Fantasticherie del cuore
Chiacchiericcio e nebbia estiva oscurano l’altra riva!
Si dice che nel cuore di agosto non si dovrebbero fare dei discorsi impegnati, ma rimanere distesi e assolati in una forma culturale e sociale leggera aperta ad una genuina predisposizione mentale. Niente grandi pensieri e quindi alcuna discussione obbligata. L’altra riva può aspettare, si navigherà verso di essa magari in altri momenti.
Tutti sanno che il tempo è il primo punto dell’esistenza umana dal quale partire per raggiungere proprio l’altra riva, quella dell’eternità. È un errore dividere il tempo in base alle abitudini e alle mode di riferimento. L’uomo deve fare ciò che sente dentro di fare e non cosa la società dei consumi gli abbia preparato per l’estate in corso, con allegato decalogo tra l’altro più volte condiviso a larga maggioranza dal popolo in costume.
Si può perciò bivaccare con serenità, ma si può anche contestualizzare e analizzare liberamente qualche buona idea, qualche buon libro, qualche interessante articolo. È lapalissiano dire che prima o poi uno sguardo all’altra riva vada anche dato, nonostante la nebbia estiva ed i suoi chiacchiericci ipnotizzanti.
È difficile comunque essere ascoltati in questa direzione, ma proprio perché il chiacchiericcio ufficiale ha un volume così alto da impedire qualsiasi altra iniziativa individuale. L’uomo per natura guarda verso l’altra riva, anche se oggi lo si costringe a distrarsi tra mille colori e altrettante teorie che pretendono di affidare ad ogni conquista terrena le sembianze di una eternità che il giorno dopo appare tuttavia fittizia e non scaricabile da alcuna apposita App.
Per comprendere i misteri della vita umana si scelgono strade diverse in cui l’uomo tende ad essere il punto centrale di ogni ragionamento. Partire da sé stessi per accaparrarsi il cielo è un modo abbastanza frequente per ripetere all’inverosimile la stortura mentale e l’autodeterminazione interiore in cui si sta “nuotando”, relativizzando le sacre scritture e la presenza storica del Figlio dell’uomo.
La teologia che non si vergogna, parlo di quella fedele strettamente alla Parola, irrompe oggi sulle spiagge e nelle case ombrate ricordando la verità che ci appartiene e ci aiuta a vivere la vita migliore dopo aver scelto la giusta strada. È salutare leggere con attenzione e pace nel cuore il brano che segue:
“Così insegna all’uomo il nostro Dio: Io pongo dinanzi a te la benedizione e la vita, la maledizione e la morte, il paradiso e l’inferno, l’acqua e il fuoco, dove vuoi stendi la mano. Il desiderio del Signore è però uno solo: che l’uomo scelga la benedizione, la vita, il paradiso, l’acqua. Il nostro Dio può desiderare, può offrirci ogni dono di grazia e verità, di luce e di sapienza, mai però potrà costringere a scegliere la vita eterna nel suo paradiso. Questa scelta appartiene solo all’uomo. Solo la singola persona potrà operare questa scelta. Nessuno la potrà operare al posto di un altro”.
La teologia del Signore non si rivolge al singolo credente per spaventarlo o fidelizzarlo, ma solo per manifestare apertamente il desiderio di Dio di vedere salvo e redento ogni essere umano. La libertà di qualsiasi individuo è il valore più grande che il vangelo difende e promuove nel cuore degli uomini. La scelta finale su ogni cosa è personale.
Ecco perché ogni momento estivo, autunnale, invernale e primaverile è quello buono da non sottovalutare, senza allarmismi o secondi fini temporali, per virare con la propria barca verso l’altra riva superando le tempeste e godendo della “bonaccia” dei beni da sempre dono del Signore all’uomo. Talmente Dio è vicino ad ognuno che mette in guardia persino i suoi ministri terreni dal non essere tentati a svolgere con disattenzione il proprio mandato.
Un ministro che sbaglia la sua missione significa la morte interiore ed esteriore di un qualunque popolo. La dura, ma veritiera nota teologica che segue sintetizza e mostra con chiarezza questo aspetto che Papa Francesco, a modo suo, ha anche più volte citato.
“Avendo oggi molti ministri della Parola, molti maestri di essa, molti discepoli di Gesù, sovvertito il Vangelo nella sua purezza, questo insegnamento non potrà essere più offerto agli uomini. Se nella Chiesa del Dio vivente si insegna e si professa che l’inferno non esiste, che se dovesse esistere è vuoto, che alla fine della nostra vita sulla terra ci attende la beata eternità, che la perdizione eterna è contraria alla misericordia di Dio, a che serve ammaestrare l’uomo sulla perdizione eterna? Essa non esiste. Se poi a questo si aggiunge che il Vangelo non è via di salvezza e neanche la Chiesa è via di salvezza, perché Cristo non è via di salvezza per tutti, allora è veramente la fine. Che si insegni o non si insegni, la storia ogni giorno ci dice che si passa alla riva dell’eternità”.
La vita del singolo è nelle mani del Signore e nessuno sa quando Colui che crea ritirerà il Suo alito. Serve una immersione nella Parola per vivere la storia da protagonisti e non per esserne inghiottiti dalle tante tempeste reali o artificiali. Vale la pena per questo vivere le proprie vacanze nel modo migliore possibile, senza per questo essere vittima dell’alto volume del chiacchiericcio agostano imperante e dalla nebbia estiva che vietano agli occhi e al cuore la vista dell’altra riva dove ognuno, nonostante il freno a mano tirato dalla società odierna, dovrà passare.