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"Chiudere la maternità a Sanremo è da irresponsabili": dice Maurizio Ferrara dell'Idv

SANREMO 02 GEN. 2012 - I dati relativi alle nascite nella Provincia di Imperia nel corso del 2011 sembrano proprio dare ragione all’Assessore regionale alla sanità Claudio Montaldo del Pd: in provincia di Imperia il numero delle creature che vengono al mondo si ferma a 1495 con un preoccupante squilibrio a favore dei parti accaduti nel nosocomio del capoluogo, quasi mille, rispetto a quelli avvenuti nel reparto ostetricia dell’Ospedale di Sanremo, poco più di cinquecento. [MORE]


Ciò avviene nonostante Imperia conti appena quarantamila abitanti, ed il suo hinterland sia abbastanza spopolato, mentre a Sanremo risiedano quasi sessantamila persone, senza contare il suo bacino d’utenza che include pure Ventimiglia. Raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità alla mano, dunque, parrebbe che tenere aperta l’ostetricia nella Città dei Fiori rappresenti non solamente una diseconomia ma addirittura un pericolo per la salute di partorienti e neonati. L’Oms, infatti, afferma con sicurezza, ed indagini scientifiche sembrano assolutamente confermare quest’assunto, che una maternità con meno di cinquecento parti all’anno deve essere per motivi di sicurezza assolutamente chiusa.


Quella di Sanremo si avvicina pericolosamente a questa soglia ed il “ trend” sembra proprio non volersi invertire tanto che pure il primo vagito del 2012 nell’Imperiese, quello del piccolo Thomas Ferretti di famiglia sanremese doc tra l’altro, è avvenuto nelle prime ore della mattina di Capodanno al nosocomio del Capoluogo provinciale. Il paradosso, infatti, è costituito pure dal fatto che molte delle partorienti che scelgono l’ospedale di Imperia risiedono proprio nella Città dei Fiori o nelle sue immediate vicinanze. Anni fa avrebbero partorito a Sanremo, ora non è più così. Sono in gran parte di nazionalità italiana od albanese ed affermano di fidarsi molto più dell’Ospedale di Imperia che di quello della città in cui vivono.


Difficile risalire alle cause vere del fenomeno anche se a denti stretti qualcuno insinua come esse possano essere di natura xenofoba: la presenza di tante partorienti d’origine extra- europea o romena a Sanremo, insomma, allontanerebbe le italiane o, tra le immigrate, quelle che da più anni risiedono in Italia dove sono perfettamente integrate, come le albanesi per l’appunto. Una causa legata all’ ignoranza è dunque all’origine del fenomeno.


Fatto sta che, dati alla mano, per il reparto neo- natale di Imperia si preannuncia un futuro roseo mentre le campane a morto sembrano suonare per quello di Sanremo. L’Assessore ligure alla Sanità Claudio Montaldo ha comunque lasciato al direttore dell’Asl “ Imperiese”, il dottor Cotelessa genero dell’ex Sindaco del centro- sinistra di Sanremo Claudio Borea, carta bianca nella scelta legata alla ristrutturazione dell’Unità complessa di ostetricia e ginecologia nella Provincia dell’estremo Ponente ligure con l’unico vincolo di sopprimere la duplicazione del servizio tra Imperia e Sanremo.


L’Italia dei Valori non è rimasta con le mani in mano e, per bocca dell’Assessore regionale Gabriele Cascino che a Sanremo svolge la professione di avvocato e risiede nella vicina Taggia, manifesta tutta la sua contrarietà. Cascino, tra l’altro, è pure Coordinatore provinciale per l’Imperiese del partito del Gabbiano che vola. Contrario alla soppressione del reparto a Sanremo è pure l’Assessore ai servizi alla persona di Taggia Domenico Garofalo, sempre dell’Idv, mentre veramente furente è il coordinatore cittadino della Città dei Fiori del medesimo partito, Maurizio Ferrara.


“Chiudere Ostetricia a Sanremo è una scelta risibile ed irresponsabile. La Città dei Fiori è, infatti, baricentrica rispetto all’intera Provincia di Imperia e, dopo la soppressione dell’analogo servizio all’Ospedale di Bordighera, è da folli costringere una gestante, magari con pochi mezzi a disposizione, di Ventimiglia ad andare ad Imperia, distante oltre quaranta chilometri. In caso di un’emergenza, che ne so di un parto a rischio, a Pigna od Isolabona a cosa dovremmo assistere?


Alla morte di partoriente e feto prima che la paziente giunga, attraverso vie tortuose, ad Imperia? “ afferma stentoreo Ferrara che si dice pronto a fare le barricate per salvare il punto- nascite matuziano. Fatto sta che, secondo la cruda realtà dei fatti, risulta che pure le gestanti del Ponente della Provincia si fidano più dei ginecologi e delle ostetriche del capoluogo rispetto ai loro colleghi della Città dei Fiori. Intanto all’ospedale di Sanremo sono state costruite nuove e capienti camere mortuarie proprio nei giorni in cui si iniziava a parlare della chiusura di Ostetricia al Borea. Un metaforico contrappasso che pare voler assegnare alla Città del Festival un futuro da cimitero degli elefanti. <


Sergio Bagnoli