Sport
CIP Sardegna: l'esperienza di Agitamus al Monterosello Basso di Sassari
CAGLIARI, 9 APRILE 2019 - Trovare la giusta sintonia in un contesto variegato e complesso è la grande scommessa di Agitamus. E a sentire le varie testimonianze dalle scuole sarde coinvolte, risulta sistematicamente vincente.
Il merito è di tutti gli attori protagonisti che interpretano i propri ruoli dando molto risalto al cuore e alla mente, bypassando le facili e nocive strumentalizzazioni.
Il progetto va avanti con profitto, supportato da una Regione Sardegna che ha veduto bene di finanziarlo generosamente perché alla base c’è da gestire la società del domani che si vorrebbe paritaria e meno litigiosa. E a questo crede molto il Comitato Italiano Paralimpico Sardegna che ha dato mandato allo psicologo dello sport Manolo Cattari, l’architetto della bella struttura mobile di idee, nel concepire un’intelaiatura organica e uguale per tutti.
Anche a Sassari, presso l’ Istituto Comprensivo Monte Rosello Basso, il dirigente scolastico Vittorio Sanna, coadiuvato da Giovanna Cabizzosu (referente della quinta elementare) e Tiziana Secchi (referente terza media) ha accolto gli atleti paralimpici che si sono alternati nei tre moduli dedicati ad altrettanti tipi di disabilità: fisica, sensoriale e intellettivo relazionale. Accompagnati dalla coordinatrice territoriale Monica Pirina e dallo psicologo Giuseppe Manca si sono alternati Fabrizio Porrà, arciere del Club Arcieri Torres (per conto della FITARCO), Giuseppe Scanu e Salvatore Cocco, due giocatori non vedenti della Tigers Paralympic Sport (in nome della FISPIC - Federazione Italiana Sport Paralimpici per Ipovedenti e Ciechi) che praticano torball e baseball. Infine gran finale con i nuotatori dell’Albatross Matteo Puggioni e Giuseppe Carta in rappresentanza della FISDIR (Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale).
I discenti si sono manifestati totalmente coinvolti e divertiti, ma anche molto curiosi perché hanno tempestato di domande gli ospiti. Anche i giochi collettivi sono serviti all’immedesimazione nell’esperienze di vita sportiva e quotidiana degli ospiti.
Fabrizio Porrà ha varcato i cancelli della scuola turritana con uno sparring di lusso: c’era infatti Paolo Poddighe, colui che ha dato l’impulso decisivo ad Agitamus quando era commissario straordinario del CIP Sardegna. Dopo l’elezione di Cristina Sanna ricopre il ruolo di vice presidente vicario del CIP Sardegna ma nell’ambito della Federazione di Tiro con l’Arco non solo svolge le mansioni tecnico federale, ma è anche vice presidente nazionale della FITARCO.
Il pool di arcieri non finisce qui perché al Monterosello Basso si è presentato pure un altro tecnico federale, il giovane Marco Vigliani, sempre dell’Arcieri Torres di Sassari.
Di seguito le loro testimonianze.
Fabrizio Porrà: “Ho parlato ai ragazzi del mio incidente, dei miei limiti e dei progressi fatti grazie allo sport, ai quali si sono aggiunti risultati interessanti e tanta gioia. Gli allievi si sono divertiti parecchio, ho mostrato loro come si tira con l’Arco Scuola e poi mi sono cimentato col Compaund. Reputo l’esperienza molto positiva e non solo per me, sono stato molto bene con i ragazzi e il mio auspicio è che si possa ripetere”.
Paolo Poddighe: “Anche il Tiro con l’Arco entra nel progetto Agitamus e ho colto l’occasione per dimostrare, e non mi stuferò mai di farlo, come la disabilità non sia un limite per affrontare questa bellissima disciplina che mette tutti allo stesso livello. E’ un bel messaggio da lanciare ai ragazzi in un contesto dove integrazione vuol dire abbattimento totale dei pregiudizi. Inoltre la cultura paralimpica nelle scuole avrà una più larga diffusione”.
Marco Vigliani: “Nel lavoro svolto con i ragazzi tutto era incentrato sull’inclusione e la sensibilizzazione verso uno sport che non fa differenze tra chi è disabile e non. E spesso accade che i primi riescano a fare meglio dei secondi”.
“Consapevolezza e responsabilità rispetto alla diversità sono il punto di arrivo del progetto che ha saputo stimolare nei giovanissimi riflessioni profonde a partire dal proprio vissuto” Parole dello psicologo Giuseppe Manca che in basso svilupperà le sue sensazioni scaturite dall’aver conosciuto più a fondo i giovani scolari. E a corroborare questo aspetto ci hanno pensato i due testimonial paralimpici della FISPIC.
Giuseppe Scanu: “Dopo aver perso l’uso della vista ho trovato molte difficoltà ad approcciarmi a qualsiasi tipo di sport. Grazie alla Tigers Paralympic Sport sono riuscito a studiare il mio corpo, ravvisando una crescita interiore e soprattutto ho sviluppato un’autonomia più ampia di quella che avevo in precedenza. Agitamus lo stiamo conoscendo molto bene, sono alla mia terza esperienza in una scuola e con immutato entusiasmo mi piace parlare ai ragazzi di barriere architettoniche e di valorizzazione del nostro mondo sportivo che molto spesso viene snobbato dalla società civile. Interagire con la terza media è stato interessante perché abbiamo affrontato vari temi come il capire esattamente chi è un non vedente, il rispetto del proprio compagno che si trova in difficoltà. E poi abbiamo spiegato le dinamiche di torball e baseball. Prima di Agitamus questo mondo mi era sconosciuto: è stato bellissimo interagire con le scuole”.
Salvatore Cocco: “Grazie alla Tigers Paralimpic Sport sono cresciuto tantissimo sia come uomo, sia come non vedente perché mi consente di approcciarmi ai ‘colleghi di vista’, dove ognuno porta la propria esperienza. Agitamus è stato un ulteriore step di crescita perché abbiamo analizzato approfonditamente il tema dell’inclusione nello sport e anche il problema più vasto che può scaturire dalle discriminazioni di ogni genere. La società purtroppo ci porta a dividerci già dalla tenera età e al non aiutarsi reciprocamente. Ho parlato con interesse ai ragazzi soffermandomi sui nostri problemi di mobilità e su come abbattere le barriere architettoniche e mentali”.
LO PSICOLOGO GIUSEPPE MANCA: FAR SÌ CHE NON CI SIA MAI NESSUNO IN CODA AL GRUPPO
“Il progetto Agitamus ha la capacità di generare un cambiamento profondo nella percezione delle diversità individuali, del rapporto con gli altri e della responsabilità del gruppo nel prendersi cura e valorizzare tutti gli elementi”.
“È stato entusiasmante per me portare un progetto di psicologia e sport nella scuola. I valori dello sport hanno un profondo significato educativo e trovo sempre ricco poterli condividere con i bambini e ragazzi tramite l'esperienza e la riflessione. Agitamus valorizza anche lo sport come terapia. Non solo dal lato riabilitativo ma anche psicologico dal momento che l'esperienza sportiva diventa occasione per ritrovare la fiducia in sé stessi e costruire delle relazioni importanti. Relazionarmi con gli studenti sassaresi mi ha permesso di riflettere con loro su come il limite può diventare una opportunità e come di fronte ad un ostacolo possiamo reagire con le capacità che abbiamo a disposizione. Ognuno di noi nella sua vita affronta o ha affrontato delle difficoltà e vedere l'esperienza di certi atleti è una motivazione incredibile a cercare dentro di noi le risorse per reagire. Agitamus per me lancia un messaggio chiaro: nessuno deve essere lasciato indietro”.