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Cis Calabria: "La peste come metafora del male nel Decameron di Boccaccio"

REGGIO CALABRIA, 09 APRILE 2014 - Organizzato dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria, nel settimo anniversario della nascita di Giovanni Boccaccio (1313-2013), si è svolto, presso l’“Accademia di Belle Arti” di Reggio Calabria, l’incontro “La peste come metafora del male nel Decameron di Boccaccio”.

Hanno relazionato il prof. Giuseppe Rando, ordinario di Letteratura Italiana dell’Università di Messina e la prof.ssa Paola Radici Colace, ordinario di Fliologia Classica dell’Università di Messina. Dopo una breve presentazione dei relatori, Loreley Rosita Borruto, presidente del Cis della Calabria, si è soffermata sull’opera più celebre del Boccaccio, composta tra il 1349 e il 1533, il Decameron che racconta la vicenda di dieci giovani i quali per sfuggire alla peste che imperversa nella loro città, si ritirano in una villa di campagna, dove trascorrono dieci giornate narrandosi vicendevolmente delle novelle.
[MORE]Il prof. Giuseppe Rando, nel suo intervento, ha sottolineato che il capolavoro di Giovanni Boccaccio può essere letto come romanzo polifonico in cui un geniale narratore riesce a dare forma narrativa alla maturazione di dieci giovani fiorentini che reagiscono allo stravolgimento della società causato dallo scoppio della pestilenza del 1348: alla peste, cioè metaforicamente al male del mondo, si reagisce – secondo Boccaccio - recuperando i valori della cultura occidentale e il messaggio cristiano, tuttavia scevro dalle sue deformazioni clericali. Di seguito, la prof.ssa Paola Radici Colace, nella sua relazione, si è soffermata sul tema La peste nella letteratura classica. Ha evidenziato la dimensione altra, simbolica, metaforica della peste nell’incipit dell’Iliade e nell’ Edipo re di Sofocle, a fronte della dimensione naturalistica della peste nel De rerum natura di Lucrezio. Il prof. Saverio Siciliano, già ordinario di Scienze Politiche dell’Università di Messina, nel suo intervento ha letto e commentato una sua novella scritta in lingua volgare del Trecento.

Durante la manifestazione sono stati eseguiti brani musicali a cura dei Maestri Sergio Romeo ed Emanuele D’Amico e degli allievi Skipper Fonzy Amgao e Tony Festa della scuola di musica “Giuseppe Verdi” di Reggio Calabria. Tra il numeroso e attento pubblico di cultori del Bello e della Letteratura hanno preso parte al dibattito i proff. Mila Lucisano, Luisa Catanoso e Antonio Gaetano. 

Notizia segnalata da Cis Calabria