbe solo prendere e nulla dare come avviene da 40 anni.
I cittadini tramite associazioni, parti sociali, partiti, organizzazioni di categoria, comitati cittadini, ordini professionali devono contrattare con Eni, attraverso l’amministrazione, un piano di opere infrastrutturali strategiche per uscire dall’isolamento che condanna il territorio alla povertà. Un eventuale sconto sulle bollette che dovesse essere richiesto non dovrà incidere sulla riduzione delle richieste di infrastrutture.
Il Sindaco Vallone, forse voleva emulare Berlusconi con le sue barzellette, quella dell’amministratore crotonese ricorda una battuta in cui il bambino dei cartoni animati Bart Simpson dice “Non sono stato io”, il sindaco per l’affaire Eni dice la stessa cosa, non ne sapeva niente di quell’autorizzazione.
E’ senz’altro giunta l’ora che la gente dia corso ad un impegno responsabile per la rinascita perché aver delegato agli antipolitici ha reso ultima in classifica per reddito pro capite la cittadina che era fra le prime in tutto il Sud.
I cittadini di Crotone esasperati per i primi 5 anni di totale immobilismo dell’amministrazione Vallone si sentono traditi, oltre che per la continuazione della politica dell’apparente nulla (apparente perché l’ immobilismo fa arretrare se non si mettono in moto politiche di sviluppo ed ancora, apparente perché l’amministrazione ha agito direttamente a danno del territorio senza che la popolazione venisse messa al corrente di ciò che si stava permettendo al cane a sei zampe), per la concessione ad Eni dell’autorizzazione per la realizzazione di un’altra piattaforma, oltre quelle esistenti dal 1971, per l’estrazione di gas metano nella Riserva Marina Capo Rizzato (nella quale vige il divieto di balneazione) e per la coltivazione di idrocarburi a terra nientedimeno nell’area del Parco archeologico di Capo Colonna.
Un comitato di cittadini, “Crotone è dei crotonesi”, attivo su Facebook, chiede un referendum affinché la gente possa essere parte attiva nelle trattative con Eni. Ci auguriamo che si metta in maggiore evidenza la responsabilità degli amministratori che svolgono altro ma non il ruolo di difesa del territorio rispetto a chi, facendo il mestiere di impresa con interessi esterni alla città, da questo territorio vorrebbe solo prendere e nulla dare come avviene da 40 anni.
I cittadini tramite associazioni, parti sociali, partiti, organizzazioni di categoria, comitati cittadini, ordini professionali devono contrattare con Eni, attraverso l’amministrazione, un piano di opere infrastrutturali strategiche per uscire dall’isolamento che condanna il territorio alla povertà. Un eventuale sconto sulle bollette che dovesse essere richiesto non dovrà incidere sulla riduzione delle richieste di infrastrutture.
Il Sindaco Vallone, forse voleva emulare Berlusconi con le sue barzellette, quella dell’amministratore crotonese ricorda una battuta in cui il bambino dei cartoni animati Bart Simpson dice “Non sono stato io”, il sindaco per l’affaire Eni dice la stessa cosa, non ne sapeva niente di quell’autorizzazione.
E’ senz’altro giunta l’ora che la gente dia corso ad un impegno responsabile per la rinascita perché aver delegato agli antipolitici ha reso ultima in classifica per reddito pro capite la cittadina che era fra le prime in tutto il Sud. Pino Aprile nel suo ultimo libro in uscita il 18 ottobre dice che “i terroni salveranno l’Italia”, questa richiesta di dimissioni di un’intera giunta potrebbe avallare quanto sostenuto dal popolare scrittore, questa petizione potrebbe essere un primo segnale di risveglio dal letargo in cui i cittadini del Sud sono stati indotti da 150 anni di sudditanza coloniale.
Natale Cuzzola