Sport

Cip Sardegna: la visita di Oscar De Pellegrin risalta l'ottimo feeling con Unità Spinale Cagliari

CAGLIARI, 23 OTTOBRE 2017 - Lo sport come leva psicologica che aiuta il disabile a vivere con meno afflizioni. Il Comitato Italiano Paralimpico è in grado di elencare esempi concreti di campioni che hanno cambiato totalmente modo di approcciarsi al mondo reale, dedicando tempo e sacrifici ad una disciplina sportiva. Come altresì sono facilmente individuabili gli atleti che mentre trascorrevano la convalescenza nelle corsie di unità spinali e centri riabilitativi, si sono innamorati di una pratica agonistica fino ad arrivare all’ambìto traguardo delle Paralimpiadi.
Nato sei anni fa da un’idea dell’attuale presidente nazionale del CIP Luca Pancalli, il Progetto Primavera mira a coinvolgere un numero sempre più ampio di ricoverati, consolidando il lavoro svolto fino a questo momento e che specie in Sardegna sta dando degli importanti riscontri. Come appurato anche dal grande Campione Paralimpico di Tiro a Segno e Tiro con l‘Arco Oscar De Pellegrin (attuale testimonial del progetto) che nei giorni scorsi ha trascorso un paio di giornate tra Cagliari e Oristano a contatto con responsabili e degenti dell’Unità Spinale Unipolare ubicata presso l’Ospedale Marino e dell’Istituto di Riabilitazione Santa Maria Bambina. “Sto girando tutta l’Italia – conferma Oscar De Pellegrin – calandomi nelle realtà territoriali grazie all’apporto dei comitati regionali con i quali abbiamo allacciato rapporti molto saldi per agire in sintonia. Insieme dobbiamo essere in grado di ottimizzare il periodo di ospedalizzazione con l’ausilio di tecnici formati, particolarmente sensibili nel gestire certe situazioni, molto diverse da quelle riscontrabili con gli atleti d’alto livello”.

L’ESPERIENZA CAGLIARITANA..

Grazie a Carmelo Addaris, responsabile dei contatti tra Cip Sardegna e Unità Spinale Unipolare di Cagliari, De Pellegrin è venuto a conoscenza di alcuni dati: la struttura è stata inaugurata nel giugno 2002 e dispone di 15 posti letto. Da allora sono stati ricoverati poco meno di 400 pazienti, che ritornano periodicamente per le visite di controllo dalla durata media di tre settimane.
Accompagnato dal medico responsabile Giuliana Campus, dal Presidente Paolo Poddighe, dal suo vice Carmelo Addaris e dal referente regionale per l’impiantistica sportiva Stefano Cau, il testimonial dell’iniziativa è rimasto favorevolmente colpito dall’ottimo clima propositivo. “Ho subito capito che le cose funzionano – ha sottolineato De Pellegrin - perché c’è un bel gruppo affiatato che lavora soprattutto per lo sport. E poi ho riscontrato una proficua mediazione tra il comitato stesso e i dirigenti dell’Unità Spinale di Cagliari. Il fatto che poi se ne occupi Carmelo Addaris è emblematico: sa di cosa parla, vivendo anche lui la disabilità”.

..E QUELLA ORISTANESE[MORE]

Istituto di Riabilitazione Santa Maria Bambina e CIP Sardegna hanno stretto rapporti solo di recente. La vocazione del Centro è rivolta soprattutto ai pazienti affetti da gravi disabilità attraverso l’assistenza abilitativa e riabilitativa e l’aiuto nel reinserimento sociale. Attualmente dispone di 63 posti letto. A mostrare la struttura ai visitatori c’era il Direttore Sanitario Tomas Dore.
“Anche in questo caso, secondo il mio punto di vista – argomenta De Pellegrin - ci sono enormi potenzialità. Non solo per la sua posizione strategica quasi al centro dell’isola, ma anche perché è molto strutturato sulla riabilitazione. Ho visto moltissimi utenti, in carrozzina, tetraplegici e anche più gravi. Nel 2018 si potrebbe improntare un progetto di avviamento. Dore e Poddighe hanno già trovato formule e tempi per sottoscrivere una convenzione; mi auguro di vedere qualcosa di già strutturato anche là, magari la prossima primavera”.

LE IMPRESSIONI DEL PRESIDENTE PODDIGHE

Sulla due giorni vissuta a stretto contatto con Oscar De Pellegrin prende la parola anche il presidente CIP Sardegna Paolo Poddighe: “La dottoressa Campus si è espressa in toni molto positivi sull’operato del CIP all’Unità Spinale. Stiamo lavorando per un ulteriore passo in avanti mirante a portare i degenti verso le società sportive. Il nostro comitato ha strutturato un’organizzazione di sport terapia allacciando contatti con la struttura sanitaria, lo staff medico e quello fisioterapico. Abbiamo dato una grande immagine di efficienza”.
Poi si pronuncia anche sull’esperienza vissuta nell’istituto oristanese: “Al Santa Maria Bambina, centro di eccellenza dotato di apparecchiature d’avanguardia, abbiamo visto disabili in carrozzina, paraplegici, e pazienti in riabilitazione provenienti da tutta la Sardegna. Avvieremo il progetto a partire dal prossimo anno e penso che anche i disabili più gravi potrebbero essere indirizzati verso la disciplina della Boccia. E poi ho scoperto che grazie alle loro specifiche apparecchiature, due atleti paralimpici di Tiro a Volo hanno perfezionato le loro abilità. Sarà nostro compito coinvolgere un numero sempre superiore di persone con disabilità e orientarlo verso un programma di preparazione fisica che consenta loro di facilitare il loro esordio in un’attività sportiva”.

LE CONCLUSIONI DI OSCAR DE PELLEGRIN

Tra 22 Unità Spinali convenzionate sparse nella Penisola gliene mancano ancora 6. Oscar De Pellegrin va avanti con tanto ottimismo in corpo: “Ho visitato fino ad ora delle realtà complessivamente positive dove tutti mettono tanta buona volontà. Apprezzano molto il nostro interessamento e noi ricambiamo fornendo tante informazioni utili che vanno incontro alle loro esigenze. Il mio compito è di essere d’aiuto al Comitato e far partire i vari progetti. Terrò il modello riabilitativo sardo bene a mente per portarlo in altre zone dove non hanno ancora trovato o consolidato relazioni con le dirigenze. Mi piacerebbe se sia a Cagliari, sia a Oristano, nella fase delle pre dimissioni, si organizzassero degli incontri esterni con responsabili di società e impianti sportivi. Sarebbe un passo molto importante perché attraverso lo sport si insegna il toccare nuovamente con mano la società, favorire l’integrazione e farsi vedere nella nuova vita. Fare quindi anche un percorso di accettazione”.
Oscar De Pellegrin ha dei sogni da realizzare: “Auspico che questo progetto venga diffuso in tutto il territorio nazionale. E vorrei vedere raddoppiate le convenzioni per l’utilizzo dello sport nel panorama riabilitativo. Seguo volentieri questo incarico perché mi fa piacere venire incontro a coloro che vivono quella fase particolare in cui non hanno sicurezze e basi sulle prospettive di vita. Ciò che mi ripaga dalle mie fatiche è strappare un sorriso a queste persone, specie dopo che ho raccontato la mia storia o quelle di tanti altri campioni paralimpici. Grazie al grande contributo che lo sport mi ha dato su tanti aspetti, mi ritengo una persona fortunata, soprattutto perché ho sviluppato la sensibilità di aiutare gli altri”.