Cisal: indetto stato di agitazione e programmati Sit-In di protesta pacifica
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Cisal: indetto stato di agitazione e programmati Sit-In di protesta pacifica

sabato 7 dicembre, 2013

ROMA, 7 DICEMBRE 2013 - Paola Saraceni, Segretario Generale del Dipartimento Ministeri-Sicurezza-Presidenza del Consiglio dei Ministri della Cisal-Fpc, ha partecipato nella mattinata di giovedì 5 dicembre 2013, a piazzale Clodio, all’assemblea congiunta dei lavoratori della Procura della Repubblica e di quelli giudiziari del Tribunale di Roma (il palazzo di Giustizia più grande d’Europa) i quali, alla pari di tanti altri loro colleghi in molte città italiane, hanno discusso – in una partecipata riunione - in merito alle problematiche della Giustizia, sorte a seguito della recente rivisitazione della geografia giudiziaria, che non solo non ha prodotto la preannunciata riduzione dei costi ma, al contrario, ha ulteriormente aggravato la situazione lavorativa di moltissimi dipendenti giudiziari.

Gli stessi lavoratori, infatti, quale conseguenza della chiusura/accorpamento di diverse sedi giudiziarie, hanno “ricavato” soltanto un notevole aggravio dei propri carichi di lavoro, delle responsabilità che quotidianamente devono assumere e, contemporaneamente, senza vedersi riconoscere nulla della indubbia elevata professionalità. [MORE]

Così per come più volte affermato, la Cisal Fpc - sempre accanto ai lavoratori nelle giuste lotte per il riconoscimento delle loro sacrosante esigenze e richieste -, ribadisce con forza il suo no ad una riforma della Giustizia che non tenga nella debita considerazione una riforma/rivisitazione dell’organizzazione del personale giudiziario.

Non v’è dubbio che il personale attende da tanto, troppo, tempo una riqualificazione quale giusto riconoscimento dell’indubbia elevata professionalità, che non arriva; un riposizionamento verso l’alto di tutte le figure professionali; un adeguamento, per tutti i dipendenti, degli stipendi agli standard europei e, infine ma non da meno, l’autonomia e l’indipendenza tecnico-organizzativa dei processi amministrativi che devono distinguersi, per abilità e metodo, dalla funzione meramente giuridica/investigativa che spetta al magistrato .

La Cisal riafferma l’urgente necessità di provvedere, insieme alla riforma della governance dei sistemi di digitalizzazione a supporto dell’attività del giudice, l’immissione di nuovo personale all’interno dell’Amministrazione giudiziaria, che vada ad affiancare e coadiuvare quello già in servizio, allo strenuo delle forze e sull’orlo di un collasso psico-fisico, anche alla luce dei nuovi gravosi impegni e carichi di lavoro che, in considerazione delle prossime chiusure (primavera 2014) degli Uffici dei Giudici di Pace, si abbatteranno come dei fulmini durante un temporale, su questa categoria di dipendenti pubblici.

Senza contare poi – sostiene il predetto Segretario Generale Saraceni - gli ulteriori carichi di lavoro che andranno a gravare sui predetti lavoratori nell’imminente prevedibile indulto. Tale soluzione – secondo quanto più volte affermato dalla Cisal-Fpc – rischia di rivelarsi una cura peggiore del male che con essa s’intende guarire e, i dati statistici esistenti in proposito, sembrano confermarlo.

In passato, infatti, i detenuti scarcerati grazie all’indulto, nel giro di pochissimo tempo, sono ritornati a delinquere e, quindi, dietro le sbarre.

A nulla potrà servire un provvedimento analogo di clemenza se non ad un temporaneo svuotamento delle carceri - che consentirà al massimo all’Italia di tamponare l’”emergenza carceri” e non incorrere nelle pesanti sanzioni previste dall’U.E.. Vale quindi tale soluzione se non supportata dallo studio e conseguente adozione di nuove misure alternative alla detenzione?

Tanto premesso e considerato, il predetto Dipartimento di Cisal-Fpc, con il suo Segretario Generale Paola Saraceni in testa, sarà ancora una volta accanto ai comitati dei lavoratori giudiziari che, nei prossimi giorni e comunque prima delle imminenti festività natalizie, terranno un sit-in di protesta pacifica per rivendicare i propri sacrosanti diritti, davanti il Palazzo di Giustizia (c.d. "Palazzaccio") di piazzale Clodio a Roma.

Notizia segnalata da Antonello Iuliano


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