Centoventidue anni di carcere per lo "stupratore seriale in bici"
Cronaca Lombardia

Centoventidue anni di carcere per lo "stupratore seriale in bici"

martedì 2 aprile, 2013

MILANO, 2 APRILE 2013 - Una condanna che molto probabilmente non troverà attuazione, un secolo e due decenni, questo è quanto chiesto dai pm Cristiana Roveda e Gianluca Prisco, per le ventidue aggressioni sessuali ai danni di pari donne nelle zone centrali e periferiche del capoluogo meneghino.

Avvicinate da San Babila, a piazza Duomo, nelle vicinanze del tribunale, a Porta Genova, nei pressi di Ticinese, in via Imperia, in viale Romolo, in via Nervesa, in via Boncompagni, fino alla metropolitana a San Donato.[MORE]

Sameh el Melegy, ventinovenne egiziano, elettricista di “professione” in sella alla sua bicicletta, avvistava le sue vittime mentre erano in giro, correvano al parco o fuori a qualche locale nelle ore notturne. Le avvicinava, le rapiva e abusava di loro, per poi risalire sul suo mezzo di “trasporto”. Ed è stato proprio quello a identificarlo, nel luglio dell’anno scorso, quando è stato arrestato.

Dal maggio 2009, aveva sparso terrore nel milanese. Centoventidue, gli anni chiesti dietro le sbarre, sommando tutte le imboscate subite dalle ragazze. Ovviamente è ben risaputo che la pena richiesta non verrà accolta, poiché il massimo è di trent’anni, e siccome l’uomo ha chiesto di essere processato con rito abbreviato, tutt’al più sconterà un terzo di quella prevista.

Ma ora, tutto è nelle mani del giudice Annamaria Gatto, che tra qualche giorno emanerà la sentenza e inoltre dovrà decidere sul risarcimento richiesto dall'avvocato Patrizio Nicolò per sei delle giovani donne costituitesi parte civile, pari a cinquecento mila euro.

Ed anche un risarcimento morale nei confronti della stesso capoluogo, per il quale al momento la giudice ha riconosciuto «"l'elevato numero di aggressioni a scopo sessuale" e soprattutto il fatto che siano avvenute tutte "per strada" rendono "evidente" come conseguenza potenziale "il discredito alla sfera funzionale del Comune" e "il grave detrimento all'immagine pubblica" della città».

(fonte: www.milanoradicale.it)

Rosalba Capasso


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