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CIP Sardegna: nell'atletica FISPES trionfo delle Furie Rosse di Sassari
CAGLIARI, 16 NOVEMBRE 2020 - Donne forti, valorose, implacabili. In tre parole: “Le Furie Rosse”. Appellativo meritato più che mai da Chiara Masia, Alice Peltz e Sara Cocciu dopo il recente scudetto giovanile ottenuto sotto la bandiera Polisportiva Luna e Sole di Sassari. Tricolore fieramente appuntato al petto in occasione dei societari di atletica leggera femminile FISPES (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali) disputati a Roma.
Senza l’aiuto di nessun’altra sono riuscite ad ottenere anche il terzo posto nella classifica generale femminile, grazie all’accoppiamento tra gli ottimi risultati ottenuti prima nel corso degli Assoluti di Jesolo (11-13 settembre 2020) e poi in quelli Societari tenutisi nell’impianto capitolino Tre Fontane ad inizio ottobre.
Mai prima d’ora un collettivo femminile sardo era riuscito ad arrivare così in alto in una competizione paralimpica che investe “la madre di tutti gli sport”.
La regale prestazione complessiva del trio rosa non offusca quelle dei loro quattro compagni di squadra Cristian Lella, Federico Cabizza, Gianluca Scanu e Gian Matteo Punzurudu che sia nell’assoluto maschile, sia nel giovanile raccolgono un lusinghiero quinto posto. Risultati complessivi che premiano gli sforzi prodotti dai loro felicissimi allenatori Tiziana Secchi (lanci - corse) e Marco Eugenio Sanna (corse - salti). Non a caso i protagonisti di questa bella favola vengono ribattezzati “I Magnifici Sette”. (vedere interviste in basso)
Ma la Sardegna dell’Atletica FISPES esulta anche per il terzo posto della Sa.Spo Cagliari nei societari giovanili grazie alle incoraggianti prestazioni del velocista di caratura continentale Mattia Cardia e del suo sorprendente compagno Riccardo Campus un po’ mezzofondista, un po’ velocista, monitorati dal coordinatore Antonio Murgia (vedere interviste in basso).
Per essere stato introdotto per la prima volta nel 2020 il Campionato giovanile è stato salutare all’interno del movimento sardo che ora ha degli argomenti in più per suscitare l’interesse di tanti disabili: forse non hanno ancora percepito quanto anche l’atletica con i suoi rami dedicati a corridori, lanciatori e saltatori, oltre ad essere uno sport coinvolgente, è inclusivo come tanti altri in circolazione.
Il presidente CIP Sardegna Cristina Sanna si è congratulata con la Polisportiva Luna e Sole per il bellissimo traguardo raggiunto che la colpisce doppiamente visti i suoi gloriosi trascorsi sportivi proprio nell’atletica leggera.
“Ho sempre messo in luce quanto siano pochissime nell’isola le ragazze che si cimentano in questa bellissima disciplina – ha dichiarato – e nel fare i complimenti a Sara, Chiara e Alice, spero che il loro grande impegno e sacrificio inneschi uno spirito di emulazione da parte di tante altre ragazze con disabilità che hanno bisogno di particolari stimoli per fare il grande passo”.
Se i maschietti di Sa.Spo e Luna e Sole commuovono per i loro risultati, non passa inosservato neppure il titolo italiano conquistato dall’ex saspino Giovanni Mazzette che a Narni ha sbaragliato tutti nel getto del peso. In Penisola per motivi di studio, l’atleta paralimpico sassarese ora gareggia per l’Atletica L’Aquila, ma l’orgoglio sardo non viene messo in discussione (vedere intervista in basso).
“Ci siamo fatti notare anche a livello maschile – conclude Cristina Sanna – e c’è da augurarsi che il Covid si metta da parte al più presto perché si possano avviare campagne di reclutamento capillari per trovare nuovi talenti. Quanto a Giovanni Mazzette, lo teniamo comunque d’occhio e ci fa molto piacere che onori la nostra bandiera anche da emigrato”.
QUI SASSARI: LE PAROLE DELLE CAMPIONESSE
La gioia del terzetto campione d’Italia è stata incontenibile. Coppe e medaglie ricevute sono state blandite e coccolate nelle maniere più eccentriche possibili.
La prima a parlare di questa esperienza significativa è Chiara Masia, atleta di spessore nazionale visto che fa parte della FISPES Academy, il progetto nato tre anni fa, dedicato ad una selezione di atleti di età compresa tra i 14 e i 21 anni, che li valorizza attraverso raduni collegiali a cadenza bimestrale monitorati dallo staff tecnico federale. La forte giocatrice si è fatta valere con la sua specialità di riferimento, il getto del peso, ma ha detto la sua anche con giavellotto e disco.
“Durante questo 2020 sono riuscita a fare tre trasferte – ricorda Chiara – di cui la prima ad Ancona, prima del lockdown. È andata abbastanza bene perché ho conquistato tre primi posti: peso, disco e giavellotto. Poi c’è stato il lockdown, siamo stati fermi circa tre mesi e riprendere è stata una bella emozione sebbene piuttosto dura perché ho dovuto lavorare il doppio per ritornare alla forma di un tempo. La seconda trasferta mi ha portata a Jesolo ed è andata abbastanza bene anche lì in quanto ho preso tre medaglie d’oro, sempre nelle tre specialità. Poi ho partecipato a Roma: le sensazioni sono state molto positive grazie a tre medaglie d’oro e al terzo posto assoluto. Vincere il titolo italiano è stata un’emozione unica. D’ora in poi lotteremo per difenderlo, non sarà semplice ma ci impegneremo con tutte le nostre forze”.
Sara Cocciu è una velocista non vedente. I suoi risultati hanno destato interesse, probabilmente la Academy si farà sentire. “Fino all'ultimo momento non si sapeva se saremmo potuti partire per disputare i campionati italiani paralimpici a causa dell'emergenza sanitaria – ricorda Sara - ma sfidando il "maledetto signor Covid" partiamo. L'entusiasmo e l'emozione di gareggiare, dopo neanche un mese di preparazione, a causa del lockdown, mi hanno dato la carica per dare il meglio di me stessa. Gli atleti che ho incontrato dimostravano di avere molta più esperienza ma ciò non ha destato in me tanta preoccupazione. Nella prima trasferta a Jesolo ho ottenuto dei risultati soddisfacenti, un sudato argento nei 400 metri e un meritato bronzo nei 200. Un netto miglioramento l'ho conseguito durante i campionati paralimpici societari a Roma dove ho ottenuto i miei migliori tempi. L'aver raggiunto tale obiettivo è stato per me una grande conquista perché ho dimostrato a me stessa e agli altri che, nonostante la disabilità visiva, con caparbietà, passione, tenacia e costanza i risultati arrivano. Dopo queste trasferte la più grande soddisfazione che ho avuto è stata quella di permettere che la società di cui faccio parte, ottenesse Il terzo posto nella classifica promozionale femminile. In quell'occasione abbiamo ricevuto le congratulazioni della federazione e il meritato premio: la coppa. Stringerla tra le mani per lo scatto della foto di gruppo, mi ha reso veramente felice e fiera di me stessa. Anche io ho dato il mio contributo per riuscire ad ottenere questa importante ricompensa”.
Alice Peltz è la campionessa italiana nei 400 metri indoor: “E’ stato emozionante partecipare alle gare – afferma - e vivere quei giorni con i miei compagni e i nostri bravissimi allenatori. Senza di loro non saremmo riusciti a ottenere tutti questi risultati. Io ho fatto tanta fatica allenandomi a Sassari per dare il meglio di me e diventare campionessa italiana ad Ancona è stato un sogno. Jesolo è stata un’esperienza difficile ma ricca di emozioni. Condividere la coppa vinta a Roma con le mie compagne di squadra mi ha reso molto felice e spero di vincere ancora tanto con loro. Questo virus ha reso tutto più difficile ma non ci ha tolto la voglia di allenarci, di vincere e di sognare insieme”.
Tra i maschietti del club sassarese ha destato molta emozione il risultato ottenuto dall’ozierese Gian Matteo Punzurudu, titolo italiano nel peso e ottime proiezioni anche con giavellotto e disco. Ventiquattro anni, amputato in tutti e due gli arti inferiori nel 2018. Aver cominciato con l’atletica gli ha aperto nuovi e interessanti scenari. “Dopo le mie prime gare ufficiali – ha dichiarato - mi ritengo soddisfatto dei risultati ottenuti. Ho provato molta emozione, ma sono contento più che altro perché ho dato tutto me stesso, impegnandomi al massimo, riuscendo a tirare fuori tutta la forza che avevo dentro il mio corpo. È stato molto bello anche conoscere persone nuove e con disabilità diverse; mi ha fatto altresì piacere incontrare dal vivo amici contattati sui social”.
TIZIANA SECHI: “EVVIVA L’INCLUSIONE MA IL CIP ESISTE PER UNA RAGIONE FONDAMENTALE”
Considera i suoi ragazzi splendidi e bravissimi perché si allenano con costanza e le riempiono sempre il cuore di gioia. In queste settimane la presidente tecnico della Polisportiva Luna e Sole Tiziana Sechi giustamente ama sviolinare maggiormente le ragazze che hanno preceduto in classifica le più blasonate squadre giovanili italiane come Omero Bergamo e Antrophos Civitanova Marche. Ma non si dimentica le prodezze dei maschietti e del suo collega allenatore Marco Eugenio Sanna con cui ha condiviso momenti indimenticabili di esultanza.
La sua mission prosegue nel tentativo di abbattere luoghi comuni che appartengono a molti genitori di atleti disabili. “Il messaggio da lanciare - rimarca -è che il settore paralimpico esiste per dare la possibilità ai ragazzi di potersi confrontare con i loro pari. Se gareggiassero solo con i non paralimpici, mai riuscirebbero a raggiungere certi risultati che appagano i loro sforzi e le loro ambizioni. Il Comitato Italiano Paralimpico ha un suo fondamento per il bene di questi atleti che primeggiano combattendo con avversari dalle potenzialità simili.
Significa che normalmente si fanno ragionamenti diversi?
Purtroppo si. Aggiungiamo anche che non si crede molto nell’atletica. A questo sport ci si dovrebbe approcciare senza pregiudizi. In Luna e Sole siamo appena sette tesserati con varie patologie. Quando tentiamo di coinvolgere nuovi atleti mi sento dire sistematicamente: “Ma mio figlio lavora con i normali”.
Una cosa non esclude l’altra..
Infatti, ma non solo. A dispetto di quanto si possa pensare noi siamo ugualmente inclusivi. Siamo gemellati con i Guerrieri del Pavone, club affiliato alla FIDAL (Federazione di Atletica Leggera) proprio per evitare di creare una classe chiusa. I nostri ragazzi fanno le gare sia con i normodotati, sia con i paralimpici.
Perché si fa fatica a reclutare nuovi atleti?
A parte quello che ho appena detto, non saprei trovare altre spiegazioni. Noi siamo solo in sette ma le altre squadre del territorio nazionale arrivano a contare anche quaranta atleti paralimpici. In Sardegna siamo limitatissimi, sembra che non ci siano alternative alle piscine o ai cavalli.
E ottenere i risultati dei Magnifici Sette non è facile..
Bisogna crederci e aspettare, perché i successi giungono quando si rispettano delle tempistiche piuttosto lunghe. Ci vuole lavoro e costanza; gli allenamenti vanno costruiti differentemente perché ci confrontiamo con patologie che richiedono specifici preparativi.
Qualche nuova idea per suscitare l’interesse verso l’atletica?
Ne avrei tante, però applicarle ora non fa. C’è il problema dettato dal periodo particolare che stiamo attraversando.
Fughiamo le amarezze parlando dei vostri successi. Il 2020 era cominciato in maniera scoppiettante con gli Italiani indoor.
Ci stavamo allenando molto bene, abbiamo fatto in tempo a disputare i Campionati di Ancona del 24- 25 gennaio 2020, dove sono stati conquistati i titoli italiani con Alice Peltz e Chiara Masia.
Poi il buio pesto per tutti
Rientrati dalle Marche abbiamo continuato con gli allenamenti, ma l’epidemia ha interrotto il nostro percorso. I ragazzi non si sono demoralizzati e chi aveva la fortuna di avere a disposizione dei piccoli spazi si è allenato a casa seguendo i consigli che davamo on line. Federico Cabizza e Gian Luca Scanu erano seguiti, come sempre, da Marco Eugenio Sanna , mentre le ragazze più Gian Matteo Punzurudu e Cristian Lella le seguo io.
In quelle settimane di che umore erano i vostri atleti?
In un primo momento si sono destabilizzati perché nessuno di noi aveva vissuto una situazione del genere. Siamo però rimasti sempre in contatto con le videochiamate e anche la Federazione ci monitorava continuamente per tenere alto e vivo l’interesse per il nostro sport.
Poi è tornato parzialmente il sereno
Quando gli atleti agonisti hanno potuto rifrequentare le strutture, la ripresa è stata moderata per evitare infortuni; nel frattempo il fisico si era disabituato. Lentamente e con cautela la progressione è aumentata. Gradualmente si è raggiunto uno stato di forma, non ottimale, ma che comunque ci ha permesso di disputare delle buone gare anche sotto il profilo della prestazione. Questo è accaduto perché si sono impegnati al massimo pur di dare il meglio di loro stessi.
Prima in Veneto
A Jesolo ci siamo arrivati dopo un viaggio lunghissimo: dall’aeroporto di Linate abbiamo preferito noleggiare un pullman privato, anziché usufruire del treno per evitare i contatti esterni, ma ovviamente con questa opzione i costi sono diventati esorbitanti. Giunti alla meta ci siamo immediatamente immersi nel clima delle gare combattendo da autentiche furie rosse perché i nostri ragazzi, quando entrano in pista o vanno in pedana, dimenticano gli agenti esterni. Mostrando uno spirito combattivo che ci onora.
Cosa ricordi?
Delle gare strepitose nelle corse con la medaglia d’argento di Cabizza che ha ingaggiato un testa a testa con Gaetano Schimmenti, gigante dell’atletica paralimpica italiana, arrivando alle sue spalle dopo una gara encomiabile. Chiara è stata brava nei lanci e Cristian Lella, pur migliorando il suo primato personale, ha dovuto arrendersi ad un avversario molto forte come Alessio Talocci.
E poi esperienza fruttuosa nella Capitale..
Da 10 anche la trasferta romana con il terzo posto assoluto delle ragazze. E quella coppa che si sono passate accarezzandola in tutti i modi.
La FISPES Academy vi segue con piacere
Con il responsabile Stefano Ciallella avevamo un appuntamento prima che scattasse il lockdown, il 5 di marzo. Erano stati coinvolti cinque dei nostri: Federico, Gianluca, Alice, Chiara e Cristian. Penso che non tarderanno a coinvolgere anche Sara perché ha realizzato dei personali molto interessanti.
La vita agonistica continua
Si stanno allenando a pieno ritmo, quattro volte alla settimana presso lo Stadio dei Pini, rigorosamente assieme ai Guerrieri del Pavone. Grazie al doppio tesseramento, i nostri atleti dicono la loro anche nelle gare FIDAL. Siamo in fase di potenziamento. I lanciatori stanno utilizzando palle mediche, bilancieri, panche funzionali, per incrementare la potenza fisica. Chi corre mira al potenziamento fisico con carico naturale e altre piccole strategie per potenziare la parte muscolare delle gambe.
Tutto questo lavoro per essere pronti al prossimo appuntamento
Ci alleniamo per gli Italiani indoor che molto probabilmente si disputeranno ad Ancona. Speriamo che il Covid ci permetta di gareggiare e dare il meglio. Magari con i ranghi allargati in modo che si vada oltre i Magnifici Sette.
QUI CAGLIARI: DUE ATLETI PER UN TERZO POSTO, FIGURIAMOCI SE CI FOSSERO NUOVI GIOVANI
In attesa che le fila vengano rimpolpate, nel primo club paralimpico della Sardegna si elogiano le imprese dei due giovani di belle speranze che incarnano il nuovo e il consolidato. Nel primo caso impressionano le performances atletiche del neofita terralbese Riccardo Campus che tra Jesolo e Roma ha fatto vedere le sue qualità distribuite tra 100 metri, 800 metri e 1500 metri. Per contro Mattia Cardia, campione europeo under 20 dei cento metri (categoria ipovedenti) e originario di Villanovafranca, si esalta soprattutto nel salto in lungo, specialità che rispetto ai 100 e ai 200 piani non ha mai curato con attenzione. Il futuro dei due potrebbe far registrare importanti oscillazioni: Riccardo è in odore di FISPES Academy che gli darà modo di affinare con maggiore attenzione le sue qualità tecniche. Mattia potrebbe abbandonare la velocità per dedicarsi con maggiore caparbietà ai salti. Sugli esiti dei campionati societari dichiarano quanto segue: “Puntavamo a dare una grossissima mano alla squadra, purtroppo non siamo riusciti nell’intento di raggiungere il podio anche nell’assoluto – afferma Mattia Cardia - però siamo molto felici perché ci ripaga un minimo degli sforzi fatti l’aver raggiunto il podio giovanile. Sono contento anche per la mia società perché l’azione di reclutamento, in questo caso di Riccardo, ha sortito i suoi effetti benefici. Onore al nostro talent scout Antonio Murgia perché svolge un ottimo lavoro che spiana la strada verso nuove conquiste. A livello personale sono soddisfatto per i risultati e questo terzo posto ha un valore importante; i societari, per me sono un punto fisso, ho sempre sentito l’attaccamento alla maglia. Non stiamo attraversando una stagione facile, sono cambiate tante cose e pure io sto rivedendo certe posizioni dal momento che sto valutando scelte sportive differenti; mi riferisco ovviamente al salto in lungo”.
Di seguito le valutazioni di Riccardo Campus: “Sono contento dei risultati perché mi fanno capire che tutto il lavoro svolto ha dato i suoi frutti. Il fatto di aver partecipato alla videoconferenza della Fispes Academy mi dà ancora più motivazione nell'allenarmi e nel dare il massimo, anche se non si sa se verrò convocato ufficialmente; tutto dipenderà dai risultati”.
L’ultima parola spetta al responsabile atletica (disabili fisici) della Sa.Spo. Antonio Murgia che ricopre anche il ruolo di consigliere federale FISPES, una posizione che sfrutterà appieno per sviluppare alcune tematiche a cui tiene in particolar modo: “Vedendo l’andamento globale delle gare – ammette - speravo dentro di me in un podio. Hanno inciso le partecipazioni sia a Jesolo, sia a Roma, dei nostri due ragazzi, entrambi di buon livello. Per noi è “bronzo colato” e rappresenta un punto da cui ripartire; nel settore carrozzati, per esempio, abbiamo perso diversi elementi. E poi i prospetti con età avanzata fanno quel che possono, ma non possiamo contare in eterno sul loro importantissimo apporto. Non vediamo l’ora che la situazione ritorni finalmente alla normalità per poter cominciare la campagna di reclutamento, abbiamo bisogno di nuova linfa perché non bastano due ragazzi forti per poter ben figurare. I nostri superstiti si limitano a fare alcuni allenamenti all’aperto; di più, considerata la situazione sanitaria, non possiamo pretendere. Il 26 novembre parteciperò alla riunione di giunta nazionale e vedremo quali strategie adottare. Vorrei proporre a respiro nazionale quelli che sono i miei intenti qui in Sardegna, ovvero fare opera di proselitismo nelle scuole calcio tra i giovani paralimpici che decidono di abbandonare la disciplina, in modo da instradarli verso altri sport targati FISPES. E poi, a livello scolastico, sfruttando il mio ruolo di referente provinciale dell’Istituto di Educazione Fisica, vorrei pubblicizzare con più enfasi la nostra attività”.
GIOVANNI MAZZETTE UN CAMPIONE TRASVERSALE TRA ABRUZZO, LUNA E SOLE E SA.SPO. CAGLIARI
“In pista gareggio per l'Abruzzo e L'Aquila, però porto dentro anche l'onore per i quattro mori”. Non esita nemmeno un centesimo di secondo il sassarese Giovanni Mazzette, classe 1993, da qualche settimana Campione nella Coppa Italia Lanci di getto del peso (categoria F46) grazie alla misura di 8,86 metri, poco lontana dal suo personale di 9,19. L’incoronazione è avvenuta a Narni durante finale di Coppa Italia Lanci Paralimpici organizzata dalla FISPES.
Disabile dalla nascita Giovanni ammette candidamente che ha sempre vissuto in tranquillità senza avere problemi.
Il forte richiamo dello sport l’ha avvertito già dagli otto anni praticando il calcio, ma una spiccata curiosità lo porta anche a praticare nuoto e basket, disciplina quest’ultima che coltiva ancora adesso, essendo un super tifoso sfegatato della Dinamo Sassari.
L’impatto con l’atletica arriva a undici anni quando suo padre gli presenta un amico chiamato Giorgio che diventerà il suo allenatore. “Inizialmente ero molto distratto e non ascoltavo il tecnico – confessa Giovanni - tanto che mi puniva con molte ripetizioni, poi ho messo testa”.
Nel 2009 entra nel mondo paralimpico con la SA.SPO Cagliari e si affida ai consigli dell’allenatrice Giulia Fischione con la quale si instaura una prolifica sintonia. Partecipa al suo primo raduno con la Nazionale Paralimpica a Oristano: sarà il primo di una lunga serie. Nel settembre 2014 lascia l’isola e va all’ Aquila per studi, ma non ha alcuna intenzione di abbandonare l’atletica e Giulia. Quindi, sotto consiglio del suo vecchio allenatore, prende accordi con Corrado Fischione, presidente dell’Atletica L'Aquila e cambia casacca. Ha così l’opportunità di partecipare al Meeting Internazionale di Dubai (4º sui 400) nel marzo del 2016, e ad Euro 2016 a Grosseto con la maglia azzurra (7º posto europeo sui 400).
I suoi PB sono 55"81 nei 400 agli Europei del 2016 e 24"76 nei 200 a Sassari nel 2013.
Nel 2018 si registra il trasferimento alla società piemontese della Pegaso Asti dove colleziona nuovi primati.
Il 2019 è anno indimenticabile sia per la laurea in scienze motorie, sia per l’ottenimento dell'abilitazione per allenare i suoi adorati giovani atleti FIDAL e FISDIR il cui rapporto cominciò nel 2015 in Abruzzo.
Quest’anno è passato nuovamente all’Atletica L'Aquila a tutti gli effetti, non solo come tesserato FIDAL ma anche come tesserato nel settore paralimpico .
D’estate corre i 200 in 25"84 a Sassari (il 20 agosto), tempo eguagliato il 30 settembre all’Aquila. Ma la vera novità del 2020, con relativa sorpresa, è la scoperta dei lanci. “Tutto è nato per gioco - dichiara - con appena un mese di preparazione, ma sono riuscito comunque a migliorare il record italiano del peso con 9,19 m, imbattuto dal lontano 2004. Sempre per gioco, ma con un po' più di concentrazione, provo a partecipare alla Coppa Italia lanci di Narni. E arriva così il successo tricolore anche se con un po' di rammarico per la misura (8,96m) data dall'impraticabilità della pedana dopo un potente diluvio”.
In seguito, il tecnico nazionale dei lanci, Nadia Checchini, lo esorta a provare con il giavellotto e Giovanni Mazzette non si tira indietro allenandosi con la solita cura, senza trascurare la velocità e i suoi amati 200 metri.
“I miei rapporti con la Sardegna Paralimpica? Nonostante viva in Abruzzo da sei anni, rimangono buoni – conclude - tanto che quando rientro per Natale o per le ferie estive, mi alleno con la Polisportiva Luna e Sole Sassari; poi mantengo ottimi rapporti con la SASPO Cagliari e quando ci sono dei meeting provo sempre grande piacere nel conversare con i miei ex compagni”.