Cittadinanza onoraria alla madre di Aldovrandi: insorge la Lega "Queste sono marchette"
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FERRARA, 03 APRILE 2013- È bagarre al consiglio comunale bolognese per la proposta avanzata dal Pd di insignire Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovrandi, della cittadinanza onoraria. Durissimi e volgari i commenti della Lega: il capogruppo del Carroccio, Manes Bernardini, uscito dall'aula per protesta, urla "Queste sono marchette!". Poi, con toni più consoni, chiosa: "Questa decisione è inopportuna, è una forzatura istituzionale, dato che la maggioranza ha portato questo ordine del giorno in Consiglio senza prima chiederlo agli altri gruppi e sapendo che ha i numeri". Nient'altro che una strumentalizzazione, aggiungono esponenti pidiellini, dacché le onorificenze possono essere conferite solo all'unanimità. [MORE]
Il dissenso, legittimo, comprensibile, importante in democrazia, lascia comunque un sapore amaro quando espresso col turpiloquio. È come se a Patrizia quel figlio venisse ammazzato mille volte ancora; è come vederlo morire di nuovo, riverso sull'asfalto, col torace schiacciato dalle ginocchia dei suoi carnefici, chinati su di lui con in mano il manganello. Proprio come in quella sera di otto anni fa quando Federico aveva solo diciotto anni. Non bastava una condanna ripudiata da un gruppo di poliziotti che la scorsa settimana aveva manifestato la propria solidarietà ai colleghi assassini sotto le finestre dell'ufficio di Patrizia; non è bastata la dignità di una donna, che, in un angolo della stessa piazza in cui una ventina di agenti del Coisp toglieva onore alla propria categoria, esibiva in lacrime la foto del figlio martoriato; non è bastato dire che quella stessa foto, quella che è fissata nella mente di chiunque abbia un barlume di coscienza, non è altro che un fotomontaggio. Era necessario, per infierire, parlare di marchette.
Emmanuela Tubelli