Cultura e Spettacolo
Cinema in lutto, addio al maestro Ettore Scola
ROMA, 20 GENNAIO 2016 - Il cinema italiano perde uno dei suoi mestri. Ettore Scola, il regista che sapeva raccontare l’Italia, si è spento nella serata di ieri all’età di 84 anni nel reparto di cardiochirurgia del Policlinico di Roma, dove stamani si sono recati diversi esponenti politici e colleghi per rendere omaggio alla salma: dal ministro dei Beni culturali, Enrico Franceschini a Walter Veltroni, passando per il regista Giuseppe Tornatore, l'ex dirigente del Pci, Fabio Mussi, oggi di Sel, e la figlia del compositore Riz Ortolani, autore di molte colonne sonore per le pellicole di Scola. Per volontà della famiglia la salma solo domani la salma sarà esposta all'omaggio pubblico nella Casa del Cinema di Villa Borghese, a partire dalle 10. [MORE]
Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha omaggiato il grande regista italiano e ha espresso il suo «profondo cordoglio» ai familiari. «Con Ettore Scola scompare un protagonista del cinema italiano. La cultura e lo spettacolo mondiali perdono un grande maestro che ha raccontato, con acume e sensibilità straordinari, vicende, personaggi e periodi della nostra storia contemporanea», così Mattarella ha commentato la scomparsa di Scola.
«Attraverso la macchina da presa ci ha fatto emozionare, ridere e soprattutto riflettere sulla nostra società e i suoi cambiamenti», ha invece osservato il presidente del Senato, Pietro Grasso. Laura Boldrini, presidente della Camera ha sottolineato la «militanza civile» di Scola, che, ricorda, «aveva dato ancora una volta testimonianza proprio nella piazza di Montecitorio, pochi mesi fa, nel suo appassionato intervento ai funerali di Pietro Ingrao».
Nel corso della sua lunga carriera, sempre all’insegna dell'impegno civile, politico e sociale, Scola ha anche fatto parte del governo del Partito Comunista Italiano, nel 1989, con la delega ai Beni Culturali
Chi era Ettore Scola
Campano di origine (era nato a Trevico, in provincia di Avellino il 10 maggio del 1931, poi trasferitosi a Roma con la famiglia da bambino), Scola ha raccontato l’Italia attraverso celebri pellicole, da "C'eravamo tanto amati" a "Una giornata particolare" a "La terrazza", ritraendo tutti i tipi di italiani, dagli intellettuali di sinistra ai commercianti in competizione sleale.
Dopo il liceo classico, Scola si iscrive a Giurisprudenza, ma ben presto intraprende un’altra strada. Negli anni Quaranta, infatti, inizia la collaborazione con trasmissioni e varietà per la radio e la neonata televisione. La sua “storia d’amore” col cinema comincia a metà degli anni Cinquanta. Prima sceneggiatore, in collaborazione con Age e Scarpelli, per film come Un americano a Roma (1954), La grande Guerra (1959) e Crimen (1960), poi regista. Il debutto dietro la macchina da presa risale al1964 con il film "Se permette parliamo di donne" scritto con l'amico Ruggero Maccari e interpretato da Vittorio Gassman.
Il successo popolare arriva con la commedia amara "Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?" con Alberto Sordi, Nino Manfredi, Bernard Blier. Il film fu il campione di incassi della stagione '68-'69. Con Sordi lavorerà per altre tre pellicole: La più bella serata della mia vita (1972), alcuni episodi del film collettivo I nuovi mostri (1977) e Romanzo di un giovane povero (1995).
Negli anni Settanta firma Dramma della gelosia - Tutti i particolari in cronaca (1970) e il capolavoro C'eravamo tanto amati (1974), nel quale ripercorre trent'anni di storia italiana dal 1945 al 1975 attraverso le vicende di tre amici interpretati da Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Stefano Satta Flores, tutti innamorati di Luciana (Stefania Sandrelli). Oltre a consacrarlo tra i maestri del cinema italiano, la pellicola gli regala il successo internazionale con premi al festival di Mosca, il César francese e tre Nastri d'argento.
Seguiranno altri importanti lavori come Brutti, sporchi e cattivi (1976), che gli permise di vincere il premio per la regia a Cannes e Una giornata particolare (1977) con Sophia Loren e Marcello Mastroianni, film nel quale, sullo sfondo della visita di Adolf Hitler a Roma, racconta la vita di un radiocronista omosessuale e della sua vicina di casa, una casalinga frustrata madre di sei figli e moglie di un fascista prepotente. La pellicola gli valse una delle sue quattro candidature all'Oscar come migliore pellicola straniera e gli regalò la vittoria di un Golden Globe.
Nel 1980 arriva La terrazza, altro film annoverato tra i capolavori del cinema italiano, che rappresenta un amaro bilancio di un gruppo di intellettuali di sinistra in crisi.
A seguire Scola firma La famiglia (1987), commedia che ripercorre 80 anni di storia italiana (1906-1986) con Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli e Fanny Ardant, grazie alla quale ottiene sei David di Donatello, sei Nastri d'Argento e una nomination all'Oscar come miglior film straniero. Tra le altre pellicole degne di menzione anche Splendor e Che ora è? con le quali Scola torna a collaborare con Mastroianni e si avvale del talento di Massimo Troisi.
La cena con Gassman, Ardant e Giancarlo Giannini e Concorrenza Sleale con Diego Abatantuono e Sergio Castellitto nei ruoli di due negozianti in lotta commerciale nell'Italia scossa dalle leggi razziali, sono tra le sue ultime opere cimenatografiche.
Negli ultimi anni Scola aveva firmato anche due documentari: uno dedicato alla sua città d'adozione, Gente di Roma, e un altro al suo grande amico Federico Fellini.
Infine, un documentario che raccontava la sua vita e la sua carriera: Ridendo e scherzando, presentato insieme alle sue due figlie Paola e Silvia aveva a novembre alla Festa di Roma, nel corso della quale dichiarò: «Il cinema è un lavoro duro ma si può, ridendo e scherzando, mandare qualche messaggetto, qualche cartolina postale con le proprie osservazione sul mondo. Il cinema è come un faretto che illumina le cose della vita».
[foto: mymovies.it]
Antonella Sica