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Ciclismo, Antonio Nibali: "Sogno di arrivare dov'è arrivato mio fratello"
MESSINA, 15 MAGGIO 2013 – Antonio Nibali, probabilmente un futuro campione di ciclismo e fratello minore di Vincenzo, si racconta in esclusiva ai microfoni di InfoOggi. Tante le curiosità svelate dal giovane Nibali, sogna una grande carriera come quella del fratello maggiore.[MORE]
Antonio la prima domanda è quasi scontata, che tipo di pressione si percepisce ad avere un fratello come Vincenzo? E poi, come giudichi la sua prova a questo Giro d’Italia 2013?
“Avere un fratello così è stupendo, uno tra i più forti campioni sul panorama mondiale del ciclismo. Il Giro lo sta affrontando in maniera tranquilla, lui è molto sereno e sta andando davvero forte. Sta dando il meglio di se stesso con tutta la squadra, peccato per qualche componente del team che ha avuto qualche problema fisico ma per fortuna si stanno riprendendo. Ma nel complesso stanno andando tutti bene, sia Agnoli che Tiralongo così come Vanotti”.
Antonio Nibali tra il 2011 e il 2012 ha conquistato un secondo posto nel “Giro Ciclistico delle Pesche Nettarine di Romagna”, a Castel San Pietro Terme, e poi sempre un secondo posto nella “Pistoia-Fiorano”. Hai ancora una carriera davanti, qual è il tuo sogno?
“La carriera che ho davanti è ancora abbastanza lunga, il mio sogno è ovviamente quello di arrivare dov’è arrivato mio fratello, ovvero essere un campione al Giro d’Italia. Ovviamente i ‘Nibali’ non nascono tutti campioni, però già partecipare al Giro sarebbe una grande vittoria”.
Secondo te, per quanto riguarda la lotta al doping, anche viste le ultime scoperte con uso di sostanze proibite nel ciclismo amatoriale, è giusto radiare a vita un atleta trovato positivo al doping?
“Secondo me sì, è giusto. Anche perché le persone in se e per se non se ne rendono conto, però è come se si trasformasse in una droga, più ne fanno uso e più senti il bisogno di continuare ad assumere determinate sostanze. L’unico modo per cercare di arginare questo problema è proprio quello di arginare questo tipo di persone. Poi, parliamoci chiaro, una persona che lo fa nel mondo dei professionisti mette a rischio la propria carriera cercando però di vincere per conquistare soldi, ma nel ciclismo amatoriale non si guadagna nulla, perciò la cosa è ancora più grave”.
Tornando a parlare di te e Vincenzo, durante le vacanze vi allenate insieme e, soprattutto, qualche volta sei riuscito a batterlo?
“Noi durante le vacanze ci ritroviamo a casa, a Messina, soprattutto nel periodo natalizio. Ma proprio in quel periodo noi ci troviamo di una fase di scarico e di riposo. Certo, qualche volta ci sfidiamo, ma è difficile battere un campione”.
Un tuo giudizio, Vincenzo dovrebbe migliorare sotto qualche aspetto?
“Secondo me Vincenzo ha raggiunto la massima esperienza e la massima forza, a mio parere non c’è più nessun aspetto in cui lui debba migliorare. Le sue caratteristiche sono migliorate al 100% e ormai lui devo solamente cercare di mantenere alto il suo ritmo attuale”.
Meglio di te non può dircelo nessun altro, l’agonismo nelle categorie minori è eccessivo? Potrebbe essere un problema per i ragazzi che vogliono cimentarsi in questo sport?
“In effetti l’agonismo è leggermente eccessivo, però non talmente eccessivo da far allontanare i giovani da questo sport. C’è sempre la possibilità, nella fase di proiezione al mondo dei professionisti, di migliorare ancora di più”.
Un’ultima domanda che rivolgo non solo a te ma anche a Vincenzo, sperando di ricevere a breve un suo parere. Avete in mente, a carriera finita, di tornare in Sicilia, magari proprio nella vostra bella Messina per incentivare in qualche modo il ciclismo al sud Italia? Anche perché il ciclismo del Sud, correggimi se sbaglio, ha bisogno di figure importanti per crescere.
“Si è vero, qui in Sicilia il ciclismo ha bisogno di figure importanti per crescere. Ora non saprei esprimermi da qui a fine carriera, però sarebbe un progetto interessante per far avvicinare i giovani a questo mondo favoloso qual è il ciclismo”.