Cinema, domani a Roma funerali di Carlo Delle Piane nella Chiesa degli artisti di Roma
Cronaca Lazio Roma

Cinema, domani a Roma funerali di Carlo Delle Piane nella Chiesa degli artisti di Roma

domenica 25 agosto, 2019

ROMA 25 AGOSTO - Si celebreranno domani pomeriggio nella Chiesa degli artisti di Roma i funerali dell'attore Carlo Delle Piane, morto ieri all'età di 83 anni. In 70 di carriera ha partecipato a 110 film, con i più grandi del cinema italiano: da Sordi a Fabrizi, da Totò a De Sica. Fortunatissimo in particolare il sodalizio con Pupi Avati.

Citazioni di Carlo Delle Piane Citazioni in ordine temporale. 
Io amo molto i ruoli più impegnativi, più complessi. Mi piace poi esplorare il personaggio che interpreto. Conoscerlo a fondo, cerco di immedesimarmi.

Totò era un grande uomo riservato, forse poteva dare l'idea di una persona triste, molto riservata, mai presuntuosa.
Da sempre ho vissuto il cinema in modo istintivo, animalesco. Giocavo a calcio e quando toccava a me dicevo le mie battute intonate. Era un modo di fare cinema diverso, più genuino. Quasi un gioco. 
Molti approfittavano della mia faccia strana, particolare. Ma non ho mai sofferto di questo.
Da Delle Piane: "Solo sul set le mie fobie spariscono" 
La Verità, citato in Cavevisioni.it, 28 gennaio 2017.
Non entro nelle sale. Ma credo di non perdermi molto. Amo troppo il cinema per intristirmi con le solite commediole. Forse sono diventato troppo esigente e soprattutto il cinema italiano, così provinciale, mi appare di una semplicità disarmante.

[Sul cinema straniero] Mi piace quello di Clint Eastwood, le sue regie così asciutte e personali. Penso a Million Dollar Baby e a Gran Torino. Non era facile prevederlo cineasta quando lo si vedeva nei panni di un cowboy. Mi piace anche Martin Scorsese. Andando indietro amo molto John Ford e Orson Welles: le nuove tecniche della regia e del montaggio sono nate con Quarto Potere e L'infernale Quinlan. E poi Billy Wilder, il più grande di tutti nelle commedie.
Marlon Brando è stato il vero innovatore, libero di inventare e aggiungere i suoi tic. La recitazione moderna è nata con lui, prima erano tutti così misurati. Senza Marlon Brando non ci sarebbe stato Robert De Niro. 
Non amo molto il cinema di Sergio Leone. Lo trovo un po’ ricercato, troppi primi piani.
[Sulla politica italiana] Ne sono totalmente disgustato: vedo solo ipocrisie, false promesse per accaparrarsi i voti, sempre più politici indagati. 
Da Carlo Delle Piane: "In 70 anni di carriera Pupi Avati il regalo più bello"
Intervista di Fulvio Fulvi, Avvenire.it, 12 ottobre 2017. 
Frequentavo le medie al Pio XI di Roma e gli assistenti del regista Duilio Coletti cercavano tra gli alunni i ragazzi da far recitare nel film Cuore. Feci un provino e mi scelsero per interpretare Garoffi.
Dicevo tra me e me le battute ma non mi rendevo conto di quello che facevo, non capivo l'importanza del mestiere che stavo invece imparando. Era un gioco. 
Buster Keaton. Lo studiavo, volevo essere come lui. Ho sempre ammirato la sua essenzialità, l'asciuttezza della recitazione.

Non sono stato sempre apprezzato da colleghi e registi per quello che valevo realmente. L'unico vero amico che ho avuto è stato Aldo Fabrizi. Ma anche lui non era molto amato dai colleghi perché diceva sempre quello che pensava e non scendeva mai a compromessi.
Grande professionista, Sordi. Ci siamo rispettati a vicenda. Era divertente lavorare con lui. Ma non siamo mai diventati amici. 
[Riferendosi a Pupi Avati] C'è sempre stato un grande rispetto tra me e il maestro: lui ha capito che io potevo dare molto al cinema e mi lasciava abbastanza libero di inventare i personaggi che lui aveva delineato.

Fonte immagine (Cinque Quotidiano)


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