Economia

Cisal, basta sprechi e privilegi per pochi "Eletti" nel pubblico impiego

ROMA, 16 NOVEMBRE 2013 - (Riceviamo e pubblichiamo) Come già avvenuto a Catanzaro all’indomani del sit-in di protesta pacifica davanti gli Uffici giudiziari, anche a Roma - nella sede di Via Torino, al civico 95-, una rappresentanza dei lavoratori giudiziari, dei dirigenti locali e regionali della CISAL, della capitale e del Lazio, unitamente ad una delegazione dei vertici nazionali del Dipartimento Ministeri, Sicurezza e Presidenza del Consiglio dei Ministri, della stessa sigla sindacale, si è riunito per analizzare l’attuale situazione del pubblico impiego e, per mettere appunto eventuali proposte e contromisure da adottare per fronteggiare questa grave crisi, economica, politica e sociale in cui versa la stragrande maggioranza della popolazione italiana, pubblici dipendenti compresi.

L’attuale legge di stabilità (ex finanziaria), così com’è stata concepita, infatti, rischia non già di rilanciare e favorire una sia pur tiepida ripresa economica ma, al contrario, rischia di innescare una terribile recessione.
Una manovra economica basata su indiscriminati tagli lineari; blocco del turnover, di pensioni e stipendi fino al 2017; soppressione della già modesta indennità di vacanza contrattuale (che almeno, in questi tempi di vacche magre, dava però ai percettori l’illusione di uno spiraglio di progressione economica); l’assurda rateizzazione dell’indennità di fine rapporto (un notevole danno a scapito degli aventi diritto e delle loro famiglie, su diritti peraltro già acquisiti , che di punto in bianco vedono sfumare la possibilità di realizzare progetti e sogni di tutta una vita), insieme ad altri tagli che gravano e graveranno sempre più pesantemente sui pensionati ed i lavoratori dipendenti, ovvero su quella categoria un tempo costituente il cosiddetto ceto medio, come potrà mai far ripartire l’economia?

Anche lo stesso aumento dell’IVA, presentato come male necessario ma fonte certa di indispensabili entrate per le casse dello Stato, si sta invece – come peraltro previsto e più volte detto dalla Cisal – rivelando un boomerang e inciderà negativamente sui già bassissimi consumi degli italiani.

Ma come si può pensare di far cassa in tal modo, se gli italiani - non soltanto i “senza lavoro” a vario titolo, ma anche pensionati e dipendenti - non hanno soldi da spendere e vedono persino aumentare il costi di tantissimi beni? Sarebbe stato, semmai ed al contrario, necessario osare; avere coraggio e far di tutto per -se non proprio diminuirla l’IVA-, quantomeno lasciarla invariata. È essenziale, soprattutto, trovare le forze ed il coraggio di fare una seria lotta all’evasione fiscale.

È altresì doveroso adottare un valido provvedimento di corretto reimpiego di tutte le risorse materiali ed economiche confiscate; realizzare un'armonizzazione delle rendite finanziare, alla media europea. Ed ancora, opportuno rendere realmente omogenei i cosiddetti costi standard, sia per le Amministrazioni centrali che periferiche, magari attraverso un'estensione di quanto già fatto con la CONSIP. E' indispensabile avere il coraggio di sopprimere gli Enti inutili, costosissimi carrozzoni nel tempo creati e utilizzati per elargire e gestire favori e potere; ridurre al minimo le consulenze esterne della P.A., invertendo l'attuale trend e valorizzando le tante valide professionalità esistenti - ed oggi sopite - tra i lavoratori pubblici, da un po' di tempo in qua demonizzati e descritti come parassiti inutili e da sopprimere.

Perché, ancora, non realizzare una concreta valorizzazione del Patrimonio dello Stato, dei tantissimi beni culturali esistenti, attualmente abbandonati a se stessi ed alle intemperie.  Di questo - e di tanto altro ancora – hanno discusso Paola Saraceni, Segretario Generale del suindicato Dipartimento della CISAL Fpc e gli altri dirigenti ed iscritti al sindacato. Altro che pochi spiccioli elargiti quasi a mo' di elemosina. Basta sprechi e privilegi per pochi "eletti" nella Pubblica Amministrazione; il Paese, gli italiani, non se lo possono più permettere.

(notizia segnalata da antonello iuliano) [MORE]