Cisal: "Il personale giudiziario, finalmente, perno della riforma della giustizia?"
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ROMA, 07 MARZO 2014 - Ce lo auguriamo vivamente. Se non si vuole realizzare una riforma inefficace, sinora costituita da tanti provvedimenti tampone che si sovrappongono nel tempo come substrati, senza risolvere il grosso problema esistente ma, al contrario, si vuole risolvere definitivamente il dilemma, consentendo una vera rinascita della giustizia in Italia, non si può prescindere da ciò.
E’ quanto afferma Paola Saraceni, Segretario Generale del Dipartimento Ministeri, Sicurezza e Presidenza del Consiglio dei Ministri della CISAL, all’indomani dell’ennesima sonora bocciatura da parte dell’Europa che contesta all’Italia, tra l’altro, debito troppo alto, competitività bassa e risultati molto deludenti in tema di riforme della burocrazia e della giustizia definendo, in particolare, quest’ultima, assolutamente inefficiente.
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Ringrazio pubblicamente – ha proseguito il Segretario Generale del Dipartimento - l’On. Michela Rostan che, senza tentennamenti, pochissimi giorni dopo aver ricevuto una delegazione composta da alcuni dirigenti Cisal e lavoratori giudiziari e aver attentamente ascoltato le vicessitudini lavorative prospettatele, ha preso carta e penna per portare all’attenzione del neo Ministro della Giustizia, On. Andrea Orlando, le problematiche dei lavoratori dell’Organizzazione Giudiziaria e le proposte avanzate per risolverle.
Come non concordare con Lei, quando afferma che i lavoratori giudiziari - uomini e donne che quotidianamente con il proprio impegno, la propria dedizione, la propria elevata professionalità non riconosciuta contrattualmente da diversi lustri -, garantiscono di fatto il corretto svolgimento di tutti quegli atti – di cui sono gli esecutori materiali - tipici della macchina giudiziaria, sia per quanto attiene il settore civile che quello penale.
Come dissentire quando l’On. Rostan, sostenendo le indiscutibili esigenze di questi di lavoratori, paventa al signor Ministro, l’alto rischio a cui si va incontro, in termini d’inaccettabile ingiustizia sostanziale, in caso di mancato ascolto e riconoscimento professionale, giuridico ed economico, per legge, delle istanze di questa bistrattata categoria, che - ricorda ancora la Deputata - rischia di essere sopravanzata, nella carriera, da personale esterno al comparto giustizia, sulla carta più qualificato, ma nella realtà non preparato al tipo di sfide che questo tipo di attività quotidianamente impone.
Siamo assolutamente d’accordo con la Parlamentare – ha chiosato la Saraceni – avendolo noi stessi da tempo, invano, sostenuto ed auspicato, che solo attraverso una coraggiosa scelta di campo che preveda la fuoriuscita del personale giudiziario dal comparto ministeri e la sua confluenza nell’ordinamento giudiziario, mediante l’attuazione di un nuovo contratto di natura pubblica specifico per questi lavoratori che possiede un forte, consolidato ed indissolubile legame funzionale con la magistratura, si potrà realizzare una vera riforma della giustizia.
Ci auguriamo – ha concluso Paola Saraceni – che al più presto si possa realmente concretizzare un incontro con il Signor Ministro della Giustizia, al fine di avviare un confronto diretto e costruttivo teso all’individuazione congiunta di concrete, rapide ed utili - nell’interesse non solo dei lavoratori giudiziari ma, ancor più ed ancor prima, dell’intera collettività – soluzioni per l’annoso problema della Giustizia.
(notizia segnalata da Antonello iuliano)