Cronaca

Chiomonte (Torino): gli inquirenti cercano nel cantiere una "talpa" No Tav

TORINO, 13 FEBBRAIO 2013 - Era l'8 Febbraio quando un operaio della Martina Service, che ha in gestione i cantieri della Tav a Chiomonte, in provincia di Torino, si accorse della presenza di un incendio che si stava propagando nel quadro elettrico. Dopo aver spento le fiamme, sono stati lanciati nella zona alcuni razzi da una cinquantina di manifestanti No Tav.

Per questa ragione, le autorità che si occupano di indagare sull'incidente, stanno valutando l'ipotesi che, all'interno del cantiere, vi sia una "talpa" affiliata ai dissidenti contrari alla Torino-Lione. Lo scopo dell'incendio era quello, probabilmente, di provocare un blackout per dare vita ad un assalto.[MORE]

Sono state le dinamiche dell'acaduto ad insinuare il sospetto della presenza di uno o più infiltrati, dato che l'impianto elettrico che andò a fuoco non è visibile dall'esterno. Inoltre, sono state valutate le tempistiche: i No Tav hanno infatti lanciato i razzi a circa quindici minuti di distanza dal momento in cui l'operaio della Martina Service notò e spense le fiamme. Iil movimento contrario all'alta velocità, che è nel mirino degli inquirenti, ha preso le distanze dal gesto smentendo l'ipotesi della "talpa".

Mentre si discute sulla dinamica dei fatti, le fonti giornalistiche rendono noto che sono stati scarcerati Lunedì due No Tav della Val di Susa, Cristian Rivetti ed Emanuele Davì, i quali sono stati fermati a seguito dell'assalto al cantiere di Chiomonte dell'8 Febbraio. Secondo il giudice Elisabetta Chinaglia, il fatto non sussiste, perciò ha scelto di non convalidare l'arresto.

(Foto da ultimaora.net)

Alessia Malachiti