Chi non ha torto non sempre ha ragione (in mediazione)
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Chi non ha torto non sempre ha ragione (in mediazione)

mercoledì 21 dicembre, 2011

21 DICEMBRE 2011- Secondo uno dei più celebri frammenti eraclitei, "ciò che è opposizione è accordo, e dalle cose discordi sgorga bellissima armonia". Dall’osservazione della circolarità del divenire, agli albori della cultura occidentale, l’uomo ha individuato nella contesa la regola del mondo: ogni cosa trapassa incessantemente nel suo contrario. Ma l’antagonismo non è che una verità apparente: gli opposti, opponendosi, generano armonia, in quanto uno non può esistere senza l’altro. Anzi, proprio perché si oppongono, gli opposti si assomigliano.[MORE]

Del resto, l’antonimia è uno dei procedimenti con cui categorizziamo i concetti. Tutta la nostra logica si basa sul fatto che ciò che non è vero è falso, e viceversa. Ma le res humanae quasi mai sono logicamente classificabili. L’ostacolo è l’individuo: le sue percezioni, la sua esperienza e la sua intelligenza rappresentano un unicum difficilmente accessibile nella sua interezza.

Dunque, per evitare la polarizzazione che è propria di un sistema avversariale e individualista, occorre sforzarsi di concepire gli “opposti” (lo Yin e lo Yang della filosofia cinese) non tanto come estremi divergenti, ma piuttosto come parti complementari di un tutto, che diventa così integrato e arricchito di ogni suo aspetto.

Nell’ambito dei diritti disponibili, la mediazione cerca di far convergere interessi apparentemente contrastanti, per condurre ad una composizione arricchita della situazione conflittuale. Il mediatore guida gli individui a ricostruire la loro vicenda, ad esprimere i propri bisogni nascosti e a considerare le ragioni dell’altro. Tutto ciò perché due “ragioni” opposte non sono necessariamente una ragione e un torto, ma possono essere semplicemente due punti di vista compenetrabili e congiuntamente produttivi.

Formarsi alla mediazione significa pertanto anche uscire dagli schemi mentali, quegli stessi che il futuro mediatore si è costruito come protagonista dei conflitti vissuti in prima persona. Il corso dell’Istituto Nazionale Telematico, grazie alla sua struttura, alla preparazione del corpo docente e al metodo didattico utilizzato, sa avviare accortamente a una professione tanto interessante quanto più implica sia una riflessione su se stessi sia un mutamento della propria forma mentis.

www.sapermediare.it

(notizia segnalata da Manuela Stocco)


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