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CIP Sardegna: intervista al campione paralimpico Giovanni Achenza da Oschiri
CAGLIARI, 9 LUGLIO 2018 - Fa contenti i tifosi, ma in fondo lui non si sente ancora all’altezza. Al leggendario atleta paralimpico Giovanni Achenza da Oschiri non basta aver fatto sognare i suoi connazionali col bronzo alle Paralimpiadi di Rio due anni fa. Non si sente appagato in questi primi sei mesi del 2018 durante i quali ha già collezionato quattro maglie da Campione d’Italia, da spartire tra paraciclismo e triathlon. Già, perché accasatosi nella titolata società delle Fiamme Azzurre, vorrebbe ottenere risultati eclatanti sul fronte internazionale, quasi a ringraziare il suo nuovo team per aver scommesso su di lui con tanto ardore. Ma anche misurandosi con i mostri sacri d’oltre confine, il Nanni isolano dimostra di essere competitivo, sfiorando per due volte il podio nelle tappe del World Paralimpic Triathlon a Yokoama e sul Lago d’Iseo. In entrambe le circostanze si è dovuto arrendere ai due olandesi Jetze Plat e Geert Schipper, per ora inarrivabili, e all’inglese Joseph Townsend, più abbordabile ma dalle forze maggiormente fresche. Chi gli sta vicino lo esorta ad andare avanti e a bearsi con consapevolezza di ciò che il suo intenso lavoro sta producendo giorno dopo giorno, grazie anche al lavoro svolto dal suo tecnico Mattia Cambi.
Tanta carne al fuoco che inorgoglisce il Comitato Italiano Paralimpico isolano, soprattutto il suo Commissario Straordinario Paolo Poddighe che nei confronti di Achenza ha sempre avuto un occhio di riguardo, anche in chiave promozionale perché di atleti come lui la Sardegna ne ha grande bisogno per stanare nuovi e potenziali atleti con disabilità
È quindi doveroso riassumere la sue ultime imprese. Ad iniziare da quella di Montelupo Fiorentino del 25 febbraio dove conquista il titolo nazionale nel Duathlon. Il ciclismo non è da meno: si impone prima a Francavilla a Mare negli Assoluti Italiani di Crono (26 maggio) e poi a Darfo Boario (1 luglio) nella competizione tricolore di Handbike in linea. Un mese prima, a Porto S. Elpidio, si laurea Campione Italiano di Paratriathlon.
Sono due gli appuntamenti che non vorrebbe fallire con il Paratriathlon nell’ultima fase della stagione: prima gli Europei a Tartu (Estonia) dal 19 al 22 luglio. Dopo aver trascorso un mese in altura (a Livigno) per la preparazione dei Mondiali, sarà in Australia (Goald Coast), dal 12 al 16 settembre.
Direi che questo primo semestre 2018 ti ha riservato tante belle cose..
Dal mio punto di vista sono successe cose poco interessanti. Mi sto rodendo dentro per non essere riuscito a salire sul podio sia in Giappone, sia, soprattutto, qui in Italia. Credo di non essere ancora pronto a livello fisico.
Avversari imprendibili?
I due olandesi sono di livello altissimo, ma abbiamo disabilità diverse. Ad uno manca solo il piede, il secondo ha una lesione midollare, ma quando deve affrontare uno specchio d’acqua lo fa restando in piedi.
Non sembra che siate sullo stesso piano..
Hanno separato le categorie. Lo scorso anno sono stato classificato H1. Dopo un sacco di accertamenti, forse perché reduce dal bronzo di Rio, mi hanno trasferito in H2, con i più forti. Però ci sono altri atleti internazionali che pur avendo le mie stesse abilità sono rimasti in H1. La Fitri (Federazione Italiana Triathlon) sta provvedendo affinché sia fatta luce sul caso.[MORE]
E sul conto di Townsend cosa hai da dire?
Sta prevalendo su di me perché dimostra di essere più forte nell’ultima frazione ed è anche più giovane, abbiamo 17 anni di differenza.
Da buon sardo testardo non ti dai per vinto!
Assieme ai tecnici della nazionale stiamo studiando parecchi dettagli. Per esempio, a breve, indosserò una muta nuova. Stiamo attendendo l’arrivo della carrozzina olimpica in carbonio, molto più leggera di quella che ho in dotazione attualmente. Avrà le ruote assai performanti; ci siamo accorti che c’è una differenza notevole tra un cuscinetto normale e un cuscinetto ceramico che può abbassare i limiti di percorrenza di circa venti secondi a chilometro. Mi auguro che il tutto ci venga consegnato nel più breve tempo possibile.
Nel 2018 hai cambiato anche casacca.
Le Fiamme Azzurre mi hanno accolto molto bene. Non è da tutti riuscire ad entrare nei corpi militari. Sono molto contento di gareggiare con questa maglia. Spero di riservare loro grandi gioie agli Europei o ai Mondiali con un podio.
Anche col paraciclismo non hai nessuna intenzione di scherzare
Ho disputato gli Italiani per capire quali fossero le mie reali condizioni dopo il cambio di allenatore, visto che ora mi segue Mattia Cambi. Devo dire che la crescita è confermata anche dai risultati perché ho vinto sia il campionato Italiano Crono Handbike, sia quello in linea e in questo ultimo caso posso dire di essermi espresso davvero alla grande..
Tanti appuntamenti in giro per il mondo, ti ricordi com’è fatta la Sardegna?
Sembro una pallina da ping-pong. Mi sposto da una parte all’altra. Rivedrò casa mia quando termina la stagione agonistica. A fine ottobre spero di respirare nuovamente aria sarda.
Per fortuna che su Facebook c’è il Giovanni Achenza Fans Club.
Se ne occupa mia figlia Franca. E’ bello avere un fan club tutto sardo. Per lo più è composto da miei compaesani, ma ci sono tanti altri conoscenti che navigano su Facebook per avere aggiornamenti sui miei risultati. Devo dire che i miei sostenitori sono contenti di quello che sto realizzando.
Il Commissario Straordinario del Cip Sardegna Paolo Poddighe spera sempre che grazie al tuo esempio, tanti altri disabili intraprendano la carriera sportiva
Sono sempre più del parere che per fare paratriathlon ad alti livelli bisogna spostarsi dalla Sardegna. In tanti pensano che sia una disciplina faticosa e la lasciano stare. Se invece si avvicinassero troverebbero un bel movimento e un bell’ambiente. La mia speranza è che qualcuno prenda coraggio e ci provi. Da parte nostra cercheremo di pubblicizzare sempre il nostro movimento.
Nelle tue esperienze in Penisola hai avuto modo di conoscere la paratleta sarda Rita Cuccuru.
Il padre abita a Uri ma assieme alla sorella si è trasferita a Maranello. L’ho conosciuta nell’ambito ciclistico alla maratona di Roma. Purtroppo per lei, in occasione di Rio 2016, nel Paratriathlon non c’era la sua categoria. Ci ha provato col ciclismo con due slot a disposizione, ma davanti a lei c’erano due nomi molto importanti tra cui la campionessa del mondo Francesca Porcellato. Sto facendo il possibile per farla rientrare nel Triathlon perché a Tokio 2020, al 99%, ci sarà la sua categoria. Se rientrasse l’accoglieremmo a braccia aperte perché è un’atleta d’alto livello.
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