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ROMA, 09 MARZO - Mercoledì otto marzo, milioni di donne, in più di 50 paesi, hanno fatto sentire la loro assenza attraverso uno sciopero di 24 ore che ha investito non solo il settore pubblico e quello privato ma anche la sfera familiare di ogni singola donna. Nelle intenzioni delle organizzatrici infatti, lo sciopero non doveva far risaltare solo l’importanza del ruolo delle donne nel mondo del lavoro, ma anche all’interno della società.[MORE]
Madri, mogli e figlie sono state così chiamate ad abbandonare, quelle che troppo spesso continuano ad essere indentificate come le loro mansioni, per partecipare a scioperi, attività culturali e sit-in, in cui manifestare il proprio dissenso verso un assetto sociale e culturale che, nonostante le veda da tempo parificate nei diritti, continua ancora a discriminarle nella quotidianità.
L’iniziativa è stata commentata in modo estremamente favorevole sia dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, che dalla presidente della Camera, Laura Boldrini. Entrambi hanno sottolineato quanto sia importante il ruolo della donna per contribuire alla creazione e al mantenimento di una società pacificata ed equa.
I disagi che gli scioperi hanno creato ai cittadini però non sono stati pochi, e ciò è bastato a gettare uno strato di scetticismo su una manifestazione che era riuscita nell’arduo compito di mettere d’accordo istituzioni, sigle sindacali e un numero elevatissimo di associazioni e organizzazioni popolari.
Dati OXFAM alla mano la differenza di reddito tra uomo e donna è a oggi pari al 23% e per ridurre questo gap è stato calcolato che ci vorranno ancora 170 anni, 52 in più rispetto al panorama, più roseo da tutti i punti di vista, dell’anno scorso. Con numeri così, non ci si può certo stupire che così tante donne abbiano avuto, non solo la voglia, ma la necessità di scioperare. I tempi del “se non ora quando” sono lontani, eppure si è fatto ancora troppo poco per dare la percezione, non solo alle donne, ma a tutti, che si siano fatti passi in avanti verso una società più equa.
Nell’attesa che ciò accada è doveroso prendere atto che la gestione di una manifestazione di così vasta portata, soprattutto se confrontata con le immagini tristemente note dello sciopero dei tassisti di poche settimane fa, è di per sé sufficiente a dimostrare da quale lato penda l’ago della bilancia del progresso e della civiltà.
Giulio Massa