Economia

Ciconte su riordino delle Province

Catanzaro, 26 ottobre 2012 - Non meriterebbe alcuna risposta chi pensa di eludere le proprie responsabilità riguardo alle spaccature emerse sia all’interno della maggioranza, sia all’interno della minoranza, nel corso dell’ultima seduta del consiglio regionale, sulla delicata questione del riordino delle Province.

Sottolineo ancora una volta, con forza e determinazione, che sarò profondamente rispettoso della pronuncia di un organo terzo qual è la Corte Costituzionale su Vibo e Crotone. Ma nel caso non dovesse essere accolto il ricorso che all’unanimità è stato votato in Consiglio, ribadisco fin d’ora la mia posizione espressa con veemenza e tra l’altro registrata, sia in conferenza dei capigruppo così come nell’aula consiliare, ovvero la ricostituzione della Provincia madre di Catanzaro.

Nei giorni scorsi ho avuto modo, in più occasioni, di chiarire il perché della proposta, avanzata e sostenuta senza indugi e sotterfugi, non per mero spirito campanilistico, ma semplicemente perché convinto che tale soluzione sia l’unica in grado di garantire il vero riequilibrio territoriale e demografico della Calabria. Questo, poi, è quanto ho sostenuto in modo esplicito nel corso del consiglio congiunto di Comune e Provincia che si è tenuto a Catanzaro.

Nella conferenza dei capigruppo che ha preceduto la seduta del Consiglio Regionale di mercoledì scorso poi, mi sono inizialmente rifiutato di sottoscrivere il documento proposto dalla maggioranza perché, in esso, non era chiaramente espresso che in caso di non accoglimento del ricorso da parte della Corte Costituzionale, la proposta del consiglio sarebbe stata quella della ricostituzione della provincia madre di Catanzaro. Ed è solo dopo aver ricevuto rassicurazioni da parte dei presidenti della giunta e del consiglio regionale, ribadite da Scopelliti nel corso del suo intervento in aula - che nel caso di pronunciamento negativo della Consulta i territori crotonesi e vibonesi sarebbero accorpati alla Provincia di Catanzaro - che ho deciso di aderire e votare il documento.[MORE]

 

Vincenzo Antonio Ciconte