Estero
Cia, arrestato ex agente: ha venduto la rete dei collaboratori degli 007 in Cina
WASHINGTON, 17 GENNAIO - La rivelazione è del New York Times: Jerry Chun Shing Lee, ex agente della Cia, avrebbe passato al controspionaggio cinese i nomi di una ventina di collaboratori degli 007 statunitensi. I collaboratori “venduti” da Lee sono letteralmente spariti tra il 2010 e il 2012 e alcuni di loro sarebbero stati giustiziati. Solo adesso l’Fbi ha arrestato Jerry, dopo anni di indagini. [MORE]
Jerry Chun Shing Lee, 53 anni, è un cinese naturalizzato americano che ha lavorato per la Cia, a Pechino, tra il 1994 e il 2007. Nel 2007 la carriera di Jerry finisce su un binario morto e l’ex funzionario decide di vendicarsi. Non butta via l’agenda con i nomi in codice, le identità e i numeri di telefono degli agenti cinesi che collaboravano con lo spionaggio statunitense, ma anzi li vende al controspionaggio di Pechino, che risponde eliminando le spie e giustiziandone, stando alle notizie in possesso della Cia, una dozzina.
Lee, noto anche come Zhen Cheng Li, aveva cominciato la sua carriera alla Cia come “case officer” e, anche dopo aver lasciato il servizio, aveva conservato il nullaosta top secret, firmando impegni a non rivelare mai particolari sulla sua attività. Il suo arresto apre adesso un vespaio: nel 2015 la Cia aveva dovuto richiamare tutti i suoi uomini da Pechino, scoperti dal controspionaggio comunista. Non c'è alcuna prova, al momento, che sia stato l'ex agente a tradire i compagni, ma la posizione di Lee non è delle migliori.
Era stato sempre il New York Times, nel maggio scorso, a rivelare la storia delle spie giustiziate. Pechino, dal canto suo, aveva fatto sapere che “i giornalisti yankee leggono troppi romanzi”. Al tempo stesso, però, i cinesi osservarono che “se parte della ricostruzione fosse vera, sarebbe stato un grande e legittimo successo del nostro controspionaggio”.
Claudio Canzone
Fonte foto: ilsole24ore.it