CIP Sardegna: gli esiti di Agitamus a Quartu S. Elena
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CAGLIARI, 4 FEBBRAIO 2019 - Un ripasso su tematiche già visitate negli anni passati. Per gli scolari dell’Istituto comprensivo ad indirizzo sportivo Porcu – Satta di Quartu S. Elena sposare Agitamus è servito ad affinare le loro conoscenze e sviluppare con maggiore presa di coscienza vari aspetti che ruotano attorno ad una sana convivenza con la disabilità.
Nel corso del convegno conclusivo gli alunni hanno dato il loro solido contributo sempre con il sorriso sulle labbra, facendo intendere che si può arrivare a risultati seri e a volte raccapriccianti anche in maniera giocosa; frutto dell’intesa collettiva tra classi e insegnanti diversi.
La platea dell’auditorium di via Turati era numerosa, allietata dalla presenza del Commissario straordinario del CIP Sardegna Paolo Poddighe che di Agitamus se n’è subito innamorato, adottandolo e prodigandosi nel trovare risorse anche esterne (Regione Sardegna in primis) per espanderlo in più scuole dell’isola.
Presente anche il MIUR rappresentato dai coordinatori regionale e provinciale Marco Uselli e Antonio Murgia.
Il dirigente dell’istituto Vincenzo Pisano ha fatto gli onori di casa spalleggiato dallo staff che ha coordinato il progetto: c’era lo psicologo dello sport Manolo Cattari, la collaboratrice organizzativa Monica Pirina, il tessitore dei rapporti col la scuola Marco Pinna. Ospite di riguardo il presidente della Federazione Italiana Tennistavolo Sardegna Simone Carrucciu che al Porcu-Satta è di famiglia per via delle numerose iniziative che ha appoggiato, tra cui la pratica scolastica dello sport noto anche come ping – pong.
Durante le esibizioni gli studenti hanno dato prova del loro grado di istruzione piuttosto approfondito, facendo intendere di conoscere a menadito il CIP e la sua mission in Italia. Sviscerato nel miglior modo possibile anche il concetto di empatia, sia nei suoi contenuti generali, sia applicato al microcosmo quartese.
Merito del referente scolastico Ignazio Mulas che ha coinvolto il team di docenti che per la scuola primaria era composto da Maria Grazia Arba e Betty Orrù Schirru, mentre per la secondaria di secondo grado si sono mobilitate Silvia Cortis (vedere intervista in basso), Cristina Pala e Giovanna Sarigu.
Indispensabili sono stati gli incontri ravvicinati che le scolaresche coinvolte hanno avuto con diversi atleti paralimpici: nell’ambito della disabilità intellettivo relazionale è intervenuta la campionessa del mondo di atletica FISDIR Chiara Statzu della Sa. Spo. Cagliari. Per la disabilità fisica sono stati trascinanti i dialoghi intercorsi con il pongista in carrozzina Daniel Maris (Tennistavolo Quartu) e la campionessa di nuoto della Sa. Spo. Francesca Secci (vedere intervista in basso).
Le difficoltà palesi che una persona disabile può incontrare vagando per Quartu S. Elena sono state documentate in un video realizzato con pizzichi riuscitissimi di ironia da parte degli studenti. Muniti di carrozzina si sono resi conto che esercizi commerciali, luoghi di culto, strade, e tanto altro sono inaccessibili a chi non può fare affidamento sull’uso delle gambe.
“Speravo che il primo cittadino della terza città della Sardegna Stefano Delunas partecipasse all’iniziativa – dice un rammaricato Paolo Poddighe – anche perché appuntamenti di questo tipo hanno il vantaggio di sensibilizzare la gente in un modo diverso, più autentico, basati su iniziative provenienti dalla classe dirigente del domani. Constatata la mancanza delle istituzioni civiche, mi prodigherò affinché il video elencante gli evidenti limiti strutturali di Quartu S. Elena venga proiettato durante un consiglio comunale”.
Il timoniere del CIP è totalmente coinvolto dall’ultimo appuntamento clou di Agitamus dell’11 febbraio 2019, quando alla Fiera di Cagliari, in via Armando Diaz arriverà il presidente nazionale del CIP Luca Pancalli: “Ringrazio Luca per aver accettato l’invito. Coinvolgeremo tutte le scuole che hanno partecipato a questo primo step di Agitamus, sarà un bellissimo incontro dove approfondiremo assieme i concetti chiave che stanno alla base dei nostri intenti”.
IL PENSIERO PROFONDO AIUTA A COGLIERE L’ESSENZA DI AGITAMUS: PARLA SILVIA CORTIS
Da Sassari a Quartu S. Elena, passando per Porto Torres, Nuoro e Santulussurgiu: nelle scuole legate ad Agitamus si è riscontrato il totale consenso del corpo docente.
Nel caso del Porcu-Satta ecco la testimonianza di Silvia Cortis: “Sono reduce da un’esperienza molto formativa – ha detto - perché i nostri alunni si sono approcciati con nuove realtà, assimilando anche le dinamiche di discipline sportive poco conosciute. Aspetto ancor più importante è che hanno potuto riflettere su tematiche che conoscevano, ma stimolati da Manolo Cattari e il suo staff si sono calati in una dimensione introspettiva molto importante. L’aver documentato attraverso il video i tanti ostacoli presenti che non permettono una libera deambulazione del disabile dimostra quanto le città, in generale, non siano ancora modellate per garantire un’esistenza dignitosa a queste persone. I ragazzi volevano semplicemente lanciare un messaggio chiaro su cosa fare per garantire maggiore civiltà nella normale routine quotidiana. Certe cose fanno meditare solo se provate”.
Più volte è emerso come i piccoli discenti si siano immedesimati nell’altro in modo giocoso: “La cosa più bella di tutta questa attività è che pur essendo formativa, si trasforma in festa – continua l’insegnante - dove il divertimento è preponderante; il lato ludico è servito per imparare e trarre tanti insegnamenti. Anche negli incontri con gli atleti si sono messi in gioco, coinvolgendo totalmente chi si trovava di fronte. Ci auguriamo che Agitamus continui con altri alunni della nostra scuola; per noi docenti è stata un’opportunità atta a diffondere le dinamiche del progetto ai restanti colleghi del Porcu-Satta. Le cose sperimentate hanno avuto delle ricadute nelle classi non coinvolte direttamente”.
Che segni lascerà Agitamus nel tempo? Secondo Silvia Cortis il non essere perfettamente uguali è sempre un arricchimento per tutti. “Si è disabili perché gli altri ti fanno sentire così – conclude - ma in realtà tutti hanno le proprie peculiarità che convergono nei punti deboli e in quelli di forza. Condividerle con gli altri è fondamentale: stando tutti assieme si risolvono i problemi della vita. Quando con le classi ci siamo soffermati sugli esercizi inerenti la fiducia, infatti, è emerso che è necessario fidarsi degli altri, perché abbiamo sempre bisogno del prossimo”.
PIU’ CHE TESTIMONIAL, UNA DELLE IDEATRICI DI AGITAMUS: LE IMPRESSIONI DI FRANCESCA SECCI
Sua è stata l’idea di rendere i ragazzi attori-collaboratori e non dei semplici destinatari passivi delle informazioni elargite dagli organizzatori. E poi è stata promotrice della verticalità tra le classi in modo che gli studenti delle medie fossero in grado di trasmettere queste informazioni agli omologhi delle classi inferiori.
La pluri campionessa di nuoto paralimpico Francesca Secci vanta una proficua amicizia con Manolo Cattari e grazie ai reiterati incontri tra lui e l’insegnante di Porto Torres Caterina Manca, Agitamus ha preso il sopravvento. L’atleta selargina ha subito colpito lo psicologo dello sport per come riesce ad interagire con i bambini e in seguito a incontri estemporanei fatti in qualche scuola del Capo di Sopra si è poi giunti all’elaborazione del progetto vero e proprio.
Sei potuta intervenire solo al Porcu-Satta di Quartu. Come mai?
Dopo essere stata presente nella stesura della parte progettuale, l’idea è che partecipassi con maggiore frequenza a tutti gli appuntamenti. Ero stata protagonista durante il progetto pilota di Porto Torres, poi gli impegni di lavoro mi hanno bloccato. Alla fine sono riuscita ad incontrare solo gli alunni della scuola primaria.
Impressioni da Quartu?
Bella esperienza, i bambini sono curiosi, hanno formulato domande intelligenti. Sono rimasta molto contenta.
Hai in serbo qualche nuova idea?
Nelle scuole primarie le scienze motorie non sono ancora contemplate e vengono praticate solo in presenza di progetti ad hoc. Sarebbe bello se qualcosa cambiasse. L’attività sportiva deve entrare anche lì.
Agitamus funzionerebbe ovunque..
E’ sicuramente esportabile nell’intero territorio nazionale perché le scuole funzionano tutte allo stesso modo e si troverebbero con facilità tutte le altre figure indispensabili, tra cui psicologi e campioni paralimpici.
E tu che cosa proporresti ad integrazione dell’esistente?
A me piacerebbe coinvolgere anche la scuola secondaria di 2° grado anche se so che sarebbe molto complicato per via delle esigenze didattiche differenti. Però sarebbe più logico che negli istituti sportivi una parte della didattica fosse dedicata all’attività paralimpica..
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